Disturbi di panico. Cosa sono e come si originano © n.c.
Un nuovo contributo dello psicologo e psicoterapeuta Loris Pinzani: La frequenza dell'affezione dà la dimensione di quale sia il fenomeno che porta all'accumulo di asia e per diretta conseguenza ad una crisi acuta, compresa nel Disturbo di Panico. Esso rappresenta il culmine di un contenimento dell'ansia che non è più gestibile nel contesto di vita del soggetto, all'interno di una dinamica mentale in cui non è possibile arginare un'angoscia vissuta molto più intensamente nella propria interiorità di quanto sia evidente allesterno. Verosimilmente essa appare frutto della certezza di non sentire sé stessi in grado di affrontare una realtà in cui si ha certezza dell'insidia avvertita nel contesto ambientale: potremmo dire che il soggetto avverte una realtà nemica. L'attacco di panico contiene la prova di un individuo che nella sua profonda intimità conserva la certezza di una difficoltà di vita in cui si sente disperso ed a cui si arrende. Ecco che in questa ottica il disturbo che appare incomprensibile, si mostra nella sua "semplicità", dovuta in grande parte ad aspetti totalmente ignoti a chi ne sia vittima. Il disturbo di panico espone una volta di più, se fosse necessario, di quanta vita interna si svolga nel sistema mentale individuale. Con quale straordinario vigore l'essere umano tragga forza da una vita mentale tanto interiore quanto sconosciuta e profonda. È lì che si sviluppano profondi e intensi solchi in cui si annidano aspetti inconsapevoli che cospirano, si alleano e compongono quello che appare nel comportamento. In ogni aspetto della psicopatologia e di molte delle condotte umane, ci si rende sempre più conto di quanto sia potente l'intreccio tra l'uomo e la sua mente, coinvolgendo in essa lo sviluppo ed il declinarsi dell'esistenza. Ogni storia individuale viene suscitata da questi straordinari intrecci tra Essenza Umana ed ambiente, da esso si divincola per avere ragione di una logica che è ben lontana dall'essere quella razionale: la mente vive della propria.
