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L’Autonomia secondo la Montessori

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Maria Montessori Maria Montessori © nc
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Chi non ha mai sentito parlare di Maria Montessori? Nelle vecchie 1.000 lire abbiamo anche il suo ritratto e il suo metodo è ormai diventato un sistema scolastico conosciuto in tutto il mondo. Come suggeriva la Maestra dei primi anni del ‘900 possiamo consentire lo sviluppo di ogni bambino solo con adeguate modalità di insegnamento e con un ambiente ben strutturato. 

Maria Montessori, laureata in medicina, era un’attivista e partecipava con grande impegno al “Congresso internazionale delle donne” per far riconoscere i diritti, allora violati, del mondo femminile. Aveva a cuore il concetto del benessere dell’essere umano e per questo si dedicò a sostenere le madri e i loro figli. Aveva un amore viscerale per la cosmologia e nel suo libro “Educazione alla Pace” si legge: 

...le spiegazioni di carattere cosmico presentano inoltre il vantaggio di avvincere l'attenzione delle scolaresche meno preparate, le quali mentre rifuggono dai particolari, si interessano vivamente alle relazioni fra i fenomeni, alla correlazione fra gli esseri viventi, e, in particolar modo, ai fenomeni che sono in funzione del bene degli altri. Ognuno, nella vita, ha una funzione che non sa d'avere e che è in rapporto col bene degli altri. Lo scopo dell'individuo non è di vivere meglio, ma di sviluppare certe circostanze che sono utili per altri. La grande legge che regola la vita nel cosmo è quella della collaborazione tra tutti gli esseri. Approfondire lo studio di questa legge significa lavorare per il trionfo della unione fra i vari popoli, e quindi, per il trionfo della civiltà umana.

Maria Montessori, Educazione e pace, Garzanti, Milano 1949, in Opera Nazionale Montessori, Roma 2004, pag. 20

Le scuole montessoriane sono ormai tantissime e in tutto il mondo. Pensate che nei primi decenni del suo insegnamento fu osteggiata e direi anche “perseguitata” dal regime del tempo. Capite bene in quale periodo storico Montessori viveva. Era una società in procinto di mostruose trasformazioni che portarono alle due guerre mondiali, un’epoca dove alcune ideologie e grandi manipolazioni schiacciarono i cittadini nella loro essenza. La forza interiore, che la stessa Montessori aveva, poteva trovare uno spiraglio di luce. Ella credeva di poter sostenere la crescita dei giovani e futuri cittadini affinché potessero assaporare un’idea di dignità della vita su questo pianeta connesso con l’Universo.

A partire dal 1897 ideò e sviluppò il suo sistema educativo e fondò la sua prima “Casa dei bambini” a Roma nel 1906. Dal suo lavoro e dalle sue opere nacque un vero e proprio movimento montessoriano.
L'educazione infantile di allora era molto rigida. Come scrisse Maria Montessori nel suo libro “La scoperta del bambino”, i fanciulli erano costretti in banchi dai quali non potevano muoversi e l'insegnamento era impartito in modo forzatamente nozionistico. Molte idee del metodo Montessori, quali ad esempio l'uso di arredamento di dimensioni adeguate, ovvero tutto "a misura di bambino", erano idee rivoluzionarie per quell’epoca. Oggi sono entrate nell'educazione di tutte le scuole dell'infanzia, e per questo appaiono oggi banali. Eppure, lo stile e il metodo educativo risultano ancora oggi innovativi e riconosciute come modalità esclusive del metodo Montessori. Lo dimostra, anche, la ricchezza dei moltissimi strumenti didattici che hanno a disposizione fin dalla prima infanzia, senza pretendere, in alcun modo, di essere strumenti di valutazione giudicante.

Il modello Montessori ha due elementi fondamentali: in primo luogo, bambini e adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l'interazione con i loro ambienti; in secondo luogo, ai bambini, specialmente di età inferiore ai sei anni, è necessario fargli vivere un percorso di sviluppo mentale stimolante. Sulla base delle proprie osservazioni, la Montessori riteneva che concedere ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente, all'interno di un ambiente preparato, secondo il suo modello, avrebbe spontaneamente contribuito a una crescita ottimale.

Il Metodo Montessori è una disciplina il cui obiettivo è dare libertà al bambino di manifestare la sua spontaneità. Secondo Maria Montessori la vera salute, fisica e mentale, è il risultato della “liberazione dell’anima”. In questo percorso di liberalizzazione del bambino, l’adulto deve intervenire solo per aiutarlo a conquistarla. Il luogo educativo ideale è dove si respira un ambiente familiare, dove gli oggetti pedagogici sono appositamente studiati per favorire lo sviluppo intellettuale del bambino.

All’epoca il ruolo e il lavoro dell’insegnante proposto da Maria Montessori cambiarono del tutto direzione rispetto ai tradizionali metodi di insegnamento. Per gli educatori che abbracciavano l’ideologia montessoriana, infatti, non era poi così semplice praticarla. Discostarsi dal classico metodo d’insegnamento risultava molto difficile. Questo perché il maestro doveva imparare a scindere il lavoro che può fare e “non” può fare. Per riuscire in questo intento doveva sempre praticare un attento studio psicologico del suo comportamentoSolo così riuscirà a far esprimere al bambino la sua spontaneità.

Col Metodo Montessori, quello che l’adulto può fare e non può fare è veramente una linea sottilissima. Si deve guidare il bambino ma evitare di condurlo in ogni sua azione. Questo perché si rischia di sovrapporre l’abilità e la volontà stessa dell’adulto al bambino. Dandogli la possibilità di responsabilizzarsi, il bambino prende coscienza delle proprie azioni.

L’autocorrezione e l’autoapprendimento rappresentano le fondamenta di questo sistema, così come l’interfacciarsi con il mondo, dato che si tratta del reale punto di partenza per ogni soggetto che, per quanto diverso da tutti gli altri, troverà il suo modo personale e unico di confrontarsi con l’esterno e con gli altri. 

Lasciare il bambino libero di esprimersi e stare in attenta osservazione, senza interferire, alimenta un processo di autonomia essenziale per la crescita e il benessere di un individuo. Non interferire permetterà al bimbo di auto correggersi e pensare a soluzioni per risolvere eventuali ostacoli.

L’adulto deve diventare un osservatore e studiare il comportamento del bambino. Le sue lezioni devono essere brevi e semplici.
Nel far conoscere un oggetto al bambinoper esempio, l’educatore dovrà spiegare la sua funzionalità con parole molto semplici. Dovrà lasciare poi il bambino libero d’agire di conseguenza. Non dovrà insistere se sta sbagliando ad usare l’oggetto e tanto meno intervenire per aiutarlo ad usarlo bene. È necessario, quindi che l’insegnante, con la sua presenza, guidi il bambino senza ostacolare il processo di scoperta durante la sua esperienza e allo stesso tempo essere pronto a fornire il supporto necessario nel momento della richiesta. Se l’insegnante interferisce sull’operato del bambino toglierà la dignità e la libertà di riuscirci da solo. Solo in un secondo momento, potrà intervenire cercando di arricchire l’esperienza.

Ricreare ambienti che possano aiutarlo ad interfacciarsi con la vita di tutti i giorni e fornire oggetti pedagogici pensati ad hoc, aumenta lo sviluppo intellettuale e la capacità di adattarsi alle cose comuni per poi evolversi. Nella crescita e sviluppo dei bambini, la routine diventa elemento essenziale per il loro orientamento e organizzazione delle giornate: le ruotine quotidiane, infatti, soddisfano appieno la loro esigenza di ordine.

Questa necessità di ordine nel bambino va intesa come:

  • collocamento degli elementi nell’ambiente che lo circonda
  • procedure, avvenimenti, succedersi di tempi
  • soddisfazione dei bisogni

Il motivo di questa particolare attitudine per la ripetitività risiede nel bisogno di comprendere un ambiente, un mondo per lui del tutto ignoto, e di imparare come agire in esso per soddisfare le sue necessità. La routine quotidiana nei bambini è dunque un elemento importante per aiutarli in questo percorso.
Una delle premesse per lo sviluppo del bambino è la concentrazione, lo stare bene nel qui e ora lo rende un bambino felice. Il più grande successo di un’insegnante è poter dire “i bambini stanno svolgendo l’attività come se io non esistessi”. Quasi sempre le esperienze manuali hanno una stretta connessione con l’acquisizione del pensiero pratico e crea un sentire interiore speciale, sono capaci di distinguere e hanno capacità sensitive sviluppatissime. Via via che usano le mani e riescono superare un ostacolo e creare qualcosa la loro consapevolezza si rinforza, prendono sempre più coscienza del proprio valore. Quindi il compito di ciascun educatore è di seguire il cammino del fanciullo con rispetto per il raggio di luce che è.

Una tra le opere più conosciute è “Il secolo dei fanciulli”, libro pubblicato per la prima volta nel 1900, definisce l’importa di mettere al centro i bambini e le bambine.

Come dargli torto? Visto la grande consapevolezza nata proprio nel secolo scorso con decine di miglia di ricerche che definiscono le potenzialità del bambino, e ancor prima del feto. È chiaro solo da alcune decine di anni abbiamo compreso realmente la decisiva importanza di far crescere i nostri giovani in spazi stimolanti e adeguati proprio nei primi anni di vita. Decisivo è saper accogliere ogni sfaccettatura della personalità di ogni nascituro per il nuovo destino dell’uomo e della donna, un futuro dove l’essere umano è veramente felice in questo pianeta fantastico.
 

Per aiutare un bambino, 
dobbiamo fornirgli un ambiente 
che gli consenta di svilupparsi liberamente.

[Maria Montessori 1870 - 1952]

 

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