
La linea ferroviaria Faentina non ha mai avuto vita facile. La tratta completa, da Firenze a Faenza passando da San Piero a Sieve, fu inaugurata ufficialmente 23 aprile 1893. Le vicende belliche della seconda guerra mondiale infierirono profondamente sulla linea, prima con i bombardamenti alleati e poi con le distruzioni causate dai nazisti in ritirata. Ripristinata solo nel 1957, con l'esclusione di quasi tutta la tratta Borgo San Lorenzo - Firenze via Vaglia; i binari terminavano a San Piero a Sieve e sulla linea calò l'oblio. Maurizio Panconesi, appassionato di ferrovie, all'inizio degli anni '80 ebbe l'idea di andare a ritrovare il tracciato della vecchia linea, proprio nel tratto vaglia - Pratolino ed è qui che ha avuto la fortuna di ritrovare un cimelio di archeologia industriale ancora intatto. A seguire il suo racconto.
Maurizio Panconesi (residente a Cento, Ferrara) è autore di innumerevoli pubblicazioni in materia ferroviaria e di storia delle comunicazioni. E' un esperto di storia ferroviaria e autore di un libro che racconta uno dei più ambiziosi progetti infrastrutturali degli anni Venti e Trenta del Novecento, la Direttissima Bologna-Firenze.Quando in un autunno all'inizio degli Anni 80, ebbi l’idea di ripercorrere un tratto collinare della vecchia Ferrovia Firenze – Faenza ancora distrutta dopo il passaggio della guerra, prima di iniziare la ricognizione, mi rivolsi ad un bar di paese, colmo di anziani che giocavano a carte, per chiedere loro di indicarmi dove passasse un tempo la Ferrovia: ebbene, con loro grande meraviglia per l'inconsueta domanda, ma con ancor maggiore stupore da parte mia per la risposta, mi dissero all'unanimità ... che non lo sapevano!
Fattimi coraggio, ed ancor più stimolato nella ricerca, confidando nelle mie vecchie carte topografiche di fine 800 della Linea, mi allontanai dalla borgata di case dirigendomi verso un dolce pendio che declinava in una valle di grande bellezza e suggestione; mentre lo sguardo ammirava una visione tanto pittoresca, all'improvviso mi imbattei, a mezza costa, in alcuni poderosi muraglioni di mattoni rossi, senza alcune motivazione in quella località così solitaria e priva di abitati.
Disceso il pendio e fattomi più vicino, riconobbi i manufatti come tipici delle costruzioni ferroviarie di fine 800: avevo ritrovato il tracciato della vecchia Faentina!Dall'alto della collina, mentre discendevo, si facevano sempre più chiari i caratteri della scomparsa Ferrovia, apparendomi la sede ferroviaria, ormai invasa dalla vegetazione, alcuni archi di contrafforti per il sostegno dei muraglioni, ed un paio di piccoli ponti di strade campestri.
Proseguendo poi nella discesa in quel magnifico e soleggiato pomeriggio d'autunno, nel silenzio assoluto di una natura incontaminata, iniziò ad apparirmi prima il tetto e poi l'intero edificio che un tempo, era stato un casello!
Giunto su quella che era stata la massicciata presso il piccolo edificio ...non credetti ai miei occhi, parendomi quasi di sognare, di vivere un’esperienza meravigliosa, assolutamente incredibile in un'epoca in cui ormai non restava più nulla da "scoprire"!
A pochi metri davanti a me, presso quel vecchio casello, di lato a quella che era stata la sede ferroviaria, si ergeva ancora imponente un antico segnale a disco girevole, integro in tutti i suoi componenti, seppur "nobilitato" dal tempo con la sua patina di ruggine ...
Avvicinatomi, potei leggere ancora sulle lettere a rilievo del basamento: "Società Nazionale delle Officine di Savigliano - 1889"
Rimasi muto a contemplare ancora incredulo quello splendido cimelio che aveva superato due guerre e l'ultima, capillare distruzione della Linea operata in una lontana estate di tanti anni prima ...
Molte settimane dopo, nella Direzione del Compartimento di Firenze, indicai all'allora Direttore Compartimentale Ing. Salvadori dove si trovasse quello storico reperto... ed un anno più tardi, perfettamente restaurato dalle Officine di Firenze Porta a Prato, il vecchio segnale a disco poté essere collocato all'ingresso della Sala Disco Verde della Stazione di Firenze Santa Maria Novella, ... proprio all'inizio di quella bellissima Linea lungo la quale aveva "vissuto" per quasi un secolo e dove era stato casualmente ritrovato.