Ricordate il drone a vela dell'ingegnere mugellano Marco Montagni? Quello che fu presentato all'inizio di ottobre a Borgo (clicca qui per l'articolo di OK!Mugello). Ecco, ora la 'Barchetta Magica' è alla ricerca di finanziamenti. Sono infatti necessari altri sponsor per partecipare alla grande traversata atlantica. In un mondo dove l'ingegneria stupisce con robot, intelligenze artificiali e droni volanti, un progetto in particolare insinua la curiosità nel pubblico mugellano grazie alla sua creatività e singolarità, oltre che alla capacità di coadiuvare un sentimento di smarrimento d'innanzi alla complessità tecnologica con un senso estetico retrò che rilassa ed alimenta l'interesse. Parliamo del progetto dell'ingegnere Marco Montagni, diplomato presso l'istituto professionale Chino Chini di Borgo e laureato presso l'Università degli studi di Firenze in Ingegneria elettronica, il quale ha creato un drone a vela, chiamata "La Barchetta Magica", che come detto prima sembra far incontrare il vecchio e il nuovo, la navigazione operata tramite il vento collegata ad algoritmi e controlli satellitari. Un oggetto senza ombra di dubbio particolare, la cui realizzazione viene raccontata dall'ingegnere stesso sul sito dedicato all'imbarcazione (www.labarchettamagica.it), con attenzione a tutti i passaggi che sono stati necessari, dall'idea, alla progettazione, ai molti test effettuati, sino all'assemblamento delle componenti ed altro ancora. Una narrazione che permette di comprendere la complessità del lavoro che si trova dietro a progetti di questo tipo e che trasmette la passione e l'impegno con cui Marco Montagni, assieme a professori e colleghi dell'università, ha gestito attentamente e professionalmente la realizzazione del drone. Una passione, quella dell'ingegneria, che incontra un'altra passione, quella per la vela, raccontata dall'ingegnere sul proprio sito, dove ricorda un'infanzia passata presso il mare dell'Argentario con gli amici che con lui costruirono una barchetta a vela riassemblando pezzi trovati sulla spiaggia con ingegno e creatività. Molti sono i progetti che durante la sua carriera universitaria Montagni ha portato avanti, ma la Barchetta Magica è stato quello che lo ha coinvolto maggiormente, convincendolo ad ampliare l'idea e ponendo una finalità all'oggetto in questione, che dopo avergli permesso di conseguire meritatamente la laurea in ingegneria lo sta impegnando nella sfida di solcare l'oceano partecipando alla Microtransat Challenge, ossia una gara transatlantica per barche autonome ideata nel 2005. L'impresa è complessa, anche osservando i risultati delle scorse edizioni della traversata, in quanto nessuno sinora è riuscito a solcare l'intero oceano, nonostante anno dopo anno sempre più team con la propria imbarcazione si cimentino in tale competizione. Riuscire nell'impresa sarebbe sicuramente soddisfacente, ma non solo da un punto di vista puramente competitivo. Sarebbe la dimostrazione di come una tecnologia come questa potrebbe entrare di diritto all'interno di attività di ricerca affidate adesso ad imbarcazioni costose le quali necessitano inoltre di un equipaggio qualificato che non sempre è disponibile. Teniamo comunque a precisare che non sarà la riuscita o meno della traversata a convincerci della grandezza di un progetto di tale portata, che deve inorgoglire, oltre al suo creatore, l'università fiorentina ed il territorio mugellano che ha coltivato una mente come quella dell'ingegner Montagni. Sostenere La Barchetta Magica è quasi un obbligo se si è del territorio, è come tifare la squadra di calcio della propria città, ed è proprio del sostegno di tutti quanti che Marco ed il suo team hanno bisogno per permettere ai venti oceanici di spingere la vela della loro creazione. Il progetto infatti necessita ancora di alcuni passaggi prima di potersi cimentare nell'impresa, dalla chiusura della vela, alla necessità di fabbricare ex novo ingranaggi specifici ( dal costo non indifferente), sino al bisogno di effettuare test più precisi e dettagliati in più situazioni atmosferiche, così da comprendere sino in fondo le potenzialità del drone. Tutti passaggi che richiedono, come spiega Montagni stesso, non poco tempo e non pochi finanziamenti di cui il team è alla ricerca in questo periodo tramite sponsor che contribuiscano alla crescita del progetto. Ogni aiuto avvicina la Barchetta Magica al traguardo e gli fa guadagnare nodi nella sua traversata atlantica. Oltre ad i costi puramente tecnici, ossia quelli relativi alle componenti meccaniche ed ai test necessari per mettere in piena regola l'imbarcazione, Montagni racconta anche di quelli che sarebbero i costi relativi al monitoraggio del drone durante la traversata. Si tratta di cifre necessarie per la comunicazione satellitare e magari anche per avere delle fotografie (sempre grazie al satellite), sebbene in bassa risoluzione, del percorso che la Barchetta Magica intraprende. Ulteriori costi saranno necessari al fine di effettuare dei test intermedi per assicurarsi del funzionamento di tutte le componenti e del drone nel suo complesso, oltre che nella sua complessità. Uno di questi test potrebbe essere fatto presso l'Isola dell'Elba, al fine di osservare la reazione ad una traversata in mare aperto, con tutti i fattori climatici-atmosferici del caso. Finanziamenti dunque che permetterebbero a Montagni di cimentarsi in questa sfida, affrontando gli avversari con il frutto del suo duro lavoro, portando la bandiera italiana per la prima volta all'interno della competizione e magari...alla vittoria.
Barchetta Magica. La tesi di Montagni vince il Premio Ciullini – OK!Mugello
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