La Regione Toscana ha celebrato il Giorno della Memoria con un evento di grande impatto formativo, coinvolgendo oltre mille studenti giunti al Teatro del Maggio Fiorentino e molti altri collegati in streaming. L’iniziativa, da oltre venti anni un pilastro della commemorazione regionale, ha posto al centro il racconto delle deportazioni nei campi di sterminio nazisti, evidenziando l’importanza della memoria non solo come sentimento, ma come conoscenza attiva e critica.
L’evento ha affrontato temi complessi come il concetto di "razza pura", l’indifferenza sociale, il falso mito degli "italiani brava gente" e il ruolo dei carnefici italiani nelle deportazioni. Particolare emozione hanno suscitato le testimonianze dirette di Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute all’inferno di Birkenau da bambine, che hanno raccontato gli orrori vissuti, le perdite familiari e la loro resilienza. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha consegnato alle sorelle Bucci il Pegaso d’oro, massimo riconoscimento regionale, per il loro instancabile impegno nel trasmettere la memoria alle giovani generazioni.
Durante la giornata, esperti e testimoni hanno ripercorso storie di deportati politici, internati militari, persone LGBTQIA+, rom, sinti, testimoni di Geova e disabili, tutte vittime della discriminazione nazista. Tra queste, le vicende di Michele Montagono, studente antifascista e internato militare, e Marcello Martini, giovane deportato politico a Mauthausen, sono state narrate come esempi di coraggio e resistenza.
La memoria è stata al centro del messaggio del padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato, che ha sottolineato l’importanza di contrastare l’indifferenza e di utilizzare la memoria come seme per superare le barriere e promuovere la pace. Anche l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini e il consulente Ugo Caffaz hanno ribadito il ruolo cruciale dell’educazione all’antifascismo e della consapevolezza storica nelle scuole.
Tra interventi musicali e testimonianze storiche, la giornata ha evidenziato come la memoria, lontana dall’essere solo un ricordo del passato, debba servire da guida per costruire un futuro più giusto e inclusivo.
Mugelli Giampiero
Personalmente amo tutti i popoli di ogni colore e religione. Di tutti i popoli non amo: delinquenti, usurpatori e i bugiardi. Non sono un negazionista, Vorrei che la storia del passato venisse raccontata come è veramente accaduta e non come è semre stata raccontata. Nessuno contesta il giorno della memoria, ma andrebbero inclusi nella memoria pure i morti ammazzati nei Gulag, nelle deportazioni in Unione Sovietica, oppure i morti a Dresda, coloro che sono morti sotto i bombardamenti o per sperimentare due atomiche. Tutto per rispetto alla storia e ai morti che ci sono stati in quella pazzia chiamata guerra. Voluta da pochi e sofferta da molti. Ricordiamoci pure di Gazza, quasi novantamila persone trucidate; tutti civili per la maggior parte bambini, donne e anziani . Rispetto tutti e ho un ricordo per tutti; perché la storia è unica! Se vera.