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'Il Bosco incantato'. Foto e storia dei boschi di Grezzano...

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'Il Bosco incantato'. Foto e storia dei boschi di Grezzano... 'Il Bosco incantato'. Foto e storia dei boschi di Grezzano... © n.c.
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“Il bosco incantato di Angiolo Paoli”, foto scattate nel tempo nei boschi del Demanio Forestale a Grezzano. Per chi non conosce Grezzano (frazione del Comune di Borgo San Lorenzo): la più antica memoria di questa località risale al 1037 e quindi al 1076, periodi in cui la località è ricordata negli scritti come la Curtem et Castrum de Grezzano, appartenente ai Conti Guidi, che lo ebbero dagli imperatori Arrigo VI nel 1192 e da Federico II nel 1120. Nel 1529, durante l'assedio di Firenze, Grezzano si oppose a Pompeo di Ramazzotto da Scaricalasino, mentre aspettava in armi dalla rupe di Corbaia le truppe nemiche, cavalieri e fanti, che furono sconfitte e poste in fuga, insieme a Ramazzotto, che si salvò a stento, rifugiato nel casolare di un contadino. Posto ai piedi di Monte Altuzzo e di Monte Verruca, pilastri orientali del Passo del Giogo, Grezzano costuituì la base di partenza del 338º e del 339º Reggimento della 85ª Divisione Americana che durante la Seconda guerra mondiale, all'alba del 13 settembre 1944, attaccarono frontalmente la Linea Gotica, preceduti da bombardamenti aerei a tappeto e concentramenti di artiglieria sugli obiettivi tedeschi a mezza costa e sulle vette. Nel territorio di Grezzano si trovano la Villa Dapples, la Villa "Il Monte" (anch'essa ex residenza della famiglia Dapples), la Villa Verde e il Museo della Civiltà Contadina di Casa d'Erci. La chiesa di Santo Stefano a Grezzano si trova sul fianco meridionale dell'Appennino di Razuolo. Il suo rettore è ricordato in un contratto enfiteutico del 1086. Lo stile di questa chiesa è romanico. Nel 1934 essa subì un rifacimento, nel 1935 fu inaugurato il crocifisso in legno situato sull'altare maggiore. Nel 1937 nella chiesa fu posta una lumiera in ferro battuto, nel 1939 fu demolita la cantoria, rimosso l'organo e collocato nel coro. L'interno della chiesa presenta una Via Crucis in legno ed un tabernacolo in maiolica policroma eseguito da Giovanni della Robbia. L'esterno è in pietra. Qui si trovava la Pala dello Spedalingo di Rosso Fiorentino, oggi agli Uffizi. Una piccola immersione nella storia del territorio dove Angiolo Paoli ha scattato, nel tempo, le foto del “Bosco incantato”. Notizie storiografiche tratte dalle pubblicazioni di Gaspero Righini, Mugello e Val di Sieve, note e memorie storico-artistico-letterarie, Firenze, Tipografia Pierazzi, 10 ottobre 1956 e di Marcello Scalzo, con testi di Adriano Gasparrini, Rilevare e rappresentare: Borgo San Lorenzo, Alinea Editrice, Firenze, maggio 2004.             Angiolo Paoli ha dedicato una vita intera al territorio: ricerca storica e archeologica, documentazione fotografica (immenso il suo archivio), difesa del territorio e quant'altro. Ma anche una vita dedicata al volontariato: è stato tra i fondatori storici del Centro Radio Soccorso negli anni settanta, oltre che tra i primi mugellani ad impegnarsi in prima persona nella Protezione Civile, per anni attivista all'Auser di Borgo San Lorenzo e a cavallo tra gli anni ottanta e novanta consigliere comunale a Borgo San Lorenzo per i “Verdi”.             Ed è proprio nell'immenso archivio fotografico di Angiolo Paoli abbiamo  scovato “Il bosco incantato” (sette foto con didascalia che andiamo a proporvi).             Volevo ricordare inoltre che Angiolo Paoli, assieme ad Alfredo Altieri, nel 2002 ha pubblicato a cura dell'Editore Parigi & oltre: “Uomini e secoli nel Mugello: dai Medici a Firenze capitale.” Mugello terra dei Medici. Infatti, è proprio nella zona di San Piero a Sieve- Barberino che origine la stirpe  medicea. Secondo lo storico Giuseppe Baccini, tutto ha inizio intorno all'anno Mille quando i Medici erano consorti degli Ubaldini mentre la tradizione li descrive poveri, anzi poverissimi, carbonai nei boschi mugellani finché uno di loro divenne medico dando il nome e lo stemma alla casata. Quel che è certo è che la famiglia giunge a Firenze dal Mugello e un certo Chiarissimo, figlio di  Giambuono de' Medici membro del consiglio del Comune, appare nei salotti della buona borghesia  fiorentina già nel 1201. Cinquant'anni dopo Giovanni de' Medici ricopre importanti incarichi nell'esercito fiorentino e, nel 1291, Ardingo de' Medici diviene priore. Da questo momento in poi le notizie sulla casata sono molto frequenti, sappiamo infatti che i Medici si schierarono dalla parte del popolo durante il Tumulto dei Ciompi (1378-1381). La loro era ancora una ricchezza modesta anche se grande e sfrenata era l'ambizione di partecipare alla vita politica. All'inizio del Quattrocento i Medici diventarono una delle più ricche consorterie fiorentine e le loro banche avevano ormai tentacoli ovunque. La crescita della potenza dei Medici sembrava non conoscere ostacoli. Ma i Medici, per strani giochi del destino, sembrano destinati a morire giovani. A raccontarci questa storia avvincente e suggestiva sono Alfredo Altieri e Angiolo Paoli in questo bel libro che attraversa 340 anni di cronache e di fatti storico-artistici che riguardano il Mugello e l'Alto Mugello mettendo in luce il legame inscindibile che ha da sempre ha unito la famiglia de' Medici e questa terra. Servizio a cura di Ezio Alessio Gensini Recensione a cura della Biblioteca del Consiglio Regionale della Toscana.

 

 

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