E' stato pubblicato nei giorni scorsi il consueto rapporto della Direzione Investigativa Antimafia del 1° semestre 2023 e la parte relativa alla Toscana è alquanto interessante secondo la lettura che ne fa uno dei punti di riferimento italiano dello studio di questi fenomeni ovvero Salvatore Calleri Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto che giudica la fotografa della situazione esistente per quanto riguarda le mafie presenti.
"Nel semestre in parola, come in quello precedente, nel territorio della Regione si conferma la presenza e l’operatività di elementi contigui ad organizzazioni criminali mafiose italiane e straniere.
Con riferimento ai gruppi di mafia di origine italiana, la presenza e l’operatività sul territorio regionale riguardano in particolar modo quelli calabresi e campani, rispetto alle consorterie siciliane meno radicate.
La criminalità di matrice etnica, oltre al traffico di droga, è dedita anche ai reati estorsivi e predatori, in particolar modo da parte di albanesi, romeni, cinesi, magrebini e nordafricani in genere, che si avvalgono all’occorrenza della “manovalanza” di soggetti in stato di bisogno o irregolari sul territorio nazionale.
Le attività illecite dei gruppi di camorra riscontrate negli ultimi periodi si concentrano prevalentemente nei settori delle estorsioni commesse nei confronti di soggetti originari della Campania e della Toscana, nella gestione del traffico e smaltimento illecito di rifiuti, in quello del traffico di stupefacenti fino al riciclaggio di danaro e al reimpiego in attività immobiliari o imprenditoriali con particolare riferimento al settore turistico-alberghiero.
L’operatività dei clan di ‘ndrangheta continua a evidenziarsi nel territorio della Toscana, come del resto confermato dalle attività investigative condotte nei passati periodi, principalmente nell’ambito delle estorsioni, del traffico di stupefacente, dello smaltimento illecito di rifiuti e delle frodi fiscali.
Proprio con riferimento alla criminalità calabrese, il 19 gennaio 2023 i Carabinieri di Firenze, nell’ambito della operazione “Kirmata”1 hanno tratto in arresto 6 soggetti, di cui uno originario di Isola di capo Rizzuto (KR), per frodi fiscali mediante società attive nell’edilizia operanti prevalentemente nella provincia di Pisa. Quest’ultimo, risulterebbe aver orientato parte dei propri interessi in Toscana e sarebbe considerato rappresentante delle famiglie di ‘ndrangheta di Isola capo Rizzuto (KR) al di fuori della Calabria.
Altra indagine meritevole d’interesse, con riferimento alla presenza e agli investimenti della ‘ndrangheta in Toscana, risulta essere l’operazione “San Galgano” già condotta dalla DIA di Firenze all’inizio del 2022.
Ancora il 25 maggio 2023, la Guardia di finanza di Firenze ha eseguito una misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di un soggetto di origine calabrese residente in Toscana e “vicino” alla cosca dei Mammoliti di Oppido Mamertina (Reggio Calabria).
La misura ha riguardato il sequestro di oltre 60 immobili ubicati in provincia di Livorno, per un valore complessivo superiore a 6 milioni di euro e beni mobili relativi a depositi titoli e conti correnti bancari nel Principato del Liechtenstein, situato tra la Svizzera e l’Austria, per oltre 5 milioni di euro al soggetto proposto e ai suoi familiari.
Per quanto attiene alla criminalità campana negli ultimi periodi risulterebbe interessata prevalentemente al traffico e allo spaccio di stupefacenti, oltre ad attività estorsive.
Con riferimento specifico alla città di Firenze, a seguito degli sviluppi investigativi già citati nel semestre precedente, nell’ambito dell’operazione “Revenge”, consistita nell’esecuzione di 12 provvedimenti cautelari nei confronti di soggetti ritenuti affiliati al clan camorristico Cuomo di Nocera Inferiore (Salerno), in data 9 maggio 2023 il Tribunale di Firenze ha condannato5 3 cittadini italiani, tutti di Nocera Inferiore (Salerno), accusati di essere stati i mandanti dell’azione intimidatoria contro un esercizio commerciale fiorentino.
Il 10 maggio 2023, nello stesso ambito investigativo, la Polizia di Stato ha notificato a un altro campano il decreto di obbligo di soggiorno per 3 anni e la confisca dei beni emesso dal locale Tribunale.
La presenza e il radicamento di soggetti sul territorio toscano legati ad ambienti del crimine organizzato di tipo camorristico, sono comunque da segnalare in larga parte della Regione: dal Valdarno (Arezzo) alla Valdinievole (Pistoia), dalla Maremma (Grosseto) alla Versilia (Lucca) e nessuna provincia può ritenersi esclusa se non dal vero e proprio radicamento, quantomeno dalla presenza stabile di soggetti collegati con clan attivi in Campania.
Si cita, a titolo esemplificativo, l’avvenuto arresto da parte dei Carabinieri di Siena, il 15 febbraio 2023, di un campano residente da diversi anni a Monteroni d’Arbia (Siena), in esecuzione di un provvedimento definitivo emesso dall’A.G. di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
Tra i reati alla base della condanna quelli di associazione a delinquere finalizzata al traffico illegale di stupefacenti con l’aggravante di aver agito con il fine dell’agevolazione mafiosa, risalenti agli anni 2012 e 2013, commessi a Mondragone (Caserta) e Napoli.
Per quanto riguarda i sodalizi stranieri, le etnie più presenti sul territorio toscano si confermano quelle romene, cinesi e albanesi, oltre a gruppi di magrebini e nigeriani impegnati soprattutto nel traffico e nello spaccio di stupefacenti.
In particolare, le organizzazioni criminali albanesi manifestano un’alta pericolosità e una forte incidenza nelle attività illegali, con particolare riferimento al traffico di droga: si tratta di consorterie ben strutturate e sorrette da una forte componente solidale, rafforzate spesso al loro interno da legami di parentela.
In tale ambito, il porto di Livorno si conferma ormai da anni un importante hub per la criminalità albanese, per immettere in Italia i carichi di droga. Tuttavia lo scalo in questione è costantemente sottoposto a serrati controlli delle Forze dell’Ordine che hanno effettuato rilevanti sequestri di stupefacente.
Al riguardo, il 23 gennaio 2023 la Guardia di finanza di Livorno ha sequestrato 180 chilogrammi di cocaina occultati all’interno di un container frigo carico di banane, partito un mese prima da un porto sudamericano, e proveniente dall’Albania.
Successivamente, il 1° aprile 2023 la Guardia di finanza di Livorno ha tratto in arresto 3 albanesi mentre recuperavano, dall’interno di un container proveniente dal Sud America, un carico di cocaina di 53 chilogrammi per un valore di oltre 10 milioni di euro. Come più volte sottolineato, le organizzazioni straniere, soprattutto albanesi, che nel centro-nord Italia hanno una consolidata leadership nel traffico internazionale di droga, non disdegnano di stringere alleanze criminali con esponenti dei sodalizi italiani.
Una recente conferme si rileva dall’attività conclusa il 21 aprile 2023 dalla Polizia di Stato di Bologna con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 persone, italiane e albanesi, ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di droga. L’attività, che ha consentito di indagare complessivamente 48 soggetti, si è focalizzata su un gruppo di albanesi capeggiato da due fratelli e da un connazionale, residenti a Santa Croce sull’Arno (Pisa) e a Massa e Cozzile (Pistoia), che si approvvigionavano periodicamente dall’Olanda di considerevoli quantitativi di cocaina destinati alle piazze di spaccio del centro-nord Italia.
L’indagine ha consentito di portare alla luce tutta la filiera, dai basisti ai sodali in grado di individuare e preparare i mezzi per il trasporto della droga, ai referenti in Italia deputati alla distribuzione della droga. I vertici del gruppo avevano inoltre rapporti con due pregiudicati salernitani per lo smercio della cocaina nelle province di Salerno e Avellino.
Analogamente, con riferimento alle indagini di contrasto alla criminalità albanese, si richiama l’operazione “Black Eagle” conclusa il 29 marzo 2023 dalla DIA a Firenze, Padova, Genova e Catanzaro (in sinergia con la polizia federale belga) nei confronti di soggetti albanesi e italiani. L’indagine ha consentito di procedere al sequestro di un immobile del valore di oltre 100 mila euro e oltre 30 mila euro in contanti per traffico di stupefacenti e riciclaggio.
Esponenti criminali di etnia centro e nordafricana, presenti in quasi tutte le province toscane, sono impegnati prevalentemente nello spaccio di stupefacenti, nonché nel favoreggiamento e nello sfruttamento della prostituzione e nella vendita di merce contraffatta.
Significative, al riguardo, le diverse operazione che hanno contrassegnato il territorio toscano in questo semestre, tra le quali si segnala quella del 6 marzo 2023 quando la Guardia di finanza di Montepulciano (Siena) ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal locale Tribunale, nei confronti di 11 soggetti (3 italiani) dei quali 8 indagati per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, nella sua fattispecie aggravata, nonché il sequestro preventivo delle quote di una società di capitali.
L’operazione è stata condotta nelle province di Siena, Firenze, Arezzo, Mantova, L’Aquila e Viterbo ed è stata sottoposta a sequestro anche la società utilizzata dai sodali. Quest’ultima aveva base operativa in provincia di Siena, nei comuni di Chianciano e Montepulciano.
Le indagini hanno consentito di accertare l’assunzione di 347 badanti, di cui solo 58 impiegate realmente in attività lavorativa. Il 28 marzo 2023 la Polizia di Stato di Torino ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere12 nei confronti di 16 persone di nazionalità nigeriana, considerate appartenenti all’associazione mafiosa EIYE, collegata a un più ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in diversi Stati europei ed extraeuropei.
Uno dei capi dell’associazione, anch’egli nigeriano, è stato rintracciato e arrestato in provincia di Livorno, dove risultava risiedere con la famiglia.
La criminalità di matrice cinese continua a mantenere un ruolo primario in molte attività economiche, specialmente nel distretto del tessile-abbigliamento che coinvolge le province di Firenze, Prato e Pistoia.
Le forme di illegalità più diffuse continuano a confermarsi la produzione e la commercializzazione di merce contraffatta o non conforme alla normativa comunitaria, con i connessi aspetti di evasione fiscale e contributiva, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della manodopera irregolare, oltre a reati estorsivi e predatori commessi prevalentemente nei confronti di connazionali.
In particolare, il 15 marzo 2023 la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone di origine cinese, residenti a Firenze e nella provincia per associazione per delinquere finalizzata all’abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento e alla truffa. Gliindagati avrebbero organizzato una banca “clandestina” all’interno di un negozio di elettronica del capoluogo toscano, offrendo ai connazionali (spesso imprenditori del settore dell’abbigliamento e della lavorazione di pellame) la possibilità di trasferire il proprio denaro in Cina, a fronte di una commissione del 2,5%, attraverso illegali canali finanziari che impedivano il tracciamento dei flussi”.
Cosa si può quindi dedurre dalla fotografia fatta dalla DIA in Toscana?
I clan italiani risultano ben presenti, specie i campani ed i calabresi ma personalmente non darei per scontata l’assenza dei siciliani, essendo arrivati prima a mio modesto parere son diventati irrintracciabili.
Il settore dei rifiuti si conferma alquanto interessante per le mafie nostrane.
In Toscana trova poi conferma la presenza di numerose mafie straniere con albanesi, cinesi e nigeriani in primis.
In particolare mi ha colpito la presenza di un capo della mafia nigeriana arrestato a Livorno dove c’è un porto da sempre amato dai narco mafiosi. Un occhio di attenzione pure va ai narcos magrebini che vanno monitorati per valutare l’arrivo della Mocro Maffia, da non sottovalutare.In conclusione non posso che ribadire che la mafia in Toscana oramai è un grosso problema e non bisogna dimenticare pure le numerose indagini divenute consuete sul riciclaggio di denaro sporco. Sia chiaro non è un problema solo toscano come emerge dalla relazione ma oramai è un problema anche toscano, alla pari con altre realtà un tempo isole felici."