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Fusioni? Il convegno visto dal Pd, e da Leonardo Borchi (anche lui Pd)

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Fusioni? Il convegno visto dal Pd, e da Leonardo Borchi (anche lui Pd) Fusioni? Il convegno visto dal Pd, e da Leonardo Borchi (anche lui Pd) © n.c.
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La nota degli organizzatori e l'interessante e originale riflessione del sindaco Borchi di fusioni di Comuni, di vincoli e opportunità in particolare, si è parlato sabato scorso a Villa Pecori Giraldi al convegno organizzato dal Partito Democratico di Borgo San Lorenzo. Iniziativa nata per approfondire gli strumenti a disposizione degli enti locali in merito al grande tema del riassetto istituzionale, che ha visto una nutrita partecipazione.

Diversi gli interventi: dei segretari Pd di Borgo e del Mugello, Gabriele Timpanelli e Marco Recati, del responsabile enti locali del Pd Metropolitano Federico Nocentini, del segretario regionale Pd Dario Parrini e l’assessore regionale con delega alle Riforme Istituzionali Vittorio Bugli. Sono intervenuti anche il sindaco di Scarperia e San Piero, e presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello, Federico Ignesti e il sindaco di Borgo Paolo Omoboni.

A coordinare la capogruppo consiliare Pd borghigiano Sonia Spacchini:

“E’ stata un’ottima mattinata - sottolinea -, nella quale si è voluto approfondire il grande tema all’ordine del giorno relativo al riassetto istituzionale dei nostri territori. Molte sono le novità degli ultimi anni e con queste dobbiamo misurarci, con la certezza e la convinzione che il presente e il futuro non sono e non saranno uguali al passato. Per questo dobbiamo prima di tutto avere lungimiranza e coraggio e partire da un progetto di sviluppo sostenibile per il Mugello - continua - che guardi al domani e che sappia valorizzare le tante eccellenze che ci sono e incrementare i servizi che abbiamo saputo fino ad ora offrire ai nostri concittadini. Operare intorno ad una precisa idea di Mugello e individuare di conseguenza l’assetto istituzionale più funzionale per realizzarla: questa la vera sfida del Pd verso il 2019, che sono certa avremo ancora una volta la capacità e la forza di costruire insieme”.

Interventi incisivi hanno animato il dibattito sul tema delle fusioni dei Comuni. Tema che anche il territorio del Mugello e Alto Mugello non può esimersi di affrontare, aprendo un percorso di confronto con il pieno coinvolgimento dei circoli Pd, di sindaci e consiglieri comunali, cittadini per giungere alla sua conclusione a una proposta di riorganizzazione e semplificazione istituzionale. Un percorso che si apre dalla strutturata e positiva esperienza dell’Unione dei Comuni, che deve continuare e rafforzarsi, perché fondamentale come soggetto che programma e sviluppa una politica del territorio.

Dichiarano i segretari Pd di Borgo e Zona Mugello, Gabriele Timpanelli e Marco Recati:

“Il Mugello ha già visto una esperienza positiva di fusione di Comuni con il Comune unico di Scarperia e San Piero ed ha una esperienza robusta e ben strutturata con l’Unione dei Comuni che sta dando concretamente prova di essere ‘cervello’, cabina di regia, per le politiche di territorio. E che del resto è fondamentale per ‘Fare Mugello’ - sottolineano -. Ci abbiamo investito perché ci crediamo e continuiamoci a crederci. E lo abbiamo ribadito, anche con l’intervento del sindaco Ignesti, all’assessore regionale Bugli che, ammonendo sulle minori risorse a disposizione, ha comunque espresso disponibilità a confrontarsi e discutere con le Unioni che ci credono, con le Unioni che fanno davvero le Unioni, come, ribadiamo, ha dato prova di essere e fare quella del Mugello. Ma siamo anche convinti - aggiungono - che per essere ancora più efficace occorra giungere a una semplificazione del territorio. Occorra cogliere le opportunità che concedono le fusioni, per trasformarle in investimenti, lavori, servizi, risparmi per i cittadini, per far crescere il nostro territorio. Piccoli passi per arrivare all’obiettivo, come ha ricordato il segretario regionale Parrini. Piccoli passi - continuano - per costruire un percorso ampio e condiviso, con i contributi dei sindaci, dei segretari e delle assemblee di circolo, delle idee e gli stimoli che potranno emergere da iniziative che vogliamo realizzare prossimamente. Senza accelerazioni, forzature e fughe in avanti, con l’auspicio ma soprattutto - concludono - con l’impegno di costruire una proposta politica per il 2019”.

A seguire invece l'interessante riflessione postata su Facebook proprio da Borchi (sindaco di Vaglia, paese reduce da una fallimentare unione con Fiesole):

Stamani mentre ero a Borgo, nella bella cornice della Villa Pecori Giraldi, al convegno del PD sull'idea della fusione dei Comuni in Toscana (da 282 è ipotizzato il passaggio a 51) avevo questi retro pensieri, mentre mi scorrevano davanti le slides proiettate a conforto del progetto. “Grande è bello”. Dicevano. Perlomeno economicamente. In realtà la relatrice, quando ci ha mostrato un istogramma dove erano messe a confronto le spese principali dei comuni, dalla polizia municipale, alla cultura, ai servizi generali, ha glissato sul dato. Infatti “Grande-Grande” non è poi così economico. Alla fine dell'incontro mi sono fatto confermare dalla relatrice l'impressione che avevo avuto dallo scorrimento veloce della diapositiva: “ Dal grafico, sbaglio o si evince che i maggiori costi pro capite si hanno nei comuni piccoli ed all'estremo in quelli più grandi?”. “Sì, però quelli più grandi hanno più funzioni!”. Ah! Comunque la lettura dello studio, dello swot, va interpretata. E' invece, secondo lo stesso studio, nei comuni della dimensione tra 10 e 15 mila abitanti dove si hanno le maggiori economie. Allora perché si dovrebbe fare un unico Comune del Mugello di 60 mila abitanti? Questo ed altre domande avrei voluto fare, ma non c'è stato tempo per il dibattito. Visto che un'ora a disposizione se l'era mangiata il ritardo con cui è cominciato il convegno (Sic! Io avrei una proposta: un € a minuto in meno sull'indennità ai politici per il ritardo accumulato!). Gli interventi dal palco poi non hanno avuto contraddittorio: erano tutti già orientati incontrovertibilmente verso.......”Eh s'ha da fa!”. Speriamo sia stato l'inizio di un percorso che non preveda già a priori dove si vuole andare a parare. Se invece mi fosse stato permesso avrei esordito così: “Penso che la Grande Firenze, il comune unico, o meglio, la municipalità, si doveva fare già 30 anni fa”. Per poi aggiungere che gli undici, dodici comuni che si fossero aggregati dovevano comunque continuare ad esistere come aree amministrative autonome, con bilanci propri, riguardo a manutenzioni stradali, distretti di polizia municipale, assistenza sociale..... Cioè: un piano strutturale ed operativo, strade, infrastrutture in genere, piani commerciali ed industriali, trasporti unici...ma al contempo avere dei servizi, in particolare alla persona, a carattere territoriale. Ed inoltre oltre al sindaco unico avere dei referenti politici, eletti, anch'essi territoriali: se devo segnalare un problema su un mercato a Vaglia, che non debba andare in Palazzo Vecchio a scomodare l'assessore! La quadratura del cerchio è riuscire a coniugare governabilità con partecipazione democratica. Coniugare maggiore efficacia, efficienza ed economicità dei servizi con la rappresentanza. Cioè non disperdere il patrimonio dell'unica istituzione che ancora gode di autorevolezza e gradimento: il comune. “Fondersi è bello”. (una volta si sarebbe detto, ghivio! O ganzo!). “Guardate come sono più attivi i comuni come Scarperia-SanPiero, che si sono fusi! E come sono in sofferenza gli altri: scuole, strade nuove per Scarperia e gli altri?......... “ Scarperia -San Piero dispone ogni anno, per cinque anni, di circa un milione di € di trasferimenti in più dalla Regione e dallo Stato, per il solo fatto di essersi fusi. E' di diritto fuori dal patto di stabilità.........Le concedessero, in proporzione, anche a Vaglia queste facilitazioni, sarei ganzo anch'io, senza neanche fondermi con Cercina! Non viene a qualcuno il sospetto che si sia generato un effetto positivo drogato sulle fusioni? Ci sono dei gap strutturali che vanno oltre la dimensione e l'assetto istituzionale degli enti. E sono la burocrazia interna, il pubblico ha troppe più pastoie del privato; sono le limitazioni alla spesa, anche quando ci sono i soldi in cassa; è l'impossibilità di assunzione di personale. In una parola la mancanza di autonomia degli enti locali. Non voglio fare il detrattore del progetto fusioni (tanto per la cronaca in questo studio Vaglia sarebbe non solo insieme a Firenze, ma anche a tutti i comuni limitrofi e con la Val di Sieve e parte del Chianti). L'ho detto, l'area di Firenze dovrebbe avere una gestione unica. Ma allora si deve anche ripensare la Città Metropolitana quale è attualmente: che senso avrebbe rimanere nei confini odierni e con le competenze attuali, in parte copia del Comune della Grande Firenze? Non sarebbe invece opportuno, quando si parla di città metropolitana, inserire in un'unica area tutta la piana che va da Pontassieve a Pistoia, compreso le colline di contorno? Il quadro è molto complesso (ed interessante). Da amministratore poco politico e parecchio pragmatico dico che vorrei che alla base delle scelte ci fosse veramente uno swot serio, valido, obiettivo che partisse da una visione larga di insieme per portare a decisioni non scontate, integrate, coordinate tra loro e che durino nel tempo. Basta con scelte spot!

 

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