Come le voci e gli sguardi degli ultimi, e sempre più rari, testimoni alle soglie del secolo di vita, anche il territorio può diventare uno spazio di memoria da conservare e tramandare, un patrimonio del passato che parla e fa emergere i segni indelebili impressi dagli orrori della guerra. Immersi tra le colline e i boschi di Greve in Chianti, sono tanti i luoghi che rivelano le pagine di un tempo di dolore e morte che non ha risparmiato gli angoli meno battuti della campagna chiantigiana.
Luoghi che divennero teatro di efferate stragi nazifasciste e che hanno ancora molto da raccontare e rivelare. Essi rappresentano i preziosi tasselli di memoria locale con i quali rievocare e ricostruire il mosaico dei tragici fatti che si consumarono durante il secondo conflitto mondiale nel cuore delle colline fiorentine.
Un viaggio lento, a piccoli grandi passi, nella Storia che non può e non deve essere dimenticata e che necessita di essere percorsa in ogni momento dell'anno, e non solo in occasione delle ricorrenze di respiro nazionale.
Ne è convinta l'amministrazione comunale di Greve in Chianti che, in collaborazione con la sezione locale dell'Anpi, ha avviato un nuovo progetto per la riscoperta e la valorizzazione dei sentieri della memoria attraverso l'individuazione e la fruizione di una rete di percorsi legati a ai luoghi naturalistici, itinerari nei boschi, fatti di passaggi nei castelli e nelle fattorie di campagna, che nell'estate del '44, durante la ritirata dei tedeschi, si macchiarono di sangue e violenza a causa della barbarie nazifascista.
Dopo la pubblicazione del volume "Ottant'anni di Libertà. La strada per la liberazione nel territorio di Greve in Chianti attraverso il racconto dei testimoni" ed una mostra documentale che ha raccolto foto, ricordi e oggetti di uso quotidiano al tempo della guerra, allestita negli spazi del museo di San Francesco la scorsa primavera, il Comune di Greve in Chianti continua la sua attività culturale e divulgativa con l'obiettivo di non dimenticare e insegnare alle nuove generazioni a tenere acceso il ricordo di ciò che è stato, rendendo onore alla dignità, al coraggio e alla memoria delle vittime civili.
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Un gruppo di cittadine e cittadini, accompagnati dal sindaco Paolo Sottani, dalla vicesindaca Monica Toniazzi e dal presidente della sezione Anpi di Bagno a Ripoli "Pietro Ferruzzi" Luigi Remaschi, ha iniziato ad esplorare il primo percorso “A piedi nella valle di Cintoia”, spostandosi in parte a piedi, nei tratti più agevolmente raggiungibili.
L’itinerario ha permesso di toccare alcune delle tappe più significative rievocate dai testimoni e documentate nella pubblicazione del Comune. "È stata una bellissima escursione che ha occupato un'intera mattinata, lungo un percorso di circa 4 ore - spiega la vicesindaca Monica Toniazzi - abbiamo condiviso un cammino che ci ha portato nei luoghi delle rappresaglie naziste del 1944 ed in particolare La Panca, Venagrossa, Querceto, Buonasera".
Il percorso è partito nella frazione de La Panca da dove il gruppo si è spostato a piedi e ha raggiunto il cippo nel bosco di Venagrossa. La tappa successiva è stata quella del monumento ai caduti nel Castello di Querceto dove il sindaco Sottani ha letto alcune testimonianze. Successivamente il gruppo si è recato presso il monumento alla querce di Villa Buonasera. Il cammino si è concluso con una sosta al monumento dei venti caduti nel borgo de La Panca.
“Questa prima camminata è stata guidata dal monito "Mai più" - ha aggiunto il sindaco Paolo Sottani - nel ricordo di tutti coloro che, tra le vittime civili, hanno pagato con la vita stessa il prezzo della nostra libertà contribuendo alla conquista di quei principi fondanti, come la democrazia e l'uguaglianza dei diritti, che oggi sono alla base della Carta costituzionale”.