Ancora Don Luca Mazzinghi, parroco della chiesa di San Romolo a Bivigliano, con il suo "Diario da Gerusalemme" diario giornaliero da questa città, dove si trova per motivi di studio dal 2 ottobre. Con questo diario, racconta la situazione che stanno vivendo le popolazioni locali. Come sappiamo, la situazione è critica se non terribile.
Don Luca aveva inizialmente programmato il suo rientro per il 28 novembre, ma sta valutando se anticipare il suo volo (forse il 10 novembre), affermando di essere in attesa di sviluppi. A seguire pubblichiamo l'aggiornamento del 1novembre in cui sono descritti diversi fatti tragici:
Gerusalemme mercoledi 1 novembre
Solennità di Tutti i Santi
“Beati gli operatori di pace, perché vedranno Dio”
(Mt 5,9; vangelo del giorno)
Oggi a Gerusalemme situazione più tranquilla, o almeno stabile, mentre a Gaza continuano purtroppo i combattimenti, senza concrete speranze neppure per una tregua. Primo temporale della stagione, con tuoni e fulmini (ma di quelli naturali, grazie a Dio).
Messa festiva dei Santi molto solenne alla Ecole biblique (i miei domenicani francesi amano davveto molto le liturgie solenni…). Ho pranzato con d. Filippo, il prete di Roma di cui ho già parlato e che abita qui di fronte – pranzo festivo italiano, con pasta cucinata da lui (e ottimo strudel di un forno ebraico gestito però da ebrei di origine italiana).
Sarei voluto andare, se fossi rimasto e se la situazione fosse stata normale, un paio di giorni in Galilea, in un paese arabo-cristiano vicino a Nazareth dove vivono tre arabi cristiani israeliani che più di vent’anni fa ho ospitato, quando erano venuti a studiare in Italia e io stavo a Novoli. Conoscevo bene, allora, la direttrice della scuola delle Carmelitane di Haifa, suor Albertina, una suora egiziana. La scuola (elementare, media e superiore), gestita dalle “nostre” carmelitane, quelle della “Bettina” di Campi, è frequentata da ragazzi arabi, sia cristiani che musulmani, qualche ragazzo druso e persino qualche ragazzo ebreo (Haifa è un raro esempio di città mista e sempre tranquilla).
Suor Albertina mi chiese di ospitare tre dei suoi ragazzi – all’epoca ventenni – perché gli arabi israeliani, specie se cristiani, hanno difficoltà negli studi universitari, pur essendo cittadini di Israele. Infatti, siccome il servizio militare è obbligatorio per tutti, l’università “congela” le iscrizioni per tutti i diciannovenni israeliani, maschi e femmine, sinché non hanno compiuto il servizio militare (che del resto continua fino a 45 anni per gli uomini e a 40 per le donne). Gli arabi israeliani di solito non fanno il servizio militare, per non doversi poi trovare a combattere contro altri arabi, ma preferiscono il più tranquillo servizio di polizia. Gli arabi cristiani non fanno né quello né quell’altro; malvisti in quanto arabi dagli ebrei e malvisti anche dagli arabi in quanto cristiani. Per questa ragione l’università rende loro più difficile l’accesso agli studi.
Così Bassam, Saher e Maher hanno studiato da noi; Maher come parrucchiere, Saher come ottico a Vinci, e Bassam si è laureato e poi specializzato in medicina. Tutti e tre lavorano qui in Israele e tutti e tre sono sposati con figli. Siamo sempre rimasti in contatto. Bassam, in particolare, è molto preoccupato perché lavora all’ospedale israeliano di Nahariya, al confine con il Libano, dove adesso arrivano continuamente missili, ed è costretto a lavorare nel sottosuolo dove l’ospedale è stato di fatto spostato, ma ha paura per la sua famiglia. Li ho sentiti spesso con whatsapp in questi giorni, ma non sarà possibile purtroppo vedersi.
Ma ecco per sorridere un po’ un proverbio che mette in luce il realismo dei saggi che hanno scritto questo libro, dei maschi (ogni tanto un po’ misogini) che qualche volta non andavano d’accordo con le proprie mogli: “uno stillicidio insopportabile in un giorno di pioggia: / questa è una moglie litigiosa! / Chi la vuol trattenere, trattiene il vento / e raccoglie l’olio con la mano” (Pr 27,15-6).