Ha suscitato molti commenti, e un vero e proprio dibattito social, la scelta del Comune di Borgo San Lorenzo, sulla sua pagina Facebook, di utilizzare nel messaggio per il primo giorno di scuola gli asterischi per evitare di coniugare al genere le parole bambini e ragazzi, diventate bambin* e ragazz*.
I lettori sui social si sono divisi tra chi ha (anche giustamente) fatto notare che le cose ed i problemi importanti sono altri, e chi ha gridato allarmato ad un presunto stravolgimento della lingua italia.
Ecco, anche se personalmente un utilizzo degli asterischi di questo tipo mi riempie di ‘tristezza’, occorre precisare e spezzare una lancia in favore di chi ha scritto tale messaggio. Contrariamente a quanto molti pensano, infatti, la lingua italiana (a differenza ad esempio del latino) non prevede il genere maschile neutro (lo ha di recente ribadito anche l’Accademia della Crusca, clicca qui).
Questo è vero, anche se non sempre c’è corrispondenza tra genere personale e genere grammaticale. Si dice ad esempio il padre e la madre (e in questo caso la corrispondenza c’è) ma ad esempio il termine femminile ‘spia’ è valido sia per gli uomini sia per le donne.
Come se ne esce allora se si vogliono evitare gli asterischi? Come hanno intelligentemente fatto notare alcuni lettori, in italiano alle volte il maschile plurale si presenta come genere grammaticale non marcato (il riferimento è sempre alla Crusca) e la parola ‘alunni’ sarebbe forse stata una elegante via d’uscita, al fine di evitare quegli orribili (a pare mio) asterischi. Ma il dibattito è aperto (forse troppo, possibile che non ci siano problemi più impellenti?)
Nicola Di Renzone
Daniele Baldoni
Sicuramente quello di cui all'articolo non è un problema impellente. È un problema di costume e più precisamente del conformismo per cui, in questi ultimi anni, nel nome di un mal inteso e peggio interpretato rispetto per le donne, sono nati specie nel gergo ufficiale, degli autentici mostri linguistici. Sono le parole orribilmente declinate al femminile. Orribilmente ed inutilmente perché l'italiano, che è una lingua meravigliosa, ricchissima ma ahinoi poco conosciuta, prevede già i termini per designare maschietti e femminucce senza la necessità di reinventare nulla. Vi faccio un esempio. Invece di usare l'orrido "avvocata Rossi" non è meglio e anche più rispettoso scrivere "dottoressa Rossi, avvocato"? Ma qui, nel caso in questione, il Manzoni del comune è così terrorizzato di poter offendere qualcuno che preferisce non specificare il genere, maschile e femminile, di coloro ai quali si riferisce. Gli alunni, appunto.
Lorenzo Tiberii
Stesso discorso sulla stesura dell'articolo. Non c'erano argomenti più importanti?