
L'11 agosto è stato il giorno della liberazione della città dal regime nazifascista. Il 15 agosto 1944, appena tre giorni dopo l'insediamento in Palazzo Vecchio della Giunta espressa dal Comitato Toscano di Liberazione, la Comunità ebraica fiorentina inviò due lettere al sindaco Pieraccini: la prima conteneva la richiesta di cancellazione dai certificati dell'anagrafe del timbro "razza ebraica"; nella seconda si chiedeva che venisse conservato l’archivio dell’Ufficio Razza, aggregato all’Ufficio di Stato Civile del Comune, per valutare il comportamento degli ex impiegati e ricostruire l'anagrafe della Comunità ebraica, visto che gli elenchi presenti nella Comunità stessa erano stati distrutti nel corso delle persecuzioni razziali.
Le due ordinanze emesse il giorno successivo, 16 agosto, e vergate a mano dall’Amministrazione comunale (le prime della Giunta guidata da Gaetano Pieraccini) costituiscono la precisa risposta a queste richieste: l’immediata cessazione di qualsiasi annotazione razziale nelle attestazioni anagrafiche e, contemporaneamente, la collocazione dell’archivio razziale in un apposito armadio sigillato.
I beni mobili che erano stati sequestrati furono riuniti in deposito presso il Saloncino Goldoni, per cercare di restituire quelli di proprietà ebraica.
A ottobre la Comunità Israelitica di Firenze ringraziò il Sindaco Pieraccini per la sua partecipazione alla cerimonia simbolica svoltasi al Tempio Israelitico.
Le Ordinanze sono conservate presso l'Archivio Storico del Comune di Firenze.