Uno tra i più apprezzati autodromi del mondo è il Mugello Circuit e le sue curve di proprietà Ferrari dal 1988, si trova ai piedi dell’Appennino Tosco Emiliano e Firenze e più precisamente nel Mugello. La nascita del Mugello Circuit inizia nel 1914, quando nacque il circuito stradale: 66,2 chilometri fatti di asfalto e sterrato, con oltre 400 curve e che collegava i vari paesi della zona. Il traguardo era posto a San Piero a Sieve, in seguito spostato a Scarperia. Nel 1970, il circuito stradale ha ospitato una competizione per l’ultima volta. Proprio nel comune di Scarperia in Mugello, a 30 chilometri a nord-est di Firenze, nel 1974 è stato inaugurato l’Autodromo del Mugello. Il tracciato misurava 5,245 chilometri con 15 curve, 9 a destra e 6 a sinistra. Il layout della pista non è mai cambiato. Le uniche modifiche hanno riguardato le vie di fuga e la sicurezza del tracciato.
Già due anni dopo, nel 1976, il motomondiale fa tappa al Mugello Circuit per la prima volta e dal 1994 è stabilmente la sede del GP d’Italia delle due ruote.
Le curve dell’Autodromo del Mugello, sono un mix di di curve veloci, punti ciechi e continui cambi di pendenza che sfrutta al meglio il paesaggio naturale.
Galleria fotografica
Il più grande interrogativo è rappresentato dai punti di sorpasso. L’unico reale sembra essere quello della San Donato, in fondo al rettilineo dei box. Per il resto, non sono presenti altri decisi punti di staccata.
Ma quali sono le famose curve del Mugello Circuit?
Ogni curva ha un proprio nome. La maggior parte riprende nomi di fattorie e casolari situati lungo il vecchio circuito stradale: San Donato, Poggio Secco, Casanova, Savelli, Palagio, Correntaio e Bucine.
Borgo San Lorenzo: comune di 18mila abitanti a pochi chilometri dal circuito.
Luco: frazione di Borgo San Lorenzo, conta circa 1500 abitanti.
La Materassi, curva 4 è dedicata ad Emilio Materassi, nato a Borgo San Lorenzo nel 1894, pilota automobilistico che ha guidato per Maserati, Bugatti e Talbot.
Biondetti: velocissima chicane è dedicata a Clemente Biondetti, pilota sardo di origine toscana, classe 1898, che ha iniziato a correre in moto per poi passare alle auto. Ha guidato per i più prestigiosi costruttori italiani: Ferrari, Alfa Romeo e Maserati. Tante le vittorie di rilievo nella sua carriera:;4 Mille Miglia, 2 Targa Florio e la Coppa Acerbo sul circuito di Pescara.
Arrabbiata: le curve 8 e 9 prendono il nome dalla strada che conduce alla pista che per via dell’elevata pendenza e della difficoltà nel percorrerla è stata definita appunto “Arrabbiata”.
Ma andiamo per ordine
Dopo aver superato la linea del traguardo, si scollina e la strada diventa in discesa. Alla fine del rettilineo principale, della lunghezza di oltre un chilometro, si toccano le velocità più elevate dell’intero giro.
Si arriva quindi in discesa alla staccata della prima curva, la San Donato, che costituisce l’unico punto di frenata significativo di tutto il circuito. La San Donato è una lunga curva destrorsa da circa 180 gradi.
In uscita, non bisogna allargare troppo la traiettoria, ma si deve rimanere piuttosto vicini alla parte interna della curva per approcciare al meglio la prima esse, denominata Luco-Poggio Secco. Breve tratto rettilineo, per poi affrontare un secondo sinistra-destra simile al primo, anche se leggermente più veloce, poichè le due curve sono leggermente più aperte: Materassi-Borgo San Lorenzo.
Breve allungo per giungere alla sezione più interessante della pista e che definire la più bella al mondo è tutt’altro che un eufemismo. Giù in discesa per la velocissima esse Casanova-Savelli. Importante uscire dalla Savelli in modo da affrontare al meglio la curva successiva, la celeberrima Arrabbiata 1, velocissima curva destrorsa in cui si tocca il punto più basso del circuito. Dopo di che, si sale per l’Arrabbiata 2 che è invece in salita e che i piloti affronteranno senza poter guardare il punto di corda.
Scatto dall’ingresso della Casanova. Si può vedere la discesa che conduce alla Savelli ed all’Arrabbiata 1 e la salita verso l’Arrabbiata 2
Sarà questa la sezione in cui si farà maggiormente la differenza e dove emergeranno le vetture dal carico aerodinamico più elevato.
Altro rettilineo piuttosto breve per un’ulteriore chicane simile alle prime due, ma in leggera discesa: Scarperia-Palagio. Ulteriore allungo, leggermente più lungo dei precedenti, che porta al lungo tornante destrorso del Correntaio. Anche qui, si deve affrontare l’uscita con lo scopo di impostare al meglio l’ingresso della successiva stupenda chicane, formata dalle curve Biondetti, caratterizzata da un repentino cambio di direzione. Le due curve sono piuttosto aperte e formano così la esse più rapida del circuito. Le vetture dovrebbero essere in grado di affrontarle in pieno.
Ultimo breve dritto e si arriva all’ultima curva del tracciato del Mugello Circuit, la Bucine: un’altra lunga curva da 180 gradi, stavolta a sinistra.
Fondamentale uscire bene e sfruttare tutta la pista per avere la miglior accelerazione possibile ed affrontare così al meglio il rettilineo di oltre un chilometro.