Nella storica società della Boxe Mugello, un giovane pugile di nome Ermir Haruni sta attirando l'attenzione per i suoi successi e il potenziale futuro. Originario dell'Albania, dove è stato quattro volte campione nazionale con 15 vittorie su 15 match, Haruni ha continuato a brillare anche in Italia. Tra i dilettanti, il suo record è di 35 vittorie, 15 sconfitte e un pareggio su 51 incontri.
In un'intervista, Ermir ha condiviso come ha scoperto la boxe grazie a suo zio, raccontando dei suoi allenamenti, delle difficoltà affrontate e delle numerose vittorie ottenute. A seguire il comunicato integrale:
Come hai scoperto la Boxe?
“Grazie a mio zio che faceva pugilato. Poi siccome venivo bullizzato a scuola, ho deciso di cominciare a praticarlo per prendermi diciamo “una rivincita”. Anche perché come diceva sempre mio zio, il pugilato lo ha aiutato sia nella vita che in tantissime altre cose. All’inizio dicevo a mio padre di portarmi in palestra ma lui non voleva. Allora gli risposi dicendogli che non era un vero uomo. Da lì gli è scattato qualcosa e mi ha subito accompagnato”.
Hai mai fatto altri sport oltre al pugilato?
“Calcio, ma non ero tanto bravo”.
Quante volte ti alleni a settimana?
“Sei volte a settimana, tranne la domenica che è sacra”.
Quanto è faticosa la boxe da 1 a 10?
“100, però dipende da che punto di vista la vedi questa fatica. Il pugilato è uno sport per poveri. Entrando in palestra capisci che la maggior parte di chi pratica questo sport viene da realtà abbastanza brutte. Chi viene in palestra ha diverse difficoltà ed è uno sport che crea il carattere dei ragazzi, come ha fatto su di me. Io all’inizio ero parecchio timido, ero un bambino ansioso. Poi grazie alla boxe sono diventato forte”.
Segui una dieta specifica?
“Sì quando sono vicino alle gare”.
Qual è stata la tua vittoria più bella?
“I primi Campionati Toscani perché ero il pugile sfavorito. Il mio avversario aveva già 30 incontri mentre io soltanto 2. Poi ho vinto e sono partito per fare i Campionati Italiani”.
Il tuo più grande rimpianto?
“Di aver sbagliato certe volte l’alimentazione perché ha influito in negativo sulla mia prestazione sul ring”.
Cosa farai una volta finito di fare il pugile?
“Credo di rimanere comunque in questo settore per aiutare il prossimo, come hanno fatto con me perché ce ne è sempre bisogno”.
Ma vorresti fare l’allenatore?
“Mi piacerebbe, ma anche l’arbitro non sarebbe male”.
Qual è il tuo prossimo obiettivo?
“Per ora quello di vincere i Campionati Toscani e poi quelli Italiani”.
E il prossimo sogno?
“Mi piace rimanere con i piedi per terra. Mi basterebbe diventare Campione Europeo nel professionismo”.