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La Cgil condanna i manifesti contro la pillola abortiva. Il dibattito è aperto

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Pillola Pillola © Pexels
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Questa la nota che arriva in redazione dalla Cgil: Un evento tragico e irrispettoso, che provoca sdegno e che ci costringe a denunciare un atto scandaloso e privo di qualsiasi fondamento. Da alcune settimane stanno circolando o si trovano affissi nelle nostre città, Firenze compresa, degli enormi manifesti prodotti dalla “Associazione pro vita e famiglia” che, con l'immagine di una donna a terra, morta o svenuta, e con accanto una mela con le evidenti tracce di un morso, ci chiedono “Prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486 - mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio che ha in grembo”.

Una campagna che provoca sdegno ma anche rabbia. Siamo abituate da tempo ad atteggiamenti che trattano i corpi delle donne come una proprietà collettiva e dei quali se ne può fare qualsiasi uso, compreso il vergognoso calendario Codacons 2021, con 12 donne nude con la mascherina dell'Italia nei posti più impensati, e anche ai frequenti contrasti all'applicazione della 194, la legge dello Stato più ostacolata e manipolata, quindi, niente di nuovo, ahinoi.

Stavolta si tratta di rispetto, e di senso di responsabilità.

Ci sono almeno 2 ragioni serie per chiederne l'immediata rimozione: la prima è l'infondato terrorismo, dato che la pillola RU486 è un farmaco abortivo ritenuto tra i più sicuri metodi di interruzione, come da parere del Consiglio superiore di sanità (siamo ancora il Paese di cui 10 mila donne all'anno rischiano la vita, quelle si, per aborti illegali), la seconda è che definire veleno un farmaco introdotto ufficialmente in Italia dal 2009 prevederebbe una denuncia da parte dell'AIFA per travisate informazioni scientifiche (così come già richiesto dall'UDI), proprio in questo delicato momento storico, in cui servirebbe infondere fiducia e speranza nella ricerca scientifica e farmacologica per la cura di un virus e la tutela della salute delle persone.

Davvero non comprendiamo l'ostinazione al contrasto alla libertà di scelta prevista dalla Legge, anche se conosciamo bene le ragioni che muovono queste ignobili e vergognose campagne: sui corpi e sulle scelte delle donne comanda il potere maschile, quel patriarcato vecchio e nuovo che vorrebbe limitare autonomia e indipendenza. Ci dispiace per voi, ma le donne sanno essere generose e libere, anche di non scegliere il Principe....... vista la vostra evidente analogia con Biancaneve.

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