Questa mattina, alle ore 8:45, Antonio Margheri, ex sindaco di Borgo San Lorenzo dal 1995 al 2004, ha partecipato in remoto all’audizione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli abusi avvenuti nella comunità del Forteto. L’intervento, seguito con attenzione dai membri della Commissione, ha lasciato emergere un quadro di incertezza e una generale mancanza di memoria da parte di Margheri, specialmente in merito ai rapporti tra il Comune e la struttura oggetto delle indagini.
Il presidente della Commissione ha aperto la seduta chiedendo a Margheri chiarimenti sui rapporti intrattenuti con la comunità del Forteto, guidata da Rodolfo Fiesoli, e sulle iniziative amministrative avviate durante il suo mandato. Margheri ha dichiarato di avere avuto contatti sporadici e superficiali con il Forteto, limitandosi a rare visite e occasioni ufficiali, come le elezioni del 1997. Tuttavia, ha sostenuto di non essere stato a conoscenza di quanto realmente accadeva nella comunità, né di presunti coinvolgimenti diretti degli assistenti sociali del Comune.
"Non ricordo" come risposta prevalente
L’audizione si è distinta per il ricorso frequente dell’ex sindaco all’espressione “non ricordo”, in riferimento a eventi e documenti presentati dalla Commissione. Ad esempio, Margheri ha negato di essere a conoscenza del patrocinio concesso dal Comune al Forteto o di riunioni svolte nella sala consiliare con la partecipazione di Fiesoli e Goffredi, nonostante documenti agli atti confermassero tali eventi. Inoltre, alla domanda specifica sull’incontro del 1998 con Antonio Di Pietro al Forteto, l’unico episodio ricordato con chiarezza dall’ex sindaco, Margheri ha negato qualsiasi altra interazione significativa con i responsabili della comunità, limitandosi a sottolineare il ruolo economico e agricolo della cooperativa sul territorio.
Gli incontri con Sergio Pietracito
Un momento chiave dell’audizione è stata la menzione di Sergio Pietracito, ex membro della comunità del Forteto e successivamente tra i principali denuncianti delle gravi vicende interne. Margheri ha ricordato di aver incontrato Pietracito più volte nel corso del suo mandato, ma in circostanze estranee al contesto degli abusi o delle vicende legate alla comunità.
Secondo quanto dichiarato, gli incontri avvennero principalmente per ragioni amministrative legate all’attività agricola di Pietracito, che gestiva un’azienda situata tra Borgo San Lorenzo e Scarperia. Margheri ha raccontato che Pietracito si era rivolto al Comune per affrontare problematiche connesse ai lavori dell’Alta Velocità, che interferivano con i suoi terreni e le sue coltivazioni. Tuttavia, ha sottolineato che in nessuna occasione furono affrontati temi relativi al Forteto o alle accuse rivolte a Fiesoli e alla comunità.
Margheri ha aggiunto che solo molti anni dopo, quando Pietracito divenne una figura chiave nella denuncia degli abusi, comprese la complessità e la gravità delle vicende. “Sergio disse che per arrivare a quel punto avevano dovuto superare grandi ostacoli e condizionamenti psicologici. Di fronte a una dichiarazione del genere, non posso che alzare le mani,” ha affermato l’ex sindaco, ribadendo di non aver avuto alcuna conoscenza diretta di quanto accadeva all’interno della comunità.
La sentenza CEDU e i fratelli Daidone
Un punto critico dell’audizione è stato il riferimento alla sentenza del 2000 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che condannava l’Italia per i gravi abusi avvenuti al Forteto. Margheri ha dichiarato di non aver preso alcuna iniziativa amministrativa o verifica in seguito alla sentenza, affermando di non aver ricevuto segnalazioni dai servizi sociali. Quando gli è stato chiesto dei fratelli Daidone, minori del comune affidati al Forteto nel 1997, l’ex sindaco ha risposto di non avere memoria di tale circostanza, nonostante le evidenze documentali fornite dalla Commissione.
La vicenda Rosciano
Un altro tema affrontato è stato il caso della signora Flora Rosciano, madre accusata ingiustamente di abusi sui figli, che ha scontato sei anni di carcere prima di riconosciuta innocente. Margheri ha dichiarato di ricordare vagamente la vicenda in relazione a questioni abitative, ma di non avere elementi per collegarla al Forteto. Anche su questo punto, i commissari hanno espresso perplessità, sottolineando come fosse improbabile che il primo cittadino del Comune più grande del Mugello non fosse a conoscenza di tali fatti.
Le perplessità della Commissione
Le risposte di Margheri sono state accolte con scetticismo dai membri della Commissione. L’onorevole La Porta ha sottolineato come fosse “particolarmente strano” che il sindaco non fosse informato delle attività dei servizi sociali, soprattutto in un paese di dimensioni ridotte come Borgo San Lorenzo, dove “tutti sanno tutto”. Anche l’onorevole Colombo ha messo in dubbio le dichiarazioni di Margheri, evidenziando le contraddizioni tra la sua mancanza di memoria su eventi rilevanti e la capacità di ricordare dettagli minori.
Un capitolo ancora aperto
L’audizione di Antonio Margheri rappresenta un tassello importante per ricostruire il ruolo delle istituzioni locali nella vicenda Forteto. Tuttavia, il tono evasivo e le numerose lacune emerse durante l’interrogatorio hanno lasciato aperti molti interrogativi. La Commissione ha ribadito l’importanza di fare chiarezza, proseguendo con l’analisi dei documenti e delle testimonianze raccolte, per garantire giustizia alle vittime di uno dei più gravi scandali della storia recente italiana.