Forteto. Verso l’inchiesta parlamentare? Ecco tutti i dettagli e i passaggi © n.c.
Il disegno di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto, presentato dalla senatrice Laura Bottici (M5S) il 9 ottobre 2015, e co-firmato da varie forze politiche (l’ultimo nome aggiunto è del senatore forzista Paolo Romani, nel novembre scorso) fa un passo avanti. La seconda commissione permanente di giustizia, infatti, ha dato il via libera alla richiesta. E ora la relatrice Rosaria Capacchione (Pd) riferirà all’assembla di Palazzo Madama riguardo l’esito favorevole della discussione interna. In altre parole, il Senato – a meno di inattesi dietrofront – autorizzerà un’inchiesta parlamentare. Ma nulla va dato per scontato. «Non arretrerò di un millimetro finché verità e giustizia non verranno alla luce», fa sapere infatti la Bottici. Quel disegno di legge, che ha subito leggere modifiche normative, si articolava in alcuni punti essenziali. Questi: 1) «Accertamento dei fatti e delle ragioni per cui le pubbliche amministrazioni e le autorità giudiziarie interessate, comprese quelle investite di poteri di vigilanza, abbiano proseguito ad accreditare come interlocutore istituzionale la comunità Il Forteto, anche a seguito di provvedimenti giudiziari riguardanti abusi sessuali e maltrattamenti riferiti a condotte all'interno de Il Forteto. 2) Verifica dei presupposti per la nomina di un commissario per la parte produttiva della struttura Il Forteto inerente alla cooperativa agricola, ai fini di una gestione dissociata dalla comunità di recupero dei minori in affidamento nonché allo scopo di pervenire al più presto al pagamento delle provvisionali in favore delle vittime. 3) Al fine di impedire il riprodursi del fenomeno di inadempimenti dei principi di tutela delle vittime di illegalità nonché di evitare che quanto accaduto ne Il Forteto possa ripetersi, la Commissione, ha, inoltre, il compito di formulare proposte in ordine:
- All’adozione di nuovi strumenti di controllo delle comunità alloggio presenti sul territorio nazionale;
- Al potenziamento del sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell' affidamento familiare e, laddove siano emerse responsabilità e negligenze in capo ad essi, alle modalità con cui applicare gli opportuni provvedimenti sanzionatori».
Qui il testo in versione integrale Restano alcuni dubbi da chiarire. Sarà una commissione bicamerale o monocamerale? Nel primo caso serviranno i voti di entrambe le assemblee parlamentari, nel secondo caso solo del Senato. E ancora: quanto tempo passerà – tenendo conto della pausa estiva – prima che la Capacchione esponga in aula riguardo i lavori svolti e si arrivi al voto (decisivo) finale? La legislatura ha i giorni contati (che si voti in autunno o nel 2018), e i tempi (sempre lunghi) stringono. E tuttavia influiranno. Il Mugello e forse l’Italia, finalmente, restano in attesa.
Intanto arrivano i commenti entusiasti di alcuni dei commissari regionali che in 9 mesi di indagine, da settembre 2015 a giugno 2016, scrissero un duro dossier di denuncia contro il Forteto, in tutte le sue declinazioni. Stefano Mugnai (FI) sottolinea: «Quello di oggi è un passo importante nel segno dell’assunzione di responsabilità e della giustizia che le istituzioni debbono ai tanti ragazzi di allora e adulti di oggi che sono rimasti vittime delle pratiche abusanti di quella comunità-setta cui erano affidati». Jacopo Alberti (Lega) insiste: «Sono convinto che la nuova commissione, considerati gli indubbi poteri ispettivi di cui non era dotato l’organo regionale, potrà, squarciare il velo di omertà che ha colpevolmente permeato il Forteto».
Giovanni Donzelli (FdI) ammonisce: «Il lavoro delle commissioni regionali ha dimostrato come Il Forteto sia molto più di una storia di abusi su minori, ma racconti un sistema di accreditamento che è avvenuto attraverso complicità della politica e della magistratura. La commissione parlamentare può davvero aprire alla verità, ma serve un lavoro serio e approfondito che non può essere liquidato nei pochi mesi che rimangono alla fine della legislatura: sono convinto che la maggioranza che uscirà dalle prossime elezioni potrà affrontare il problema adeguatamente».
E Paolo Bambagioni (il presidente, del Pd) tuona: «E’ un’ottima notizia perché rilancia i veri temi del Forteto. Ovvero, da una parte la denuncia pubblica dei fatti con il risarcimento anche morale delle vittime, che deve giungere anche ai livelli massimi del nostro sistema istituzionale. E dall’altro c’è il tema concreto del commissariamento della cooperativa. La giustizia che c’è stata in termini di condanne, non c’è stata a livello di concretezza nel togliere la gestione della cooperativa ai fedelissimi (di Fiesoli, ndr) che continuano a tenere saldamente in mano quello che è il cuore economico della setta. Se il Senato sta prendendo in considerazione e facendo propria la questione de Il Forteto, è perché dalla Toscana e da Firenze è partito un messaggio netto, chiaro e anche unitario, perché è abbastanza raro che tutti i partiti dell’arco istituzionale sostengano un’unica relazione finale a conclusione dei lavori della commissione di inchiesta regionale».
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