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Nebbia e Mugello. Che accadrebbe con le biomasse? Parola a un esperto (mugellano)

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Nebbia e Mugello. Che accadrebbe con le biomasse? Parola a un esperto (mugellano) Nebbia e Mugello. Che accadrebbe con le biomasse? Parola a un esperto (mugellano) © n.c.
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L'opinione dell'Ing. Paolo Chiarini sul fenomeno nebbioso che ha investito il Mugello in queste ultime settimane...

Chi vive nel Mugello in particolare nel fondovalle antropizzato è abituato a svegliarsi, soprattutto nei periodi invernali di tempo stabile e soleggiato, con la brina e la presenza di nebbia che si dirada più o meno tardi durante la giornata, lasciando intravedere il cielo azzurro e filtrare qualche raggio di sole che riscalda l’aria al suolo prima del tramonto. Chi scende al mattino dalle colline attorno l’ampia vallata, per recarsi nei centri urbani della pianura, spesso parte con il sole in quota e si immerge nel mare di nebbia al freddo umido. In questo anomalo dicembre, tutti si saranno resi conto però che il perdurare dell’alta pressione e l’assenza di ventilazione hanno garantito la presenza di nebbia nella conca del Mugello per diverse giornate e soprattutto la sua permanenza per giorni consecutivi senza diradarsi e far vedere il sole.

Questa condizione atmosferica di alta pressione “schiaccia” e comprime l’aria umida che, a causa dell’inversione termica al suolo, determina la formazione di una densa coltre di nebbia. Vengono trattenute, concentrate al suolo e miscelate nella massa umida, come un aerosol, anche le varie sostanze inquinanti prodotte dal traffico veicolare, dalle attività industriale e dagli impianti termici che emettono sostanze chimiche, gas, fumi e polveri.

Il particolato atmosferico tende sempre a ristagnare nei fondovalle e nelle pianure, ma soprattutto in certe situazioni ambientali, come la condizione meteo-climatica che si è presentata più marcata in questi giorni, ma che è presente da tutto il mese di dicembre. Lo smog si concentra e rimane confinato nello strato di nebbia come se fosse una grande “copertura” del territorio sovrastato, senza disperdersi o diluirsi nell’atmosfera circostante e determinando la qualità dell’aria che opprime chi si trova sotto e ci vive.

Nell’immagine riportata, si osserva il Mugello in questi giorni visto dall’Appennino (dal Passo della Colla) con il “mare” di nebbia che copre il fondovalle e contiene al suo interno lo smog, più o meno concentrato, in relazione all’inquinamento prodotto. Se non vi fosse produzione di emissioni inquinanti, questo “fluido bianco” consisterebbe di sola nebbia, ossia di una sospensione nell’aria di minutissime gocce di vapor acque condensato e quindi un puro e naturale fenomeno meteorologico della bassa atmosfera, che non comporta nessun problema alla salute. Purtroppo i fondovalle rappresentano anche la concentrazione antropica e la sede delle attività industriali che producono le sostanze inquinanti.

In vari territori, con presenza di grandi città all’interno di ampie vallate e pianure, soprattutto dell’area Padana, sono state emesse ordinanze per contrastare lo smog, oltre che mediante la riduzione della circolazione automobilistica, il blocco del traffico nei centri urbani, dotando il trasporto pubblico di mezzi a minore emissione; anche attraverso il contenimento della temperatura dei riscaldamenti domestici, limitando attività industriali fortemente inquinanti e addirittura il divieto per camini e stufe alimentati a biomassa legnosa (legna), e l’accensione di fuochi per la combustione di materiale vegetale e ramaglie…. Insomma, con ragione, tutto ciò che produce inquinamento atmosferico.

Ora vorrei far riflettere sulle scelte tecnico-politiche che vedano con lungimiranza nella direzione di non incrementare il tasso di inquinamento, problema che si fa più serio in condizioni ambientali come quella che stiamo trascorrendo e che può durare anche mesi e quindi sull’ipotesi di realizzazione della discussa centrale a Biomasse nel cuore del Mugello.

Ogni scelta di pianificazione territoriale, urbanistica, di approvvigionamento energetico, di viabilità e mobilità dovrebbe essere concepita nel senso di risparmio ed efficienza energetica, riduzione dei consumi e della produzione di inquinanti e alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.

Al di là adesso dei pareri, delle varie tesi e motivazioni sulla fattibilità a favore o contro l’ipotesi di una centrale a Biomasse. Se è stato deciso di realizzarla e vi è un progetto, vi devono essere delle forti motivazioni che giustifichino il costo, che pagherà il territorio e la popolazione, dovuto all’incremento di emissioni inquinanti sull’attuale contesto della vallata, al confronto dei benefici che verranno apportati dalla realizzazione dell’impianto.

Nel piano di gestione è stato previsto l’eventuale blocco delle emissioni per adeguati periodi, nel caso si verifichino contesti ambientali che favoriscono la concentrazione e permanenza di inquinanti, come quello di questi giorni? In queste condizioni, qualsiasi attività industriale andrebbe limitata, perché è come fumare continuamente in una stanza chiusa e poi viverci e soggiornare!

Inoltre, inviterei a responsabilizzare i proponenti e i concessori, nonché i politici fautori e di seguito i vari sostenitori, in modo che, se un domani ci fossero determinate ripercussioni negative dovute ad eventuale inquinamento atmosferico, tutela della salute della cittadinanza, deprezzamento del territorio, svalutazione dei prodotti agricoli e dei marchi di qualità del territorio, nonchè ripercussioni sul turismo locale, vi siano dei precisi responsabili su cui poter fare riferimento e rendere merito. Che portino avanti le loro istanze e i loro progetti, se questi sostengono che non vi saranno ripercussioni negative e che questa è una scelta giusta e oculata e che va nell’interesse della collettività, basta che ne siano responsabili.

Ing. Paolo Chiarini

 

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Commenti 4
  • paolo

    ...eggi, un po' come jhonny Stecchino: "qual' il problema del Mugello? il traffico!!!". Buon Anno Nuovo, e buone idee nuove a tutti: quelli belli e quelli brutti!!! Paolo Caramalli

    rispondi a paolo
    gio 31 dicembre 2015 01:55
  • Mattia Guidi

    Caro ing. In Mugello se decidessero di fabbricare preservativi, nascerebbe un comitato anti-preservativo, che dimostrerebbe tutte le tesi da lei esposte...Per cui ben venga la centrale a biomasse e lo smog prodotto da questa che sar sicuramente piu controllato di quello prodotto dalla circolazione veicolare. A quelli del comitato del no alla centrale consiglio di concentrare le proprie forze nei confronti di bonifiche territoriali ben pi importanti come la discarica di Paterno. Saluti Mattia Guidi

    rispondi a Mattia Guidi
    mer 30 dicembre 2015 10:36
  • Paolo

    Caro Ingegnere, condivido appieno il suo intervento, salvo la chiusura: lei sfacciatamente cortese! Troppo spesso, infatti, in Italia, l'assunzione di responsabilit non ha coinciso con l'aver dovuto effettivamente rendere conto delle proprie responsabilit. E proprio questo meccanismo ha consentito di tutelare comportamenti degeneri. Al contrario, passando di palo in frasca, ad esempio, la crisi del sistema bancario mostra per l'ennesima volta come chi ha sbagliato, e aveva la responsabilit di quanto faceva, non ha pagato affatto mentre a farlo sono stati i soliti noti: i cittadini. Credo si debba andare oltre, fare un passo in avanti. Credo sia opportuno cercare di contrastare la realizzazione di opere dannose prima che queste vengano realizzate: prevenire meglio che curare. Del resto, questa anche la logica d'azione ambientale a livello comunitario, per non dire planetario, dove ogni politica ambientale moderna viene fatta

    rispondi a Paolo
    mer 30 dicembre 2015 08:03
  • Paolo

    poggiare sul "Principio di precauzione" ossia, brutalmente, "nel dubbio, non farlo". Il discorso sarebbe lungo, lunghissimo ma rischierebbe di essere costruttivo. Casomai potremmo affrontarlo. Gli uomini saggi, peraltro, avrebbero gi deciso il (non) da farsi. Una buona giornata. Paolo Caramalli

    rispondi a Paolo
    mer 30 dicembre 2015 08:03