
La presente mozione è stata elaborata dalle consigliere dell’UMCM nell’intenzionalità di proporre il consultorio familiare quale contesto di educazione sessuale, familiare, ad una maternità cosciente e responsabile e di supporto e sostegno alla genitorialità, alla donna e ai minori, evitando il freddo e distaccato contesto medicalizzante, più incentrato a curare che a prevenire, educare e sostenere. Ecco quindi quanto riceviamo e pubblichiamo da una di loro (Tatiana Bertini, Rifondazione Comunista):
Queste considerazioni sono state sviluppate durante il corso di questi ultimi 30 anni, periodo in cui sono stati istituiti tali centri socio-sanitari, a partire dalla Legge n. 405/75, e che, purtroppo, si sono visti perdere il loro originario carattere formativo, a causa di forti contrapposizioni di varia natura, da quella politica-ideologica a quella socio-culturale, che ne hanno, in realtà, caratterizzato l’esistenza. Ad oggi, si avverte la necessità di riqualificare tale organismo, all’interno del tessuto sociale di ogni realtà civica, sostanzialmente per salvaguardare l’importanza del servizio e le persone a cui è rivolto, uscendo così dall’ottica ambulatoriale in favore di un più capillare accentramento del servizio stesso che incontra il soggetto nei luoghi della comunità: l’ambulatorio, la scuola, i centri di aggregazione, l’abitazione stessa, in vista di una nuova organizzazione della prassi domiciliare – a partire dalla fase post-natale, prevedendo oltretutto una maggiore rete relazionale che coinvolga famiglie donne e minori, in una positiva reciprocità. Si richiede in sostanza al consultorio, oltre al suo ruolo canonico di prevenzione ed educazione, di addentrarsi nella quotidianità sociale e familiare soprattutto laddove persistano delle difficoltà che impediscano o alterino la normale crescita e autodeterminazione della persona. Oggetto: Mozione per il Ripristino del consultorio familiare nei comuni del Mugello Il consiglio dell’UMCM PREMESSO CHE: La multidisciplinarietà delle aree d’intervento del consultorio familiare (definite da numerose leggi nazionali e regionali) ha la finalità di guardare alla persona in modo olistico anche al fine di promuovene un maggior equilibrio psico-affettivo, favorendone una più alta integrazione sociale e culturale. Contemporaneamente si prefigge, di salvaguardare la salute sessuale, riproduttiva e relazionale del singolo, della coppia e della famiglia, e di garantire sia l’applicazione della legge 194/78 che del POMI (Progetto obiettivo materno-infantile).d-bis) l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana, nonché alle tecniche di procreazione medicalmente assistita; d-ter) l’informazione sulle procedure per l’adozione e l’affidamento familiare.
- VISTA la Legge n. 405 del 29 luglio 1975 "Istituzione dei consultori familiari" con lo scopo di assicurare:
- a) l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
- b) la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti;
- c) la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento;
- d) la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza, consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso;
- l’istituzione di un consultorio principale in ogni zonadistretto; - la definizione dei percorsi di accesso ai servizi consultoriali, al fine di offrire un sostegno integrato alla donna, alle coppie ed alla famiglia; - la riqualificazione delle funzioni sociali e sociosanitarie dei consultori in continuità con il potenziamento dei servizi per il consolidamento della maternita/paternita responsabili e per una sessualita consapevole; - il sostegno alla genitorialita; da svilupparsi anche nell‟ambito dei corsi di preparazione alla nascita, per il potenziamento delle capacità relazionali, per favorire il rapporto tra genitori e figli adolescenti, per sostenere gli orientamenti sessuali dei figli; - il sostegno alle famiglie in difficolta, e/o a rischio psico-sociale; anche attraverso i servizi di mediazione familiare finalizzati alla prevenzione dell‟allontanamento temporaneo dei minori e al loro rientro in famiglia nel caso di affidamenti già attivati; - la prevenzione, il trattamento e la cura del danno rivolti a donne e minori che sono stati vittime di forme di violenza, di maltrattamento o abuso e l’attivazione del Centro di coordinamento previsto dalla L.R. 59/2007; - l’accoglienza, l’orientamento e l’accompagnamento dei cittadini immigrati che prevedano il ricorso allo strumento della mediazione culturale; - l’attivazione del percorso regionale “Mamma Segreta” finalizzato alla prevenzione dell‟abbandono traumatico alla nascita e all’affermazione del diritto del parto in anonimato, attraverso la costituzione di un’équipe multidisciplinare per l’informazione, l’orientamento e l’accompagnamento della donna e del neonato. - progetti mirati per l’attivita di sostegno alla donna e alla famiglia nella fase del post-partum, per la diffusione dell’allattamento al seno e per l’orientamento e l’informazione anche alle famiglie degli immigrati
- VISTA la Legge n. 194 del 22 maggio 1978 "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza"
- VISTO il DM 24 aprile 2000 - Adozione del Progetto obiettivo materno-infantile (POMI), relativo al “Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000”
- VISTA la DGR 259/2006 nella parte che tratta sui programma di interventi di riqualificazione dei servizi consultoriali e di educazione e formazione finalizzati alla diffusione ed al consolidamento di una cultura della maternita e paternita responsabili e di una sessualità consapevole;
- VISTA la DGR 787/2007 nella parte relativa al rafforzamento degli interventi sociali previsti a sostegno della genitorialità e delle famiglie
- VISTA la DGR 874/2007 relativa all’individuazione di specifici settori d’intervento per la riorganizzazione dei consultori familiari finalizzata a potenziare principalmente gli interventi sociali in favore delle famiglie.
- VISTA la DGR 1039/2008 riguardo l’attuazione del Progetto regionale “Conoscere per Prevenire‟ in materia di prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e delle mutilazioni genitali femminili (MGF) fra le donne immigrate. Questo progetto pone particolae attenzione alle necessità riscontrate dai cambiamenti demografici;
- VISTA la DGR 1139/2008 “Approvazione di azioni regionali per la riorganizzazione dei consultori per potenziare gli interventi socio-sanitari a favore delle famiglie”. In coerenza con gli obiettivi e le finalità di intervento della DGR 874/2007, che definisce le linee progettuali sulla base delle quali le Aziende sono tenute a presentare specifici progetti per interventi di creazione di una Rete Regionale di Consultori Principali, con l’istituzione dell’Unita funzionale consultoriale e l’assegnazione nominativa del personale, prevede:
Il POMI, adottato nel 2000, assegna un ruolo strategico centrale ai Consultori Familiari (CF) nella promozione e tutela della salute della donna e dell’età evolutiva e indica in dettaglio modalità e campi operativi prioritari. In esso inoltre, si sottolinea l’esigenza di integrare la struttura del consultorio familiare nel modello dipartimentale sottolineando la necessità, della messa in rete. In esso infatti è possibile individuare, all’interno delle varie aree di intervento proprie delle attività consultoriali, tre veri e propri progetti strategici quali:
- VISTA la relazione del Ministero della Salute sull’attività dei consultori nel 2008 ovvero del DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE E DELLA COMUNICAZIONE DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA UFFICIO X, con lo Scopo di verificare le attività svolte orientate alle raccomandazioni del Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) a livello dei CF nel territorio Nazionale e che cosi recita:
Per lo svolgimento delle sue attività il consultorio si avvale, di norma, delle seguenti figure professionali: ginecologo, pediatra, psicologo, ostetrica, assistente sociale, assistente sanitaria, infermiere pediatrico, infermiere professionale. Possono essere previste in qualità di consulenti, anche altre figure professionali quali il sociologo, il legale, il mediatore linguistico-culturale, il neuropsichiatria infantile, l’andrologo e il genetista presenti nella ASL, a disposizione dei singoli consultori. L’accesso e le prestazioni erogate all’interno del Consultorio sono gratuite e, nella maggior parte dei casi ad accesso diretto, per i cittadini italiani e per gli stranieri residenti o per coloro che soggiornano temporaneamente sul territorio italiano; per questo motivo i CF sono stati concepiti come servizi “a bassa soglia”, cioè visibili e facilmente accessibili particolarmente da quei gruppi di popolazione a rischio. L’accessibilità è un concetto complesso che esprime non solo la facilità o meno da parte dell’utente di entrare in contatto con gli operatori del servizio per la risposta alla domanda di salute, ma anche la capacità del servizio di accogliere e prendere in carico in modo completo la persona per tutto il percorso di cura. Ciò implica che il servizio sia in grado di essere flessibile e capace di entrare in relazione con le diverse tipologie di utenti. Al C.F. spetta un ruolo specifico nell’educazione e nella promozione della salute, particolarmente nel campo della procreazione responsabile, della gravidanza fisiologica, della contraccezione e dell’IVG, ed un ruolo altrettanto specifico nell’educazione sessuale degli adolescenti e nel disagio familiare e dell’età evolutiva. Diventa urgente il potenziamento dei Consultori perché in questi anni vi è stato un disinvestimento nella prevenzione e nella promozione della salute con uno spostamento verso le “cure in ospedale”, una medicalizzazione ed una privatizzazione sempre più marcata, con una pratica medica sempre meno relazionale e sempre più tecnicistica. ORGANIZZAZIONE DEI CONSULTORI : Il Consultorio che possiede al proprio interno uno Spazio Giovani svolge la sua attività attraverso un lavoro di équipe, in spazi ed orari diversi da quello degli adulti ed in stretto collegamento con il mondo della scuola ed intende: - coordinare con gli organi scolastici l’offerta attiva di corsi di informazione ed educazione alla salute nelle scuole, al fine di promuovere una sessualità responsabile e per la prevenzione delle Malattie Sessualmente Trasmesse; - promuovere un’offerta attiva dello spazio giovani nel consultorio per dare la possibilità di approfondimento a livello individuale e/o per piccoli gruppi agli stessi studenti coinvolti nei corsi di educazione alla salute effettuati presso le scuole; - programmare incontri con i genitori degli alunni delle scuole, sulle problematiche della sessualità in età adolescenziale e più in generale, incontri di formazione-informazione finalizzati a rendere gli adulti più vicini alle problematiche dell’adolescenza; - predisporre la stesura della relazione per il Giudice Tutelare (art. 12 legge 194/78 ) per i minori che intendano interrompere la gravidanza in assenza del consenso dei genitori; - offrire consulenze/prestazioni sanitarie per problemi legati alla vita affettiva e relazionale e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e dei comportamenti a rischio. Dai risultati dell’indagine emerge che il 23% dei CF Nazionali dispone di un’equipe consultoriale composta da 1-3 figure professionali fondamentali, il che lascia intendere che in questi consultori non si riesca a lavorare in maniera multidisciplinare considerata la scarsa presenza di professionisti. Il 45% dispone di un’equipe di 4-5 figure, con le quali è possibile svolgere un lavoro di equipe sufficiente anche se incompleto. Il 21% dispone di un’equipe di 6-7 figure; tale dato evidenzia il fatto che solo poche Regioni sono riuscite ad adeguarsi a quanto previsto dal POMI. Solo il 4% dei consultori ottempera alla sopracitata normativa garantendo la presenza di 8 figure; Un aspetto importante dell’attività di prevenzione riguarda le visite e i counselling pediatrici, in cui vengono fornite le informazioni sui comportamenti dei bambini e sui loro bisogni di salute, con particolare attenzione anche alle campagne vaccinali. Il pediatra consultoriale ha un ruolo non esclusivamente assistenziale (vicariabile e vicariato dall’esistenza del pediatra di libera scelta), ma un ruolo essenziale per la comprensione dei problemi fisici e psicologici dei minori che afferiscono ai consultori nonché per le strategie vaccinali, ed un ruolo importante per gli adolescenti nell’ambito dell’educazione sessuale e della prevenzione delle dipendenze, oltre che un ruolo nelle attività scolastiche. Infatti, oltre alle visite un’ ulteriore tipologia di intervento proposta dai consultori è quella del counselling, con la quale si intende la richiesta, non necessariamente derivante da problemi clinici, di consigli/consulenza che possono essere prestati da figure professionali dell’equipe. In particolare riguarda tutto ciò che attiene la sfera relazionale, psicologica e sessuale, anche nei casi in cui ci siano problematiche connesse ad episodi di abuso e/o violenza sessuale e alle scelte e alle decisioni procreative. In conseguenza dei nuovi assetti della famiglia (famiglie ricostituite, unioni di fatto, famiglie con un solo genitore, famiglie miste) i consultori familiari devono estendere il loro intervento anche su queste aree, che sono in forte espansione a causa delle crescenti richieste. Sia per prevenire il disagio familiare, che per accompagnare la scelta di adozione o di affido familiare, o per la necessità di intervenire con una attività di mediazione familiare. La promozione della salute e l’assistenza nell’età adolescenziale è uno degli obiettivi più importanti dei consultori, i quali cercano di garantire uno stato maggiore di benessere a questa fascia di età ponendo le basi per una migliore qualità della vita adulta futura. La menopausa è ancora vissuta spesso con disagio e sono scarse e spesso contraddittorie le informazioni su come affrontarla serenamente. Un’ attenzione specifica deve essere rivolta alla donna in questo periodo, tenendo conto che la cessazione dell’attività ovarica comporta effetti che possono compromettere in maniera significativa la sua qualità della vita; particolare interesse deve essere quindi rivolto alla prevenzione di alcune patologie, quali le malattie cardiovascolari, l’osteoporosi e a situazioni, quali l’incontinenza urinaria, le problematiche relazionali e quelle legate alla sessualità. I dati sui counselling andrologici poi rilevano un’ ulteriore diminuzione dell’offerta, essendo quasi del tutto assenti, ad eccezione della Valle D’Aosta, della Liguria, dell’Umbria e della Sicilia. Un’altra informazione utile è sulla possibilità dei consultori di effettuare vaccinazioni. Il consultorio familiare può intervenire nell’offerta attiva delle vaccinazioni per il conseguimento degli obiettivi del “Piano Nazionale Vaccini”, collaborando alla realizzazione di campagne vaccinali e di educazione sanitaria. Come è noto poi, il consultorio familiare è il luogo della prevenzione e della cura del disagio legato al ciclo di vita personale e di coppia ed ha tra i compiti istituzionali primari, il sostegno alla donna ed alla famiglia ed in particolare alla genitorialità. E’ importante, come stabilito dal Progetto Obiettivo Materno Infantile, che ogni prestazione venga garantita da diverse figure professionali nelle loro specificità, offrendo ogni giorno servizi idonei a rispondere alle richieste degli utenti in tempi adeguati. Nonostante gli sforzi fatti per offrire dei servizi efficaci il numero dei consultori familiari è andato negli anni contraendosi. Anche nei momenti della loro maggiore diffusione sul territorio, l’obiettivo della legge 34/96 che prevede un consultorio familiare in zone rurali e semiurbane ogni 10.000 abitanti e in zone urbane-metropolitane ogni 20.000-25.000 abitanti è stato raggiunto solo in alcune aree, sebbene la popolazione che vi afferisce è in alcuni casi decisamente più alta, anche per una maggiore presenza delle popolazioni immigrate che fanno del consultorio la struttura territoriale scelta in via prioritaria. È inoltre un peccato che non si possa dare conto della straordinaria ricchezza delle esperienze consultoriali, che solo in minima parte vengono rappresentate in documenti più o meno ufficiali.
- Percorso Nascita,
- Adolescenti
- Prevenzione dei tumori femminili
Le funzioni istituzionali rendono il Consultorio una struttura prevalentemente flessibile ed adattabile alle esigenze territoriali. I Consultori del territorio toscano si differenziano tra loro in maniera rilevante, da questo la scelta di suddividerli in tre categorie, Principale, Secondario, Proiezione, differenti in base alla stabilità del personale assegnato: Principale: è il consultorio in cui si ha la presenza delle 4 figure professionali; ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale; Principale stabile: è il consultorio in cui si ha la presenza stabile di tutte le 4 figure professionali; ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale; Principale non stabile: è il consultorio in cui si ha la presenza di tutte le 4 figure professionali; ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale. A differenza del consultorio principale stabile le figure professionali stabili risultano meno di 4. Secondario: è il consultorio in cui necessariamente si ha la presenza di almeno 2 delle seguenti figure professionali quali: ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale. Necessariamente una delle due figure professionali presenti deve essere la figura professionale dell’ostetrica o del ginecologo. Si distingue dal consultorio principale per l‟assenza di almeno una figura professionale delle 4 considerate. Proiezione del consultorio: è un consultorio distaccato in cui operano le figure professionali già assegnate ad una sede secondaria o principale che garantiscono il raccordo con l’équipe consultoriale della sede (potrebbero essere figure assegnate anche ad un presidio ospedaliero del territorio). Le proiezioni si distinguono in due tipologie: Proiezione 1: è il consultorio in cui necessariamente si ha la presenza di una delle seguenti figure professionali: ginecologo e ostetrica. Non sono previste le figure professionali dello psicologo e assistente sociale Proiezione 2: è il consultorio in cui necessariamente si ha la presenza di almeno una delle seguenti figure professionali: psicologo e assistente sociale. Non sono previste le figure professionali ginecologo ed ostetrica. Sono inoltre costituiti organismi consultivi e di raccordo: In realtà dall’indagine emerge che, se pur ogni zona abbia costituito il Consultorio principale, la grande maggioranza delle sedi sono di tipo “secondario”, mancando spesso le figure dello psicologo e dell’assistente sociale che potrebbero garantire l’esistenza di quella équipe su cui si fonda il Consultorio stesso così come descritto negli atti normativi nazionali e regionali e che dovrebbe assicurare soprattutto una presa in carico di situazioni complesse legate non solo alla maternità e alla paternità responsabili ma anche alle dinamiche familiari e di coppia. E dove si conclude: “nel clima generale di attenzione alla corrispondenza tra costi e servizi, in coerenza con la necessaria ricerca di un efficace bilanciamento tra bisogni emergenti tra i cittadini e risposte appropriate delle istituzioni, il Consultorio familiare dovrebbe assurgere al ruolo di avamposto principale e cerniera delle politiche sociali e sanitarie integrate, facendosi modello di buone pratiche e tornando a recuperare il suo ruolo di riferimento nazionale conseguente ad una sua peculiare centralità all’interno del Piano Regionale Socio Sanitario che proprio dell’integrazione fa il proprio punto di forza e di garanzia di coesione sociale.
- VISTA l'Indagine conoscitiva “Ruolo, funzioni e prospettive dei consultori della Regione Toscana” con la Relazione conclusiva della IV Commissione del Febbraio 2012 dove si descrive l’articolazione territoriale dei consultori nella Regione Toscana:
- VISTA la DGR 1318 DEL 2009 “Approvazione azioni regionali per la riorganizzazione dei consultori e per il consolidamento degli interventi socio-sanitari a favore delle famiglie.
- VISTO il PSSRI 2012-2015, dove si dichiara necessario il rilancio dei consultori familiari:
E dove si dichiara altresi che “Ogni servizio vaccinale deve svolgere i propri compiti in sedi idonee e secondo modalità operative standardizzate”, e sicuramente il consultorio familiare rappresenta il luogo più idoneo per questa importante attività, sia nel/la bambino/a, che nell’adolescente; CONSIDERATA la DGR 77 su “Disposizioni urgenti per il riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale”, dove si propone l'accorpamento dalle attuali 12 in 3 uniche ASL in tutta la Regione Toscana, riorganizzazione che presumibilmente potrebbe comportare la difficoltà di affrontare oggettivamente e capillarmente i problemi specifici dei territori CONSIDERATO necessario, quale obiettivo prioritario nell'ambito della programmazione sanitaria, potenziare e riqualificare l'assistenza territoriale, integrando il sanitario con il sociale EVIDENZIATO che, ad oggi il consultorio familiare, comprensivo di tutte le sue figure, ovvero:
- Per affrontare i problemi emergenti nei nuovi nuclei familiari e non solo;
- Per la promozione attiva degli stessi nel ruolo educativo e di prevenzione del disagio, entrando nella scuola e nei contesti di aggregazione e socializzazione giovanile
- Per la prevenzione delle violenze specie in ambito domestico, dove si riconosce che il contesto di riferimento è prioritariamente quello ospedaliero, ma che la tutela della vittima successivamente al suo ingresso al pronto soccorso dovrà essere assicurata con il coinvolgimento delle strutture consultoriali…”
è l’unica organizzazione nel territorio comunale in grado di garantire efficacemente:
- Medico specialista in ginecologia e ostetricia
- Psicologo
- Infermier* o Infermier* pediatric* (Vigilatrice d'infanzia)
- Ostetric@
- Puericultore/trice
- Dirigente di comunità
- Assistente sociale
- Assistente sanitari*
- Educatore/trice
- Mediatore/trice Culturale
VISTO anche il riconoscimento UNICEF dell’ospedale del Mugello come ospedale amico del bambino per la pratica di allattamento al seno, e di cure amiche per la mamma, che senza un’adeguata accessibilità consultoriale rischiano di non trovare continuità e supporto nel territorio; PRESO ATTO che, vista la scarsità dei consultori familiari e di conseguenza la difficoltà di accedervi, molte donne sono costrette a ricorrere a Ginecologi privati per vedersi garantita una delle funzioni fondamentali del consultorio ovvero: “la presa in carico completa”, determinando inevitabilmente differenze sul diritto alla salute tra chi può rivolgersi al privato e chi non può; VISTO poi lo scarso uso di contraccettivi negli adolescenti e il frequente ricorso delle minorenni a pillole abortive acquistate su internet e altresì l’aumento delle gravidanze nelle stesse minorenni, è indispensabile anche nelle scuole secondarie di primo grado affrontare il problema dell’educazione sessuale, della contraccezione, della prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e dell’educazione ad una maternità cosciente e responsabile con personale competente, attualmente rappresentato soltanto da figure qualificate provenienti dai consultori familiari; CONSIDERATO che il consultorio di Borgo San Lorenzo, oltre ad essere di difficile accesso per le situazioni “più fragili”, è anche insufficiente per dare risposte alla necessità della popolazione (molte donne dopo il parto devono attendere mesi prima di riuscire a fare la visita dal ginecologo del consultorio) VISTA poi la difficoltà di garantire in tempi celeri la vaccinazione infantile per il meningococco, come ad esempio si è avuta nello scorso autunno, che ha portato a stipulare una convenzione tra ASL e pediatri di libera scelta, con un aggravio ulteriore di spesa per il SSR VISTA anche l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce nel carcinoma del collo dell’utero, che solo a livello di consultorio può essere adeguatamente fatta attraverso vaccinazioni e screening di pap test, e la necessità di effettuare queste attività capillarmente nel territorio, al fine di intercettare anche le persone più fragili che possono avere difficoltà negli spostamenti; E RITENUTO necessario nei suddetti comuni uno sportello di ascolto per donne, bambini, adolescenti, famiglie Impegna il Presidente e la Giunta
- assistenza sanitaria e sociosanitaria alle donne, ai minori, alla coppia e alle famiglie,
- sorveglianza e sostegno della prima infanzia, a prevenzione anche di situazioni di disagio e di abbandono,
- assistenza alle donne in stato di gravidanza e per l’interruzione volontaria della gravidanza,
- educazione ad una maternità cosciente e responsabile,
- per l’intercettazione di eventuali abusi su donne e bambini,
- per la prevenzione e gli screening dei tumori del collo dell’utero,
- per l’educazione delle/degli adolescenti alla contraccezione, a comportamenti sessuali coscienti, alla prevenzione delle malattie,
- per la presa in carico della donna in tutte le sue fasi di cambiamento;
Borgo S. Lorenzo 16 Febbraio 2015 Tatiana Bertini gruppo PRC Mugello Claudia Masini gruppo PRC Mugello Monica Sprio gruppo Centro Sinistra Sandra Cerbai gruppo Centro Sinistra Viviana Rossi gruppo 5S Degl'Innocenti Simona gruppo Centro Sinistra
- A farsi garante affinchè la Regione Toscana e la ASL assicurino adeguate risorse umane, strumentali ed economiche per potenziare e riqualificare i consultori familiari, visto l'importante ruolo che essi svolgono nell'attuale contesto sociale
- A farsi garante affinché nel territorio del Mugello La Società della Salute, oltre al consultorio principale completo di tutte le sue figure nel comune di Borgo San Lorenzo, apra degli sportelli consultoriali Secondari o di Proiezione di tipo 1 e 2 (ma con la possibilità di presenza, secondo la necessità, di tutte le figure professionali che dovrebbero essere presenti nei consultori) in tutti i comuni, con apertura sulle 12 ore e con la possibilità di attività vaccinali anche pediatriche.
- A farsi garante affinché, al fine di assicurare la presa in carico del/della fanciull@, della donna, dell’adolescente, della famiglia, le prenotazioni per accedervi siano fatte direttamente in loco, o attraverso il consultorio principale di Borgo S. Lorenzo, e non attraverso il cup metropolitano.
- A farsi garante affinchè l'attività di suddetti consultori venga capillarmente pubblicizzata sia nelle scuole che negli studi dei MMG e dei pediatri di famiglia, nonché nell’ospedale del Mugello e nelle farmacie