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Fermati a Genova presunti autori di raggiri agli anziani. Il caso violento dell'estate in via Nardi a Firenze

Due indagati arrestati dai Carabinieri. Ecco le tecniche con cui raggiravano gli anziani.

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Il materiale sequestrato ai due indagati Il materiale sequestrato ai due indagati © Carabinieri
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ieri mattina al termine di una complessa attività investigativa, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP Ponticelli di Firenze, su richiesta del PM Von Borries della locale Procura della Repubblica.

Le indagini condotte in maniera serrata fra giugno e luglio scorsi hanno consentito di identificare due torinesi, un 49enne edun 28enne, già noti alle forze dell’ordine, quali responsabili di una rapina aggravata in un abitazione di Firenze ai danni di una 85enne, residente in un condominio di via Nardi, in zona Campo di Marte.

Fulminei e ben pianificati i colpi messi a segno dal due ricostruito a seguito delle indagini, nel corso delle quali sono stati dettagliatamente ricostruite le abitudini, i movimenti e il modus operandi dei due raccogliendo gravissimi indizi di colpevolezza a loro carico..

Durante ll'attività investigativa è emerso che gli indagati, la mattina del 14 giugno scorso sarebbero arrivati a Scandicci con un furgone nel parcheggio dell’Ospedale San Giovanni di Dio dove, approfittando dell’affollamento, avrebbero scaricato dal retro del veicolo un motociclo di grossa cilindrata in sella al quale si sarebbero poi dedicati alla ricerca di potenziali vittime per le vie di Firenze che dovevano necessariamente essere anziane, sole ed indifese.

La loro ricerca sarebbe risulta fruttuosa quando intorno alle 10 di mattina circa, avrebbero intravisto la propria vittima intenta a rincasare a piedi sola in via Mannelli con delle buste della spesa.
Seguitala discretamente fin sotto casa della donna i due si sarebbero poi introdotti nel condominio un attimo prima che il portone venisse chiuso continuando a seguirla la donna per le scale fino alla porta del suo appartamento al quarto piano, dove uno dei due si sarebbe qualificato come un incaricato del servizio idrico che era lì per eseguire una verifica in seguito ad un segnalato presunto malfunzionamento.

Manifestata alla donna la necessità di entrare in casa per controllare i rubinetti, il primo dei due dopo aver avvertito il complice di essere riuscito ad entrare in casa dell'anziana , mentre la donna ignara del raggiro veniva invitata a restare nei pressi di un rubinetto in cucina, sarebbe entrato in casa il secondo complice che vestito da agente della polizia locale, le avrebbe esibito anche un distintivo da poliziotto con lo stemma della Repubblica Italiana.

Secondo quanto emerso, proprio la vista dell’uniforme e del distintivo avrebbe indotto la signora a tranquillizzarsi assecondando così le pressanti richieste formulate dai due nella certezza che la presenza della polizia locale avrebbe fatto desistere dai propri intenti eventuali malintenzionati.

Il finto agente di polizia locale avrebbe poi esortato la donna a verificare se i propri preziosi fossero tutti in casa comunicandogli eventuali mancanze. Dinanzi al susseguirsi di richieste nervose e pressanti perp l’anziana signora nel frattempo si è insospettita e avrebbe iniziato ad urlare e a chiedere aiuto ai condomini. I due indagati per procurarsi la fuga l’avrebbero poi violentemente strattonata spingendola all’interno della cucina e bloccando la porta per poi lì richiuderla per poi dileguarsi dall’appartamento con i preziosi del valore stimato in 60.000 euro circa in sella al motociclo lasciato in strada.

Con scooter infine, poi risultato dotato di targhe contraffatte, sarebbero poi rientrati al parcheggio dell'ospedale da  dopo poi dopo aver caricato il mezzo nel retro del furgone sarebbero fuggiti con refurtiva, depistando di fatto le ricerche in atto delle Forze di Polizia allertate al 112.

Gli indagati nel corso di una perquisizione personale e veicolare sono stati sorpresi in possesso di vari arnesi da scasso, di una pettorina, di un lampeggiante e un distintivo della polizia locale, nonché di numerose ricetrasmittenti utilizzate per tenersi in contatto radio costante tra di loro mentre avrebbero messo a segno i colpi.
Sono stati infine localizzati e arrestati a Genova e condotti presso la casa circondariale di Marassi.
Il procedimento penale nei loro confronti è tuttora pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità sarà vagliata nel corso del successivo processo.

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