I lettori più attenti di piccola storia locale ricorderanno l’articolo il mese scorso sulla siccità, tratto dal Diario Manoscritto della famiglia Paladini (casa colonica a Rimorelli abbandonata accanto alle Piscine Comunali), quando il capoccia Antonio scriveva nel 1838, che erano quattro mesi che non pioveva, erano disperati perché non potevano seminare dalla grande siccità, anzi come si legge, “dal grande alido”. Ultimamente è stato scritto in altri giornali locali, come se fosse questo un evento rarissimo, che le Cale, il torrente che lambisce via Marconi e via don Sturzo, è in secca da diverso tempo. Per una semplice curiosità storica, questo torrente, che come è noto passava davanti alla Misericordia, al bar Centrale, alla Compagnia dei Carabinieri ed andava diritto in Sieve, deviato in via Marconi nel 1844 dopo una tremenda alluvione, non passa anno che quando la pioggia si fa avara il fiumicciattolo si secca e visto dall’alto sembra un sentiero di campagna. Nella foto n.1 ecco il torrente le Cale completamente secco nel 1928 con due baldi borghigiani, che si son fatti fotografare su quello che prima era il letto del fiume, completamente all’asciutto. La foto n.2 la scattammo nel 1998, quindi dopo 70 anni dalla prima e come il lettore osserverà anche in quell’anno le Cale andarono a ramengo di acque, come appunto in questo caldissimo agosto (ora siamo a settembre) del 2017. Niente di particolare, niente di allarmante, niente antiche profezie, le Cale, dove anticamente i pescatori andavano a “ghiozzi” ed a “ranocchi”, (fauna ittica completamente sparita), un anno si e un anno no il letto resta asciutto. Foto 1 (in alto): Anno 1928. Il torrente le Cale in secca fotografato verso il ponticello al Ponterosso, dove sulla spalletta alcune persone seguono la scena. Per non disperdere memoria l’uomo a sinistra è Giuseppe Berti e l’uomo al centro Guglielmo Margheri. Foto 2 (qui sopra): Anno 1998. Nello stesso punto dopo 70 anni. (Foto e archivio A. Giovannini)
Paola
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