Ripartenza sì ma con regole certe. Riuscire a far lavorare la propria attività dopo la chiusura dovuta al coronavirus non è facile. Lo sanno bene i commercianti dei centri storici che, senza turisti, non riescono a fare neanche un decimo del fatturato per cui ora dovranno pagare le tasse.
Firenze come tante città ha lasciato, nel tempo, che il centro si privasse dei suoi naturali abitanti, i fiorentini, e che il loro posto fosse preso dai turisti. Certo è bello vedere le “code” per visitare Santa Maria del Fiore fatte da fiorentini che ormai da anni non frequentavano più i loro luoghi, ma il problema resta per i commercianti, bar e ristoranti che non hanno più lo stesso giro di affari.
Di tutto questo ne abbiamo parlato con uno storico esercente del centro della città, Fiorenzo Smalzi, che oggi nel suo bar, proprio sotto la cupola del duomo, vede passare davvero poca gente.
“Il problema - dice Smalzi - sono le regole che cambiano in continuazione. Non sappiamo bene cosa dobbiamo o possiamo fare per esempio riguardo agli spazi esterni e alla relativa tassa del suolo pubblico. Governo, Regioni, Comuni non danno regole precise.a cui attenersi per ripartire.”
Poi c’è il problema degli affitti. Alcuni, come Smalzi, hanno trovato proprietà che sono andate incontro con un abbassamento del canone ma altri no e infatti in centro già si vedono cartelli di chiusura. Il pericolo speculazioni è in agguato e servirebbero controlli e normative precise per impedire che i nostri centri storici finiscano per diventare delle Disneyland più di quello che già sono.
“So che è dura - dice ancora Smalzi rivolgendosi ai baristi del centro - ma dobbiamo capire che la nostra clientela è italiana al momento, soprattutto fiorentina, e non io posso far pagare un caffè servito al tavolo ai prezzi di prima. È necessario adeguarsi al momento mentre attendiamo di vedere cosa accadrà”.
La situazione è difficile specialmente per chi ha dipendenti per i quali ha dovuto anticipare la cassa integrazione. Sempre Smalzi, suggerisce di fare bene i conti e invita i commercianti a non abbattersi, a non pensare che sia finita, ma di pagare ciò che è possibile ora, di dilazionare e di guardare al bene proprio e della proprio famiglia.
Di tutto questo e di altre cose abbiamo parlato nell’intervista con Fiorenzo Smalzi che vi invitiamo a seguire.