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Nasce a Firenze il diario popolare per tenere vivi i ricordi

Racconti, ricordi, video e fotografie per custodire la memoria della città. Al via la call per raccogliere testimonianze volte a ricostruire un affresco della città e della regione.

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Arriva il diario popolare Arriva il diario popolare © Met
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Interviste, ricordi e documenti per un museo della memoria: nasce il Diario Popolare, un grande progetto partecipato a cui tutti i cittadini possono accedere e contribuire per ricostruire e conservare insieme le storie personali e collettive. Da un’idea dell’associazione culturale fund4Art, il progetto vede il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Assessorato alla Memoria e la collaborazione di MAD – Murate Art District, Progetto RIVA.

La nascita de “Il Diario Popolare” si pone la finalità di raccogliere le testimonianze di piccole e grandi storie, ricordi e aneddoti, per costruire pezzi importanti della storia popolare della città. Per farlo saranno con il team alcuni volti dell’arte e dello spettacolo di Firenze, testimonial del progetto l’attrice Gaia Nanni.

La chiamata è aperta a tutti gli abitanti dell’area fiorentina e in seguito di tutta la Regione toscana, e non avrà termine, parteciperanno associazioni e scuole, chiunque possa essere capace di raccontare storie non solo del passato, ma anche del presente della città. Il progetto ha già identificato dei temi centrali, dai quali possono partire e tornare le parole e le sensazioni: l’Arno, le feste popolari, la vita nelle piazze, il giardino di Boboli, le ricette tipiche, il cinema e la musica, per citarne alcuni.

I cittadini potranno contribuire con video propri, foto, oppure scritti che riguardano i propri ricordi (da inviare all’indirizzo mail [email protected] tramite il Messanger della pagina facebook del progetto: tutto sarà inserito in digitale creando un archivio sul sito www.ildiariopopolare.it e promosso tramite le pagine social, grazie al lavoro di professionisti come operatori culturali, videomaker e scrittori.

Dalle partitelle in piazza Indipendenza alla casetta in cima alla collina di Boboli, dalla nascita del mitico cocktail Negroni al rito della rificolona che accompagna grandi e piccini, il Diario è già tra di noi: non resta che fissare le parole, gli odori e l’orgoglio di Firenze e della Toscana, su una piattaforma aperta a tutti, per non lasciare che nulla vada perso, per accompagnare la potenza dell’oralità, la storia tramandata dai nonni ai genitori e poi ancora ai figli di domani.

“Raccontare e raccontarsi partendo dalla straordinaria concretezza della e delle vite "normali" e da un territorio che è la casa per tutti coloro che vi sono nati o hanno deciso di viverci. È l'aspetto più bello del far memoria e lasciare tracce vive del tempo che scorre inesorabile nel susseguirsi di accadimenti e persone che hanno sempre qualcosa da raccontare. – dice Alessandro Martini, assessore alla Cultura della memoria - Bello questo progetto a cui auguro di svilupparsi nelle sue diverse articolazioni e con la passione umana e civica di coloro che lo hanno ideato e lo stanno proponendo a tutti noi”.

“Il diario popolare è uno straordinario progetto collettivo - dichiara Valentina Gensini, direttore artistico MAD Murate Art District - nato spontaneamente da un’associazione che raccoglie il contributo di artisti, fotografi, videomaker, storici dell’arte, si apre a tutta la cittadinanza con la portata di una grande piattaforma partecipativa in cui non solo tutta la cittadinanza potrà riconoscersi, ma a cui tutti potremo contribuire con contenuti auto-prodotti o anche semplicemente consultando e scaricando materiale. La memoria del presente che incontra quella del passato è un grande tema contemporaneo, che investe il senso di una Comunità locale e internazionale che si ritrova con l’orgoglio ed il senso di appartenenza ad una città icona nel mondo. MAD accoglie e sostiene il progetto come un segno importante della cultura e del tempo presente della nostra città, con una singolare sinergia con il Progetto RIVA, che da anni compie un'indagine inedita sul fiume Arno”.

“Tramandare la fiorentinità attraverso la memoria di ognuno di noi: questo progetto ha il merito di raggiungere questo obiettivo. – prosegue Mirco Rufilli, consigliere delegato alla promozione e alla valorizzazione della fiorentinità - Giovani, anziani, lavoratori, mamme, bambini, ognuno con il suo racconto può porre l’accento su un aspetto particolare della nostra città, una storia, un luogo, una manifestazione, e tutto contribuisce a costruire una fotografia di Firenze nel suo straordinario complesso. Ho partecipato volentieri al progetto con il mio racconto, incentrato sulla mia infanzia nel rione di Santo Spirito: tramandare vuol dire anche impegnarsi in prima persona al mantenimento e alla narrazione della nostra storia e questo è un modo efficace e innovativo per farlo”.

“L’ambizione è quella di porre la prima pietra per una collezione aperta, un archivio popolare, che domani possa diventare un vero e proprio museo dell’immateriale. - dice Francesca Merz, presidente di fund4art - Per patrimonio immateriale si vuole intendere tutto ciò che riguarda la storia sociale, antropologica e artistica di una comunità, che riguarda ogni aspetto della vita sociale: cibo, musica, arte, sport, racconti tramandati oralmente. L’idea è nata dall’incontro di amici, nelle sere d’estate, dalle loro risate e il racconto delle proprie vite, così vicine così distanti nello spazio e nel tempo di una società che muta a velocità notevole. La memoria è un’operazione assolutamente necessaria per le comunità, sia per quelle non ancora totalmente inghiottite dal consumismo e dalla globalizzazione, sia per quelle che invece vivono una crisi identitaria, sfociando sovente in fenomeni di razzismo e chiusura. Conoscere e riconoscersi in un’identità e in una storia comunitaria permette di guardarsi allo specchio, apprezzare e rispettare i propri tratti, come di riconoscere gli altri e le differenze, di accettarle e comprenderle in maniera profonda e costruttiva, riconoscendo anche le radici comuni, fatte spesso di usi e costumi quotidiani, sonorità, ricordi”, conclude.

“Sono da sempre fortemente interessata alle storie degli altri
– conclude l’attrice Gaia Nanni - ed oltre a metterle in scena, ho ritenuto davvero vitale dare il mio contributo per la realizzazione di un archivio di memoria presente, bussola in questi tempi moderni e bui”.

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