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"La battaglia di Lepanto e le avventure del Mugellano Filippo Pananti catturato e fatto schiavo dai pirati"

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La battaglia di Lepanto e le avventure del Mugellano Filippo Pananti catturato e fatto schiavo dai pirati La battaglia di Lepanto e le avventure del Mugellano Filippo Pananti catturato e fatto schiavo dai pirati © n.c.
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..il mare più recondito del mondo è scosso insieme con le sue navi; hanno osato, le bianche repubbliche sui promontori d'Italia, fendendo l'Adriatico raccolte intorno al leone del Mare; e il Papa, le braccia protese in angoscia e sconforto, ha chiamato alle armi, intorno alla Croce, i re della Cristianità. La fredda regina d'Inghilterra guarda nello specchio; lo spettro dei Valois sbadiglia alla messa, dalle isole del tramonto baluginano in fantasmagoria le armi di Spagna; e il Signore, sul Corno d'Oro, sorride nel sole. G. K. Chesterton, " Lepanto "
Il sette ottobre il Calendario della Chiesa segna la ricorrenza della Madonna del Rosario, una festa la cui origine risale al Papa San Pio V che, con la allora Festività di Santa Maria della Vittoria, intese festeggiare la vittoria delle Armi Cristiane nella Battaglia di Lepanto (Efpaktos) del 1571. Si fronteggiarono nelle acque di Lepanto la flotta musulmana e quella della Lega Santa voluta dal papa e comandata da don Giovanni d'Austria, figlio naturale di Carlo V e fratellastro di Filippo II. Parteciparono alla battaglia l'Impero Spagnolo (sulla "Capitana" si ergeva la figura di don Juan con lo stendardo della Lega e la scritta : "in hoc signo vinces"), con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, la Repubblica di Venezia, lo Stato Pontificio, la Repubblica di Genova, i Cavalieri di Malta, il Ducato di Savoia, il Granducato di Toscana (con le Galere dei Cavalieri di Santo Stefano in Pisa), il Ducato di Urbino, il Ducato di Ferrara il Ducato di Mantova e la Repubblica di Lucca. Non parteciparono invece il Re di Francia e la Corona inglese  Nella battaglia di Lepanto fu sconfitta definitivamente la potenza Turca che si era già impossessata di parte delle coste Europee e si legittimò la supremazia cristiana sull'Europa che, altrimenti, ancor oggi sarebbe stata sotto il dominio della Mezzaluna. Sia la flotta cristiana che quella musulmana erano composte ciascuna da cinquantamila uomini più i rematori delle galere, il combattimento fu aspro e vide l'eroismo dei condottieri cristiani come ci narra la cronaca dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes, l'autore di "Don Chisciotte" detto anche "il Monco" perché perse la mano sinistra in battaglia ove combatté da semplice soldato e, al termine, volle inginocchiarsi davanti a don Juando esclamando : "Eccellenza grazie! Oggi è stata la giornata più bella della mia vita". Leggiamo dunque Miguel de Cervantes:
...due galere si investono per le prue nel mezzo dello spazioso mare: esse sono incastrate e avvinghiate. e al soldato non rimane altro spazio che quello che gli concedono due piedi di tavolato dello sperone ; e con tutto ciò, pur vedendo...che alla prima disattenzione nel mettere i piedi andrebbe a visitare il profondo seno di Nettuno, con tutto ciò, con intrepido cuore, spinto dall'onore che lo pungola, si mette a far da bersaglio a tanta fucileria...e ciò che fa più meraviglia è che non appena uno è caduto da dove non potrà più rialzarsi dalla fine del mondo, ecco che un altro immediatamente ne occupa il posto; e se anche adesso cade nel mare che l'aspetta come un nemico, prende il suo posto un altro e poi un altro, senza dar tempo al tempo che muoiano: che è il più gran valore e ardimento che possa riscontrarsi fra tutti quanti gli episodi di guerra. (cfr Miguel de Cervantes, "Don Chisciotte" I - 38)
Verso le 16 del pomeriggio del 4 ottobre del 1561 si concluse la vittoriosa battaglia: la flotta turca perse 25.000 uomini mentre quella cristiana ne perse 7000, furono liberati 12.000 "galeotti" cristiani rapiti dai musulmani e messi "ai remi" sulle galere. La notizia giunse a Roma il 1 novembre. Durante una riunione di alti dignitari il 7 ottobre stesso San Pio V ebbe una visione e narra la pia tradizione che si recasse a pregare dando, poi, l'annunzio della vittoria della lega Santa sulle Armi degli ottomani. Lo stesso Papa Santo accolse don Giovanni d'Austria con queste parole : "E ci fu un uomo mandato da Dio chiamato Giovanni" Il Pontefice domenicano prese la decisione che il giorno 7 ottobre diventasse festivo e fosse dedicato alla Beata Vergine della Vittoria. Il Senato Veneto fece apporre una lapide con la seguente scritta : "Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosari victores fecit" (Non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci fece vincitori") Per dare un'idea di quello che aveva rappresentato e rappresentasse tuttavia nell'Ottocento il pericolo turco (Ricordate il modo dire : "Mamma li turchi"?) ce lo dimostra plasticamente lo scrittore rontese Filippo Pananti (1766 - 1837), grande epigrammista affascinato dalla poesia e dalla "Società dei Lumi" ...infatti fu un "illuminista" e "feroce giacobino" (oggi si direbbe un laico di sinistra) e se ne andò errabondo per l'Europa dove scrisse tra l'altro "Il Poeta da teatro" dove si narrano le avventure di una compagnia di teatranti squattrinati, uno scritto in cui non manca l'umorismo estroso di Sterne e quello "toscanaccio" del nostro "Pippo" che al ritorno dall'Inghilterra (1813) fu rapito dai pirati turchi e narrò la sua avventura in : " Avventure e osservazioni sulle coste di Barberia". Così, ad esempio, scrive il  Pananti:
....è ben motivo di stupore che non si rivolga alcuna attenzione alla costa settentrionale di questo continente, abitata da pirati turchi, i quali non soltanto opprimono i loro naturali vicini, ma li catturano e li acquistano come schiavi per impiegarli, sulle navi corsare, al fine di strappare ai propri focolari onesti contadini e pacifici abitanti delle coste d'Europa...Questo vergognoso brigantaggio non solo smuove a sdegno l'umanità, ma ostacola il commercio nella maniera più grave, poiché al giorno d'oggi un marinaio non può navigare nel Mediterraneo o persino nell'Atlantico su un bastimento mercantile, senza esser oppresso dal timore di cader preda e di venir condotto schiavo in Africa... (Cfr. Filippo Pananti in "Avventure e osservazioni sopra le coste di Barberia")
C'è anche da dire che, a causa del suo spirito giacobino, il Pananti fu affascinato suo malgrado - come nota Paolo Ciampi - dal mondo islamico ma questo non tolse che il poeta rontese non invocasse una Nuova Crociata per la Civiltà contro i covi dei pirati (i terroristi di oggi?) e i loro protettori (quelli che, anni fa, si chiamavano Stati canaglia?), poi parla anche di una "forza multinazionale", che, da principio la vittoria sarà facile ma poi l'occupazione militare avrà un costo enorme...in vite umane e in soldi. Insomma fu anche profetico questo Pippo che alle analisi militari preferirà poi la vita pantofolaia, in compagnia di amici, e le "bicchierate" con l'allegra brigata e  le burle.  

 

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