Firenze al buio? © Maria Luisa Sabatini
La notizia forte è arrivata nel corso di un'intervista rilasciata a Radio Bruno. Il primo cittadino Dario Nardella legge i conti e vede il rosso profondo. Preoccupatissimo per il bilancio vuoto senza i proventi della tassa di soggiorno si lascia andare dichiarando che, “sto valutando addirittura l'ipotesi di non accendere l'illuminazione pubblica perché́ incide per diversi milioni di euro”.
Una provocazione? Un messaggio non troppo velato al Primo Ministro Conte? “Firenze ha 200 milioni di euro di deficit ed altre città ce l'hanno ancora più̀ alto. Sono tutte mancate entrate. Noi non ce la sentiamo di far pagare il canone del suolo pubblico e la tassa dei rifiuti a chi è rimasto chiuso. Abbiamo però bisogno di essere aiutati dal governo. Firenze ha tutta la forza e l'orgoglio per rinascere ma se il governo non ci dà gli strumenti diventa difficile”, ha aggiunto il sindaco.
Ma le opposizioni e tanti fiorentini non ci stanno. Perchè devono pagare loro le conseguenze della minaccia del sindaco che preferisce invece staccare la luce e i servizi ai cittadini?
La sparata ha fatto scattare l’opposizione. “Il provvedimento aumenterebbe i rischi per la cittadinanza, agevolando la microcriminalità organizzata e l'insicurezza per i fiorentini”, ha dichiarato Alessandro Draghi, capogruppo di Fratelli d’Italia. “Infatti una regione e una città che non fosse governata da sempre dal centro sinistra non avrebbe così tanti problemi legati alla sicurezza, e di questo l’intero Partito Democratico deve farsene una ragione, avendo da sempre sottovalutato questo aspetto”, aggiunge.
“Inoltre - aggiunge Guido Cabrele, consigliere di Fratelli d’Italia al Q3 - il 78% degli investimenti previsti nel bilancio comunale è destinato alle tramvie (300 milioni solo per la linea verso Bagno a Ripoli). In una città come Firenze, economicamente devastata dalla crisi, forse, conviene rivedere alcune priorità”.
Sulla stessa linea rinacara la dose Federico Bussolin, capogruppo Lega a Palazzo Vecchio, "un “buco” da 200 milioni ha un nome ed un cognome, una cattiva gestione della spesa pubblica e degli investimenti, e questa fa capo a Nardella non ad altri. Anziché spegnere le luci a danno dei cittadini, incominciamo a tagliare le spese improduttive". Che sono tante.
Ma al di là della provocazione di lasciare Firenze al buio i conti non tornano secondo il capogruppo di Forza Italia e coordinatore cittadino del partito Jacopo Cellai. “C’è qualcosa che non ci torna sul bilancio di Palazzo Vecchio.
Oggi il Sindaco di Firenze parla di un deficit di 200 milioni, lo scorso 30 marzo nel corso del primo consiglio comunale telematico stimava una forbice tra i 110 e i 135 milioni. Il Sindaco ha ripetutamente parlato di 25 milioni al mese di spesa per gli stipendi per i dipendenti comunali, ma a bilancio abbiamo messo 161 milioni da redditi da lavoro che corrispondono ad una spesa mensile nettamente inferiore. All’approvazione del bilancio preventivo 2020, lo scorso dicembre, Nardella lodava la solidità del bilancio comunale evidenziando i livelli altissimi degli investimenti messi in campo e durante l’emergenza ha parlato di un bilancio comunque solido pur nelle gravi difficoltà.
Comprendiamo bene il peso delle entrate di varia natura saltate da marzo ad oggi, ma le cifre non ci tornano.
Come si arriva ai 200 milioni di deficit? Il Sindaco venga in Consiglio Comunale a spiegare nel dettaglio la situazione del bilancio. Sono settimane che chiediamo chiarezza in merito all’avanzo di amministrazione disponibile usato da moltissimi Comuni italiani per vari milioni per finanziare interventi in favore di imprese e famiglie.


