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Come far mangiare e amare le verdure ai bambini: Il ruolo dei genitori nella dieta dei propri figli

Articolo a firma della Dott.ssa Fabiana Avallone, Biologo - Nutrizionista

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Un corretto stile di vita in età infantile è importante per la prevenzione di diverse patologie metaboliche e per un benessere psicofisico, pertanto, i bambini andrebbero educati a mangiare in modo sano ed equilibrato sin da piccoli. Uno dei più grandi studi condotti dall'Unione europea nel 2014 ha registrato un elevato tasso di obesità infantile in Italia: è emerso come i bambini italiani siano i più obesi e in sovrappeso e i peggiori consumatori di verdure rispetto ai coetanei di altri paesi europei. In Italia oltre il 20% dei bambini è in sovrappeso e l'11% obeso. Inoltre, secondo gli ultimi dati del report 2017 registrati dal sistema di sorveglianza promosso dal Ministero della Salute, ben due genitori su 10 dichiarano di non riuscire a far mangiare quotidianamente ai propri figli neanche una porzione di frutta e verdura.

L'eccesso ponderale è attribuito a un ambiente definito “obesogenico”, essenzialmente riferito alla disponibilità di alimenti di scarsa qualità e a basso costo, la cui distribuzione commerciale è ricca e sostenuta da efficienti sistemi di marketing. Le strategie per contrastare questo nuovo fenomeno risultano essere quelle riconducibili a interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti individuali e sociali, agendo sugli aspetti regolamentativi e normativi, sulle questioni legate alle etichettature e sui prezzi dei cibi. Nonostante l’Italia sia la culla della dieta mediterranea, si mangia poca frutta e verdura e quasi un italiano su due pesa troppo. Consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, come raccomandato, è un’abitudine che aumenta con l’avanzare dell’età; è un’abitudine che coinvolge comunque una quota contenuta di persone che non arriva a superare il 12%, neppure fra i maggiori consumatori. Il gradiente geografico mostra che l’adesione al five a day scende significativamente nelle Regioni del Centro-Sud rispetto a quelle del Nord Italia, ad eccezione delle Isole.

Cosa fare? Alcuni recenti studi hanno indagato se e come il comportamento di mamme e papà durante i pasti influenza la propensione futura dei piccoli a mangiare frutta e verdura, e i risultati parlano chiaro: le pressioni e le coercizioni portano spesso a un rifiuto, mentre l’indulgenza e il buon  esempio portano a una miglior persuasione.

In ogni fase della vita lo stato nutrizionale è determinante per le condizioni di salute, soprattutto in età infantile, gli eccessi e le carenze alimentari sono in grado di provocare la comparsa di processi patologici a carico di vari organi e di favorire il processo di invecchiamento precoce dell’organismo. Da un lato l’eccesso di peso favorisce l’insorgenza o l’aggravamento di patologie già esistenti (dismetaboliche, cardiovascolari...) e influisce negativamente sulla qualità della vita della persona. Dall’altro, la perdita di peso non intenzionale rappresenta un indicatore comunemente utilizzato per la fragilità immunitaria. 

I bambini che seguono correttamente la dieta mediterranea corrono un rischio ridotto di sviluppare fegato grasso. Viceversa, una scarsa aderenza a questo regime comporta una maggiore insulino-resistenza, uno dei meccanismi responsabili dell'insorgenza del diabete di tipo II e dei danni epatici dei più piccoli. Numerosi studi hanno dimostrato che la dieta mediterranea gioca un ruolo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative, cardiovascolari e sull'invecchiamento. Alcuni nutrienti inclusi in questo regime alimentare hanno proprietà antinfiammatorie e possono concorrere alla diminuzione dei valori di LDL, dello stress ossidativo, dei trigliceridi ed anche del rischio di mortalità cardiovascolare.

Per valutare l'aderenza alla dieta mediterranea si utilizza il questionario KIDMED, un indice che prevede un punteggio da 0 a 12 dato dalla somma di 16 domande, somministrate alla famiglia e al bambino, inerenti all’alimentazione quotidiana. Valori uguali o minori di 3 (≤3) indicano una scarsa aderenza alla dieta mediterranea; valori compresi tra 4 e 7 descrivono una media aderenza; valori uguali o maggiori di 8 (≥8) indicano un'ottima aderenza a questo regime alimentare.

Un’altra tendenza molto frequente è saltare la colazione, l’8% dei bambini salta la prima colazione e il 33% fa una colazione sbilanciata in termini di carboidrati e proteine. Eppure, la ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo fondamentale che ha la stessa per una sana alimentazione e per non cedere, nel corso della giornata, a spuntini ipercalorici oppure abbuffarsi durante la ricreazione.

La colazione ideale dovrebbe garantire circa il 20% delle calorie giornaliere (circa 300-400) ed essere composta, per esempio, da latte o yogurt (per l’apporto di calcio), pane o fette biscottate, cereali (meglio integrali) e frutta (per vitamine e sali minerali). 

Anche lo spuntino a ricreazione è importante per spezzare la fame e non subire cali di attenzione e soccombere alla stanchezza. Ma deve essere salutare e fornire il 5-10% delle calorie giornaliere (circa 100-125), meglio se a base di frutta, da evitare invece panini super farciti, pizzette grondanti di olio e merendine ipercaloriche.
Il 20% dei genitori ha dichiarato che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura e, al contrario, il 36% ha ammesso che assumono abitualmente bevande zuccherate o gassate.

Ecco qualche suggerimento utile:

  1. Offrire piatti semplici e piacevoli alla vista.
  2. Proporre forme e colori divertenti e creativi
  3. Preferire verdure tenere e non troppo cotte, meglio se ancora croccanti, cotte al vapore o crude.
  4. Se i bambini rifiutano la frutta, proporre frullati, magari con lo yogurt.
  5. Se rifiutano le verdure, preparare passati, minestroni, polpette di verdura oppure hamburger vegetali preparati in casa.
  6. Al rifiuto di un nuovo alimento non sgridare il bambino ma riproporglielo insieme a cibi noti e accettati.
  7. Non dare premi né punizioni associate al cibo.
  8. Non obbligarlo a mangiare per forza.
  9. Mangiare insieme, con la famiglia intorno al tavolo, magari chiacchierando senza la tv accesa. Ricordarsi che l’esempio di ciò che assaporano gli adulti vale più di tutto.
  10. Coinvolgere il bambino a preparare e cucinare gli alimenti, organizzando  un percorso di familiarizzazione con gli alimenti. 

Una buona idea è portare il bambino a far la spesa, preparare insieme la cena, assaggiare i piatti che si stanno cucinando. Insomma, trasformare la cucina e i pasti in un momento ludico. L’alimentazione squilibrata, però, non è la sola responsabile del sovrappeso; infatti, anche uno stile di vita troppo sedentario gioca un ruolo centrale, pertanto, è sempre consigliato stimolare i bambini a muoversi o a fare sport. 

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