Domani, venerdì 3 marzo alle ore 18, nella prestigiosa cornice del Centro Tecnico Federale, nell' Aula Magna “Giovanni Ferrari” torna, dopo lo stop causato dal Covid, il Premio “Ferruccio Salvetti”, arrivato alla seconda edizione. Il Premio, nato nel 2019 per ricordare Ferruccio Salvetti, arbitro benemerito, insignito della medaglia d’oro nell’anno 2005, che si avvicinò al mondo del fischietto nel 1955 grazie ad Artemio Franchi, è stato voluto dai figli Alessandra (scomparsa nel 2020), Giandomenico e Pierfrancesco, che dal padre, in particolare, ha ereditato la passione per il fischietto.
Nel corso della cerimonia saranno assegnati anche i premi delle edizioni 2020, 2021, 2022 oltre al 2023 e verranno premiati esponenti del mondo arbitrale (dirigenti, arbitri in attività e non, sia nazionali che internazionali) ed altre figure del mondo sportivo.
Nella prima edizione vennero premiati: Paolo Casarin, Michele Uva, Gianluca Rocchi ed Alberto Michelotti.
Introdurrà la cerimonia di premiazione con un intervento, Paolo Casarin, “padre nobile del Premio”, e amico di Ferruccio Salvetti con il quale ha collaborato nel corso della sua carriera sportiva. Interverranno istituzioni e personaggi legati al mondo del calcio.
“Il Premio “Ferruccio Salvetti” valorizza lo sport e i suoi valori, quelli che mio padre ha sempre portato in campo, quando era arbitro, e nella vita – dichiara Pierfrancesco Salvetti- ed è un riconoscimento che viene attribuito ogni anno a personaggi dello sport, che nel loro ambito, hanno incarnato i valori di mio padre come l’impegno, lo spirito di sacrificio, la passione ed il rispetto”.
Ferruccio Salvetti: la sua storia sportiva
Ferruccio Salvetti nasce a San Piero in Bagno nella Romagna dell’Alto Savio nell’Ottobre del 1932, da una famiglia umile.
E’ un ragazzo quando arriva a Firenze, dopo che i genitori, alla fine delle scuole dell’obbligo, lo mandano alla Madonnina del Grappa da Don Facibeni per continuare a studiare ed imparare un mestiere.
Dello Sport e del calcio in particolare è un grande appassionato e di quel mondo raggiunge le vette più alte. Inizia come dirigente nella squadra di calcio della Madonnina del Grappa e conosce l'arbitraggio attraverso un giovane dirigente sportivo dell’epoca, Artemio Franchi (negli anni successivi diventato Presidente della FIGC, Presidente Uefa e Vice Presidente Fifa) che nel 1955 lo introduce al mondo del fischietto.
Ferruccio Salvetti dopo aver arbitrato fino alle massime categorie dilettanti, intraprende la carriera di guardalinee (che oggi si chiama assistente arbitrale) fino ad arrivare alla massima Serie dove collabora, negli anni Settanta e primissimi anni Ottanta, con arbitri del calibro di Michelotti, Casarin, Lapi, Materassi, Giunti, Ciacci, Agnolin e Menicucci, solo per citarne alcuni.
Arbitro benemerito e per 60 anni associato all’AIA, insignito della medaglia d’oro nell’anno 2005, ha ricoperto vari incarichi dirigenziali nell’Associazione tra i quali quello di componente della Commissione Regionale Arbitri Toscana.
A Sportilia, pochi chilometri dal suo paese di origine, dove arbitri e assistenti si ritirano prima del via al campionato, è sempre lì in prima fila ad accogliere i suoi colleghi.
Sempre attivo a livello associativo, diventa nel tempo un punto di riferimento per tutti i giovani arbitri della sezione.
Passione, discrezione, attaccamento sono i tratti caratteristici della sua vita personale, professionale e associativa che lo rendono un protagonista silenzioso. Sempre disponibile a dispensare consigli e a farsi in quattro per gli altri sia sul lavoro che nel mondo arbitrale. Quel mondo è stato la sua seconda famiglia fino agli ultimi giorni della sua vita oltre a quella naturale composta dalla moglie Maria Grazia, sempre presente al suo fianco, anche in giro per gli stadi italiani, e i suoi tre figli Giandomenico, Alessandra e l’ultimo arrivato Pierfrancesco, al quale ha attaccato la sua passione arbitrale e di cui è stato però sempre uno dei più critici osservatori.
Promotore appassionato di confronti e organizzatore coinvolgente di iniziative delle Sezioni arbitrali prima di Firenze e poi di Prato, di cui è stato associato sin dalla nascita. Dell'associazione Amici del Fischietto è stato uno dei padri fondatori.
Ha partecipato in qualità di giudice di campo a tante edizioni del Calcio Storico Fiorentino oltre ad aver fatto parte dello staff organizzativo dei Mondiali di Italia ’90 a Firenze e aver ricoperto alcuni incarichi nel Comitato Regionale Toscana della Lega Nazionale Dilettanti.