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Il debutto di "Firenze Democratica” nel Salone dei Duecento

Sono pietre le parole di Massimiliano Piccioli.

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Massimiliano Piccioli Massimiliano Piccioli © Facebook
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“A nome del nuovo gruppo “Firenze Democratica” che si è costituito a fine anno in Comune e nei Quartieri, svolgo questa comunicazione – ha detto il consigliere Massimiliano Piccioli anche a nome di Leonardo Calistri e Stefano Di Puccio – per porgere il nostro saluto al Consiglio comunale e per augurare a tutta l’amministrazione una ripresa dei lavori che possa vederci impegnati reciprocamente fino a fine mandato nell’ascolto, nel rispetto e nel dialogo per il bene di Firenze e della pluralità di voci che rappresentiamo.
Pluralità, apertura, ascolto e trasparenza che sono mancati da tempo nel Partito Democratico di Firenze, dentro al quale non ci riconoscevamo più e non trovavano più casa le nostre elettrici ed elettori, ovvero tanti cittadini e cittadine di Firenze.

Al loro servizio continueremo ad essere, convinti che la buona politica sia quella che si mette in loro ascolto con progetti concreti, e non la politica che ragiona esclusivamente per dinamiche di potere interne ad un partito che doveva essere democratico, ma è divenuto sempre più personalistico, del sindaco, con segretari al suo servizio (e pure suoi dipendenti).

Penso si debba tutti riflettere su quanto l’aumento dei poteri dei sindaci abbia portato a schiacciare la politica, il partito di governo e anche il Consiglio comunale sulla figura del sindaco, specie laddove il sindaco usi tale posizione per chiudere intorno a sé, in città, il partito locale, accentrando tutto il potere decisionale nelle sue mani in sfregio agli iscritti, che si sono recentemente pure visti e pure negare la richiesta di convocazione dei circoli nel percorso verso le elezioni del 2024. E dopo due mandati consecutivi (solo La Pira e Domenici avevano fatto due mandati consecutivi), questa situazione di identificazione del partito nel sindaco la si avverte in modo molto pesante, tanto è vero che è partita da qui, dal sindaco Nardella, la proposta di un terzo mandato dei sindaci, pur di restare a comandare Firenze. Proposta poi non accolta dal Parlamento.

È stato un mandato faticoso, non solo per la tragedia della pandemia, ma proprio anche per le dinamiche interne al Partito Democratico locale che si sono riverberate sull’amministrazione. Come non dovrebbe essere. Sono rimasti solo 3 assessori della giunta iniziale (compresa la sostituzione lampo di Del Panta con Bettini perché mancava una donna per la parità di genere), tra chi è stato promosso - perché utile in altre posizioni alla corrente del sindaco - e tra chi invece è stato allontanato dall’oggi al domani perché non utile alla costruzione della sua corrente (come scritto dal sindaco stesso anche in comunicati stampa ufficiali).
A rimetterci però sono i cittadini di Firenze, oltreché la salute democratica della città.
Continueremo
– ha concluso Piccioli – a garantire l’appoggio alla maggioranza, ma con l’autonomia di un nuovo gruppo.

Abbiamo volontà e desiderio di costruire questo nuovo progetto civico e democratico per Firenze, insieme a Cecilia Del Re e a chiunque vorrà partecipare.
Grazie ai colleghi del Partito Democratico con cui abbiamo svolto fino ad ora il nostro mandato, e grazie ai colleghi dell’opposizione per la collaborazione già avviata e che ci auguriamo possa proseguire in questo mandato e nel percorso verso il prossimo mandato. Parliamo e dialoghiamo con tutti, guardando ai temi, senza veti e senza paura di confrontarsi con le altre forze politiche del centrosinistra presenti in città e con i cittadini di Firenze e dell’area metropolitana.
Buon 2024, e buon lavoro a tutte e tutti noi”.

 

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