
Una domenica di mobilitazione, consapevolezza e condivisione. Si è svolta a Corella, nel Comune di Dicomano, una camminata seguita da un’assemblea pubblica per riflettere sulle gravi conseguenze ambientali del progetto dell’impianto eolico industriale Monte Giogo di Villore. Una giornata intensa promossa dal Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi e dalla Coalizione Ambientale TESS, con la partecipazione attiva di abitanti del territorio, esperti, associazioni e amministratori.
Durante l’escursione, i partecipanti hanno potuto constatare di persona le criticità lungo i sentieri interessati dai lavori: deforestazione, sbancamenti imponenti, smottamenti e un evidente degrado del paesaggio appenninico. I lavori hanno già interrotto e danneggiato tratti significativi della rete escursionistica nazionale ed europea, come il Sentiero Italia e il Sentiero E1. Tra le emergenze, anche la strada aperta nella faggeta in pendenza e la perdita di alberi ad alto fusto che svolgono un ruolo fondamentale per la biodiversità, il contenimento del rischio idrogeologico e il sequestro della CO2.
Il torrente Solstretto, che alimenta l’acquedotto di Vicchio e ospita specie protette, tra cui il crostaceo Austropotamobius pallipes, è a rischio per l’intervento infrastrutturale previsto proprio sopra il suo corso.
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All’agriturismo Universal Harmony si è poi svolta un’assemblea molto partecipata, alla quale sono intervenuti esperti e rappresentanti del territorio. Luigi Lastrucci (CAI Mugello), Carlo Visca (Centro Visite del Parco delle Foreste Casentinesi), Cristina Tani (Archivio di Stato di Firenze), Luca Vitali (Editore Montaonda), Valeria Uga e Fabrizia Laroma Jezzi (Coalizione Tess), Saverio Zeni (Direttore di OK!Mugello), Paolo Pucci (Democrazia Sovrana e Popolare) e l’avvocato Enrico Bianchi hanno tracciato un quadro ampio e articolato della situazione.
Il CAI ha ribadito il suo netto no alla frammentazione della rete sentieristica e all’interruzione del Sentiero Italia. Dalle relazioni è emerso un quadro preoccupante: frane già in atto, perdita di habitat, cementificazione selvaggia e un impatto che contraddice ogni logica di transizione ecologica. Cristina Tani ha ricordato come già Cosimo I nel 1559 vietasse il taglio delle foreste sui crinali proprio per tutelare la valle del Mugello.
Nel corso dell’assemblea sono state presentate soluzioni alternative: installazione di impianti rinnovabili su aree già urbanizzate, creazione di comunità energetiche e gestione partecipata dei territori. L’obiettivo è coniugare sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e difesa delle economie locali legate al turismo lento, all’agricoltura e alla biodiversità.
La giornata si è conclusa con una cena condivisa e con la promessa di rivedersi a metà maggio per un nuovo evento, sempre a Corella.
Il messaggio è chiaro: l’Appennino non può essere sacrificato in nome di una finta transizione verde. Occorre proteggere il patrimonio ambientale e ascoltare chi quei luoghi li vive e li ama ogni giorno.