Sul tema dell'assalto degli Airbeb è intervenuta in aula nel corso del consiglio comunale Cecilia Del Re che da ex assessore all'urbanistica e dell'applicazione del Pnrr è molto informata sul tema. Ecco il suo intervento in aula.
Cercherò di essere breve perché poco è il tempo a disposizione, così come breve è stato il tempo che ci è stato dato per esaminare questa delibera, a cui arriviamo dopo un “pasticcio” che qualche mese fa avevamo evidenziato in quest’aula come gruppo di Firenze Democratica, - cercando di evitarlo -, quando a 24 ore dal voto in aula fu stralciata dalla giunta la cd “norma anti-airbnb”, norma su cui avemmo modo comunque di dire come la pensavamo politicamente e di presentare anche emendamenti per porre riparo ad alcuni effetti distorsivi della medesima.
Non abbiamo presentato emendamenti questa volta perché il testo della delibera che ci è stato sottoposto è divenuto nel frattempo illegittimo, cioè privo di fondamenti normativi oggi vigenti, e così siamo di fronte ad un nuovo pasticcio: gli articoli di legge su cui la relazione urbanistica afferma, infatti, di fondare l’inserimento delle 2 nuove norme nel piano operativo non esistono più perché, nel frattempo, il Decreto Legge “Salva Casa” – approvato dal governo lo scorso maggio e convertito poi in legge la settimana scorsa – ha profondamente modificato l’art. 23-ter del Testo Unico dell’Edilizia, statuendo che la nuova norma è “direttamente applicabile”, e a questa devono attenersi regioni e comuni, che possono solo prevedere soluzioni volte a semplificare ancora di più l’iter.
Senza dilungarsi in digressioni troppo tecniche, cosa dice il nuovo art.23 ter del Testo Unico dell’Edilizia: dice che i cambi d’uso all’interno della medesima categoria funzionale sono sempre possibili, e toglie poi quello spazio di manovra ai comuni per limitare, all’interno di una determinata categoria, le possibili facoltà di utilizzo.
Appare evidente come questa modifica sia stata fatta dal Governo per evitare che un comune potesse adottare delibere come questa, ed il governo è andato però poi anche oltre perché ha in sostanza liberalizzato tutti i cambi d’uso, anche tra categorie funzionali diverse. Legittimamente o meno, non spetta a noi dirlo (ma sarà la Corte costituzionale auspicando un intervento della Regione Toscana in tal senso), anche perché il dato di fatto è che oggi quelle norme sono in vigore.
A nostro avviso, e lo abbiamo sempre detto, non era questa la via migliore per regolamentare gli affitti brevi, perché l’effetto del condono che si creava per le migliaia di appartamenti nel centro storico andava a creare una nuova rendita, e sottraeva per sempre quei posti letto alla residenza “pura”, alla casa per residenti veri, studenti, lavoratori, famiglie, oltre a far schizzare ancora di più valori immobiliari e canoni di affitto. Ma a questo punto, possiamo dire che l’effetto più distorsivo che quella delibera ha provocato sta nel provvedimento arrivato dal Governo, che se non altro attenua la liberalizzazione per i cambi d’uso al piano terreno per in qualche modo lasciare almeno qui uno spazio d’azione ai comuni e alle regioni a salvaguardia del commercio di vicinato. Su questo fronte, infatti, a inizio 2023 il governo ci aveva già provato, ma proprio da Firenze, appena mi accorsi di questo intento governativo, lanciai un allarme, raccolto dalle categorie economiche e da Anci, che portò ad eliminare quella norma.
E allora, prima di avviarmi alla conclusione, sono per lo meno 2 i dati da evidenziare, entrambi politici.
Il primo è che la prima delibera che questa Sindaca con la sua Giunta porta in aula è illegittima perché riporta riferimenti normativi errati, e non era una delibera di poco conto, è quella delibera da giorni sbandierata su tutti i quotidiani nazionali e che sappiamo già che sarebbe stata oggetto di plurime impugnative, con richieste di risarcimento danni già minacciate. Nessuno ha evidentemente avuto la cura di studiarla per bene, prendendosi un po’ di tempo, e di informarsi rispetto a quello che a Roma stava succedendo con il Decreto Salva Casa (eppure la casa è un tema che, a parole, dovrebbe interessare a questa amministrazione). E non si dia tutta la colpa agli uffici tecnici: perché l’amministratore o l’amministratrice non può essere il mero ripetitore della parte tecnica comunale perché così si decreta la morte della politica.
Il secondo dato politico riguarda la capacità delle forze politiche di questa maggioranza di remare nella stessa direzione con un’azione coordinata. Perché non abbiamo sentito nessun parlamentare fiorentino facente parte delle forze di maggioranza inveire contro il Decreto Salva Casa e denunciare una manovra fatta in fretta e furia (- come in fretta e furia è stata fatta anche questa delibera, con lo stesso metodo dell’urgenza adottato dal Governo -) anche per mettere i bastoni tra le ruote all’amministrazione fiorentina. E, d’altronde, questa situazione kafkiana già si rinveniva a livello regionale, quando tra le nuove norme approvate dalla giunta regionale per il Testo Unico del Turismo c’è anche quella che, in buona sostanza, permette agli albergatori di gestire appartamenti affittati ai turisti, alimentando così ancora di più l’uso di case – di residenze - da parte di turisti, facendo diventare le nostre città toscane degli alberghi diffusi. Un altro condono di fatto, per sanare qui gli aspetti legati alla concorrenza sleale. Ma al tema casa, allora, chi ci pensa davvero?
Abbiamo letto, Sindaca, del suo incontro con la Ministra Santanchè, dove dichiarava di aver posto il tema degli affitti turistici e di aver con questa aperto un dialogo; mentre avveniva quell’incontro prontamente immortalato per i media, le aule di camera e senato approvavano il nuovo testo di quella norma sopra citata per rendere testualmente illegittima la sua delibera.
Per dialogare, occorre sapere di cosa dialogare, e quindi se il suo predecessore aveva assunto una fotografa personale e 3 social media manager con soldi pubblici, invitiamo lei a investire queste risorse in altro modo per guardare più alla sostanza delle cose e meno all’immagine.
C’è una città che chiede delle risposte concrete, e non degli spot che fanno finire questa città in una situazione di confusione totale tra norme e stralci, guerre al Tar e richieste danni. Ad ogni modo, questa delibera avrebbe - di fatto - alimentato ancor di più l’overtourism e avrebbe ancor di più drogato il mercato immobiliare e i canoni di affitto.
E allora cosa fare adesso?
Occorre dialogare, per davvero. Sospendere oggi l’approvazione di questa delibera (nessuno tifa poi contro l’amministrazione: avremmo potuto lasciare che fosse il Tar a dirvelo, ma siamo qui per portare un contributo costruttivo e per evitare che la città finisca in un nuovo caos e voi in mezzo a richieste di risarcimento del danno), e chiediamo con forza al governo di emanare un nuovo decreto, un “decreto Salva-Firenze” questa volta, perché con quelle nuove norme i comuni perdono poteri anche in materia di pianificazione urbanistica. E’ sufficiente una sola norma, che deleghi al comune (di Firenze, ma anche delle altre città d’arte) il potere di normare il settore delle locazioni turistiche mediante la concessione di licenze, come peraltro chiede anche una proposta di legge depositata da parlamentari del PD, sulla scia della proposta di Alta Tensione Abitativa, lasciando inalterata la competenza pianificatoria dei comuni e quindi ripristinando per le città d’arte, quelle a vocazione turistica, il precedente assetto normativo. Perché altrimenti, dopo la liberalizzazione del commercio, sarà il far west anche sul fronte del governo del territorio. Anche dalle fila del consiglio comunale e della minoranza, siamo disponibili a dare mano, portando il nostro contributo.
Chiedo al capogruppo Schmdit, che sono sicura ha a cuore il destino di Firenze, di favorire un dialogo proficuo con le forze al governo che lo hanno sostenuto nella sua corsa.
Senza questo dialogo proficuo e senza un decreto salva Firenze, non resta a quel punto che scendere in piazza. Come a Barcellona, ancora più forte che a Barcellona, perché qui si sta giocando con il presente e il futuro della nostra città, e Firenze non lo merita”.