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La felicità in una coppia

Quali fattori entrano in gioco quando una coppia può dirsi felice?

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Felicità di coppia Felicità di coppia © Deposityphoto
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Le coppie cosiddette “riuscite” sono quelle che riescono a mantenere una equilibrata complementarità in relazione ai compiti di entrambi i partner e una condivisione bilanciata del potere all’interno della coppia stessa. Infatti, maggiore è lo squilibrio che si viene a determinare, più la coppia diventa disfunzionale, perché uno dei due membri finirà per esercitare tutto il potere, acquisendo così la leadership incontrastata della coppia, la sua dominanza. Se il potere non viene ben distribuito la coppia può soffrirne in maniera significativa e, come conseguenza di questa sofferenza, possono insorgere in uno dei due partner sintomatologie fisiche e/o sessuali.

La coppia, per sopravvivere agli eventi, ai cambiamenti e alle pressioni evolutive ha bisogno di adattabilità: ci deve essere equilibrio tra la struttura stabile della coppia e la sua capacità di flessibilizzarsi davanti ai cambiamenti della vita. I coniugi, impegnati nel lavoro e nella famiglia e dovendo rispondere alle richieste provenienti da entrambi le parti, per non soccombere come coppia, devono possedere una struttura ben salda, ma devono anche riuscire a far fronte alle potenziali crisi che possono insorgere con il trascorrere del tempo, agli eventuali eventi critici o inattesi che possono investire la coppia. Per tale motivo, la coppia necessita di coesione: le coppie “riuscite” sono in grado di trovare un equilibrio tra il sentirsi parte (della coppia, appunto), quindi uniti e vicini e la necessità di entrambi i partner di esprimere le differenze individuali, perciò mantenendo anche un’identità separata ben definita.

Le coppie disfunzionali sono quelle, ad esempio, in cui entrambi i partner lavorano intensamente e non riescono mai a ritagliarsi del tempo da trascorrere insieme in quanto coppia, oppure quelle che, quando i due partner si ritrovano, il loro tempo si consuma non nel piacere dello stare insieme, ma soltanto ma nell’assolvimento dei doveri familiari; quasi come se la loro vita fosse un viaggio, e loro treni, che scorrono su binari paralleli che non s’incontrano mai. La comunicazione in una coppia deve essere particolarmente curata; affinché sia efficace occorre imparare a distinguere tra il conflitto, i bisogni e i valori. I partner dovrebbero riuscire a confrontarsi in modo da prevenire eventuali conflitti, ad ascoltarsi empaticamente e a inviare messaggi diretti che possano ottenere l’attenzione non prevenuta dell’altro, dovrebbero anche riuscire a esprimere in maniera chiara e sincera le loro emozioni: ogni coppia deve trovare una modalità comune e accettabile per l’espressione di sensazioni e sentimenti.  

Saper chiedere all’altro significa sia conoscenza di sé sia capacità di affermarsi.  Comunicare i propri bisogni in anticipo in modo assertivo, invece che passivo, aggressivo o manipolatorio, è segno di maturità emotiva e di rispetto, per se stessi e per l’altro. Essere abili in queste competenze migliora, dunque, la propria relazione di coppia. Spesso ci si abitua a nascondere le proprie emozioni e di conseguenza a non comunicarle, a volte per motivi di natura familiare, (l’educazione e le primissime esperienze di vita), a volte per valori culturali e sociali (basti pensare a come tutt’oggi sia denigrato l’uomo che mostra apertamente la sua tristezza o il suo dolore piangendo).

In una relazione a due se le percezioni sono diverse, così come i punti di vista, è facile che insorga un conflitto. Per saper gestire il conflitto in modo funzionale, in modo che non esploda, dobbiamo riuscire a condividere con il partner il nostro punto di vista in modo assertivo ma rispettoso del punto di vista dell’altro.

La coppia, quindi, può rivelarsi salda e ben strutturata oppure fragile, a rischio di perdersi, in cui i partner stanno insieme ma sono lontani, distaccati, a causa di una molteplicità di fattori, ad esempio, il distacco emotivo, oppure quello sessuale. 

La crisi in una coppia non va necessariamente considerata un evento catastrofico, che mette a repentaglio la durata stessa della coppia, anzi, si tratta di un momento evolutivo che apre, sì, alla confusione, al disordine, alla perdita momentanea dei ruoli, ma che apre anche all’assunzione di nuovi comportamenti, alla ricerca di un nuovo equilibrio e di una nuova maturazione. È, quindi, possibile uscire dalla crisi più forti di prima e più consapevoli di cosa significhi essere “coppia”.

Barbara calcinai Psicologa-Psicoterapeuta

Per informazioni sulle attività de Lo Schicco di Grano APS di cui sono Presidente e con cui organizzo gruppi in relazione alle tematiche relazionali, scrivere una mail a: [email protected] 

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