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Cavina, Paci e "Peroncino", da San Godenzo a Roma un nuovo artista: l'intervista

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Peroncino Peroncino © Peroncino
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"E' brutto dire paese...meglio dire bario"
"No, a me piace il paese!"
E' tutta qui, in questo piccolo scambio di una lunga chiacchierata la differenza, e la similitudine, tra Simone Cavina, in arte Monkey MCXXIX, e Matteo Paci.
Simone, metà romano, metà sangodenzino, ha fatto della borgata romana lo scenario principe del suo rap. Matteo, fiorentino "di paese", dalla Toscana trae l'ispirazione per la sua attività di regista e produttore. 
Insieme, hanno unito le forze nel progetto Peroncino. Un brano, un collettivo che intende promuovere l'arte in tutte le sue forme, ma soprattutto un filo conduttore che lega a maglie strette Roma e Firenze.
Peroncino, scritto e cantato da Simone, parla di un clochard, della periferia, di amore, di libertà. "Un uomo che ha perso la partita con il cuore, un lavoro, la casa" racconta Simone. "Parla di riscatto".
Una canzone figlia di questi tempi, della voglia di tornare ad assaporare le serate in compagnia.
Le stesse dove è nata l'amicizia e la collaborazione tra Simone e Matteo. Stessa energia, tante, tantissime idee, e soprattutto la voglia di farsi largo in un mondo che non è certo noto per fare sconti. 
"La difficoltà di oggi? Arrivare ad avere un buon prodotto perchè la musica non è più solo espressione, ma anche produzione" denuncia Simone. Non tutti hanno le stesse opportunità e il solo talento non basta. Per farlo sbocciare, serve che qualcosa cambi ai piani alti della musica.
Di diverso avviso Matteo: "Credo che sia un percorso più o meno lungo, con variabili incalcolabili. A livello artistico si può esprimere un concetto anche senza mezzi se si dice qualcosa di interessante. Contano le idee". Crederci, insistere, e avere un buon prodotto tra le mani. "Lavoro tutti i giorni per questo, so che volevo entrare in questo mondo da quando ho 10 anni"
Da punti di vista diversi il terreno comune: il bisogno di creare per gli artisti indipendenti sino ad ora rimasti nell'ombra palcoscenici e opportunità che possano mettere in risalto il loro talento.
Il grando progetto su cui Matteo e Simone stanno lavorando è un collettivo di artisti che, da Roma alla Toscana, possa riportare l'arte al centro del mondo della musica, in un mondo dove troppo spesso la logica sovrana è quella politica. "Quello che stiamo cercando di fare a Firenze, così come Simone a Roma nei teatri, è dare uno spazio per parlare, potersi esibire, dire cosa pensano della musica, della scena odierna" dice Matteo. 
Un'arte per tutti, un'arte di tutti. Dalle strade, ai teatri, alle piattaforme e agli studi discografici...oggi spesso troppo "borghesi", un domani chissà, pronti a diventare un luogo dove tutti i tipi di musica e arte, e soprattutto opportunità possano convivere e dove il talento possa sostenersi e trovare il proprio trampolino di lancio.

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