OK!Valdisieve

Firenze, la bella storia di Giorgio e mamma Tornie: 15enne con autismo diventa pittore e 500 persone vanno alla sua mostra

Una storia spesso difficile che è culminata lo scorso febbraio con la mostra "Unico e inimitabile Giorgio", svoltasi a Sesto Fiorentino, con oltre 100 persone

  • 26
Mostra Mostra © Galli & Torrini
Font +:
Stampa Commenta

E' una bella storia quella di Giorgio, un ragazzino di 15 anni a cui è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico, e di sua madre Tomie. Una storia spesso difficile che è culminata lo scorso febbraio con la mostra "Unico e inimitabile Giorgio", svoltasi a Sesto Fiorentino, e che ha raccolto oltre cinquecento persone. Una storia che sembra uscita dalle pagine di Charles Dickens, una di quelle che lascia con le lacrime agli occhi, la voce graffiata dal pianto ma con il sorriso. 

Questa storia inizia nel Duemila. Tomie arriva a Firenze dal Giappone, insieme al marito. Dopo molti anni felici, nel 2022 i loro percorsi di vita prendono direzioni diverse. La donna si trova, improvvisamente, in gravi difficoltà economiche: deve badare a Giorgio ma allo stesso tempo non riesce neanche più a pagare l'affitto di casa. Un momento di profonda disperazione. Ma poi Tomie, grazie ai servizi sociali del Comune di Firenze, entra in un programma per l'abitare temporaneo sperimentale, gestito dall'associazione Auser Laboratorio Casa APS e le cose da quel momento cambiano radicalmente.

Giorgio è autistico e iperattivo -  ha raccontato la madre Tomie - ed ha una grande passione per la pittura. Quando ha finito il liceo artistico, a Sesto Fiorentino, ci siamo trovati in grosse difficoltà economiche. Ricordo che con gli ultimi soldi gli ho comprato pennelli e colori acrilici: venti euro in tutto. Lui ha iniziato ad esprimersi creando un quadro dopo l’altro. Era felice, ma la nostra situazione era critica”. 

Nel mentre, Auser Laboratorio Casa APS riesce a trovare un alloggio temporaneo per madre e figlio, accogliendoli nell'ambito di un progetto di housing sociale, sperimentato all'interno del network Urban Housing Coop Net, che ha l'obiettivo di accompagnarli verso l'autonomia abitativa e di vita, trovando loro una casa stabile e integrandoli all'interno del contesto sociale di prossimità. "Il network Urban Housing Coop.net  - dice Tancredi Attinà, amministratore delegato di Abitare Toscana -  nasce proprio dalla consapevolezza dei soggetti promotori, Auser Laboratorio Casa e le coop Sociolab, G. Di Vittorio e COOB, che non è possibile prendersi cura delle città, rigenerandole, se prima non costruiamo delle comunità coese che abitano le città e se ne prendono cura, attraverso un sistema di rapporti solidali e collaborativi tra abitanti, e tra questi e gli spazi ed i servizi urbani e di prossimità Il nostro progetto complessivo vuole creare una strettissima connessione tra le varie forme di abitare contemporaneo e polifunzionale con elementi cardine per il benessere urbano: la qualità del verde e la sostenibilità ambientale, la creazione di servizi di comunità, comprese forme evolute di welfare culturale”.

E' proprio la cultura a segnare la rinascita di Giorgio e di sua madre. "Quando l’educatore di mio figlio è venuto a trovarci a casa per la prima volta – ricorda Tomie - non sapevamo quasi dove sederci. C’erano quadri ovunque, dal divano alle sedie di cucina. Lui li ha guardati e ci ha detto che dovevamo assolutamente organizzare una mostra”. 

"Fin dalla prima volta che sono andato a trovarli - aggiunge Luca Dreoni, l’educatore di Auser Laboratorio Casa, che ha seguito Giorgio - mi sono accorto di quelle spiccate attitudini artistiche. Aiutarli ad organizzare una mostra che ha visto la partecipazione di 500 persone e accompagnarli in un percorso di rinascita ci ha ricordato, ancora una volta, il senso profondo del  nostro  lavoro”. Così, grazie al supporto di Auser. l’esposizione è allestita nei locali della parrocchia di San Martino, a Sesto Fiorentino, nel febbraio del 2024. 

Giorgio compone quadri dalle forme tridimensionali e molto colorati: con questa mostra ha invitato tutti quanti ad entrare nel suo mondo. – dice la madre Tomie - L’arte è una porta mediante la quale riesce a comunicare tutto quello che ha dentro. Le sue sono opere tattili, si possono guardare e toccare, perché gli stimoli sensoriali sono tanti. Moltissime persone hanno comprato i suoi lavori”. 

Proprio mentre la mostra è ancora in corso di svolgimento, arriva una bella notizia che dà un lieto fine a questa storia ma ne apre un'altra, per Giorgio e sua madre, ancora tutta da scrivere. Auser Laboratorio Casa APS e il servizio sociale professionale del Comune di Firenze hanno, infatti, trovato un alloggio fisso per Tomie e Giorgio, una casa popolare non lontana dal Nuovo Pignone.

Queste forme di residenza temporanea sono concepite per generare un passaggio da un social housing tradizionale, rivolto solo alla residenza stabile, ad uno che sperimenta più funzioni abitative in grado di affrontare con maggior dinamicità e plasticità i vari bisogni connessi alla gravissima crisi alloggiativa che stiamo vivendo. - commenta Gabriele Danesi, presidente di Auser Laboratorio Casa -Tutto questo sfruttando un elemento di forza formidabile reso possibile dai servizi di residenza sociale diffusa, ossia le relazioni positive, normalizzanti con il contesto di vicinato. Tomie e Giorgio non sono stati inseriti solo in una casa, ma hanno ricevuto supporto psicologico, ascolto, la possibilità di realizzare anche sogni più o meno grandi, di riscoprire la bellezza del rapporto con l'altro. Il cerchio si è chiuso con la ricerca di un’abitazione di edilizia pubblica, per portarli gradualmente verso un ritorno all’autonomia. È un processo complesso, faticoso, ma che tende a produrre un’inclusione autentica”.

Una storia tra madre e figlio, bella e commovente, che ricorda quasi "La ricerca della felicità" di Gabriele Muccino, film anch'esso tratto da una storia vera. Sicuramente la storia di Giorgio e Tomie non potrà essere raccontata da Charles Dickens, per ragioni anagrafiche, ma è sicuramente una storia in attesa di una penna o di una macchina da presa coraggiosa, capace di farla conoscere nella sua più straordinaria semplicità. Chissà, forse un giorno quella penna o quella macchina da presa potrebbero essere mosse proprio dalla mano di Giorgio. Nel mentre, questo giornale, dalle sue pagine, è contento e soddisfatto di averla potuta raccogliere e pubblicare, sperando di aver regalato un piccolo grande messaggio di speranza ai suoi lettori.

Lascia un commento
stai rispondendo a