Via dalla mente l'immagine della Cenerentola di Walt Disney o quella dei film degli ultimi anni, perchè Zaches Teatro si addentra nell'universo della celebre fiaba, per costruire l’ultimo spettacolo della Trilogia della Fiaba,di cui fanno parte anche Pinocchio e Cappuccetto Rosso. Dalla cenere alla corte, Cenerentola è un’eroina dai mille volti e artefice del proprio destino. Divenuta nella nostra cultura un riferimento popolare, è andata sempre di più costituendo il simbolo del riscatto degli oppressi.
Raccontano gli attori: "Nella nostra ricerca e ricostruzione su Cenerentola abbiamo deciso di concentrarci sullo studio delle versioni orali più antiche e di due versioni letterarie: quella dei fratelli Grimm e quella de "La Gatta Cenerentola" di Basile. La scena, realistica e simbolica insieme, è occupata da un grande focolare pieno di fumo e fuliggine: uno spazio scarno e cinerino, pieno di carbone, abitato da spiritelli, le Cenerine, attraverso cui viene narrata la storia di Cenerentola. Ma più che una storia sulla ricerca del principe azzurro, la Cenerentola di Zaches Teatro è una fiaba iniziatica in cui la difficile strada per la maturità passa attraverso il distacco dal passato" lo spettacolo non è bello, è bellissimo ed il pupazzo della protagonista sembra effettivamente vivere di vita propria ed anche quelli come me, che all'inizio hanno temuto che i bambini si aspettassero qualcosa più in stile "Cartone animato" e che quindi non si sarebbero appassionati al nero quasi perpetuo di tutta la performance, si sono dovuti ricredere perché anche i bambini sanno guardare oltre il bel vestito i topini che parlano e le magie della fata, per concentrarsi sull'emozione. Quell'emozione del quale è intriso tutto questo grande spettacolo che nello stile ricorda il Teatro Nero di Praga (nel quale gli attori completamente vestiti di nero scompaiono dalla scena buia per lasciare la ribalta a pupazzi e oggetti che sembrano animarsi da soli).
In due, a volte in tre animano Cenerentola, ma il risultato è veramente eccezionale, cosi come quando la scena si riempie di bolle di sapone o la bellissima luna piena mostra un naufragio. Poi l'annuncio del ballo, l'arrivo della zucca trasformata in carrozza che lentamente attraversa il palco, il palazzo del principe e l'incontro. L'ombra di lui bacia delicatamente quella di lei, ma i rintocchi della mezzanotte interrompono quel momento destinato a rimanere solo un momento, perché la Cenerentola che abbiamo visto a Barberino sabato non cerca la storia d'amore, non cerca di elevarsi socialmente, non vuole un matrimonio vuole solo fuggire da quella cantina buia ed essere finalmente libera, per questo quando esce da palazzo (questa volta interpretata da un'attrice in carne ed ossa) non perde la scarpetta, se la toglie. Se le toglie tutte e due e poi finalmente è libera di scappare correndo in platea tra gli applausi scroscianti di grandi e piccini che hanno potuto apprezzare questa versione di una delle favole più famose al mondo, una versione che, nonostante fosse interpretata da un burattino, ha reso la storia veramente più umana.
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Regia, drammaturgia, coreografia Luana Gramegna
Scene, luci, costumi, maschere e pupazzi Francesco Givone
Progetto sonoro e musiche originali Stefano Ciardi
Con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Enrica Zampetti
Collaborazione per scene, maschere e pupazzi Alessia Castellano