Alcuni giorni fa, domenica 10 luglio 2022 presso il Circolo La Terrazza di Ronta di Mugello, l’amico scrittore Alfredo Altieri ha presentato il suo libro “Dante in Mugello”, ultima fatica dell'autore, con il coordinamento di Pier Tommaso Messeri e la presenza del vice sindaco Cristina Becchi e dell’assessore Patrizio Baggiani.
Con l’amicizia che ormai ci lega da tanti anni, abbiamo voluto scambiare con Alfredo alcune domande per meglio chiarire il suo interessante e significativo lavoro storico sul grande personaggio in oggetto. La prima domanda da porgli viene spontanea, perché ora e non l'anno scorso per l'anno Dantesco?
“Le ragioni sono state diverse: di salute, fraintendimenti e volute dimenticanze. Però sono convinto, che parlare e scrivere su Dante non abbia scadenze, e poi il libro parla soprattutto dei suoi ripetuti passaggi sul nostro territorio e sul nostro Appennino”.
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Come ti è venuto in mente di fare questa ricerca?
“Riferimenti sul transito o le permanenze in zona del poeta sono riportati su alcuni libri di storia e di storia locale, ma non solo, ci sono aneddoti, riferimenti sulla Divina Commedia, racconti e leggende che si tramandano da secoli. Un esempio? I vecchi rontesi sostenevano che Dante era stato fatto prigioniero nell'assalto al castello di Pulicciano e poi tenuto prigioniero nella fortezza”.
Quali sono gli altri luoghi, che secondo i tuoi studi si possono indicare come danteschi?
“Sicuramente l'Abbazia di San Godenzo con l'atto del notaio Ser Buto di Ampinana, come pure tutta la zona del monte Falterona, il castello di Montaccianico, quello di Pulicciano e la cascata dell'Acquacheta, alla quale dedico un capitolo molto particolare”.
“Ci sono giudizi sul poeta che hai cambiato, confrontandole con i tuoi interventi di alcuni anni addietro su di lui?
Sicuramente il terribile dramma dell'esilio, dove ho capito cosa comportava per il fuoruscito questo allontanamento violento dalla propria patria. All'esiliato veniva distrutta la casa, confiscati i beni, privandolo di ogni legame affettivo, politico e sociale; egli non poteva soggiornare a lungo in uno stesso posto senza rischiare la vita braccato dai sicari. L'esiliato era un senza patria che chiunque poteva offendere, ferire e uccidere. Così fu la vita di Dante per vent'anni”.
Nel capitolo intitolato “Il ritorno negato” ti poni delle domande interessanti e cioè: se Dante aveva quel pessimo carattere tramandato dai biografi e se gli fu data, davvero, l'opportunità di rientrare a Firenze?
“Devo dire che negli anni, come già accennato, ho modificato alcune supposizioni e certezze che avevo sulla vita del poeta, sono interrogativi che pongo all'attenzione del lettore. Aggiungo che questa parte mi ha molto appassionato e riferisce cose sconosciute ai più molto interessanti”.
Perché sei così convinto che Dante fosse a Pulicciano in quel marzo del 1303?
Sono convinto che abbia preso parte al tentativo di conquista del castello per diverse ragioni e qui, a differenza del libro, ne citerò solo alcune: Dante aveva convinto Scarpetta degli Ordelaffi a mettersi a capo della coalizione e sappiamo che il poeta impersonava una sorta di consigliere militare, inoltre in quel periodo non era il grande poeta che conosciamo, era uno degli sbandati fiorentini che facevano parte della coalizione, era anche lui uno dei tanti esuli accecati dall'odio che tentavano di rientrare in patria con le armi.
Altra cosa da tenere presente, è ricordare che nei piani il castello di Pulicciano doveva cadere subito, quasi una formalità, dopodiché le forze della coalizione si sarebbero ritrovate a Montaccianico, da dove sarebbero partite alla conquista di Firenze.
Infine, una domanda non sul tuo libro, ma che cos'è per te la Divina Commedia?
“È la semplice rappresentazione della vita. Una selva oscura in cui è facile perdersi e dal cui groviglio ognuno di noi spera sempre di essere salvato e di poter tornare a “rivedere le stelle”.
Complimenti caro Alfredo ed in attesa della prossima fatica letteraria, i nostri auguri. (A.G.)
Foto 1: Il frontespizio del libro su Dante di Alfredo Altieri
Foto 2: A destra Alfredo Altieri durante la presentazione di un suo libro a Villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo (Foto A.Giovannini).