
Dalla Signora Stefania Guerri (cara amica e membro dell’AVO - Associazione Volontari Ospedalieri- ), riceviamo questa bella riflessione:
“ - Nel “Cantico dei Cantici” di San Francesco d’Assisi, tra le invocazioni del Santo non ricordo di aver letto Sorella Neve, che io invece desidero evocare per riflettere sulle sensazioni che provoca in noi la caduta di questi cosiddetti “fiocchi” che piano piano ricoprono le superfici che toccano, e che ammantano di bianco il mondo intorno noi. Ne deriva una immediata eccitazione come se l’evento si rivelasse portatore di qualcosa di magico, di festoso, colorando la nostra esistenza, “colorando” ripeto perchè il bianco è la sintesi di tutti i colori e quindi è come se un arcobaleno scendesse su di noi. L’eccitazione si trasforma in sensazione di gioia che stimola un desiderio di “compartecipazione” ma che, al contempo, rallenta il nostro frenetico ritmo di vita quotidiana. Si celebra così il rituale della lentezza, del rilassamento, della riflessione. La presenza della neve improvvisamente diventa terapeutica facendoci riportare alla memoria un antico proverbio che predicavano spesso i nostri nonni:”chi va piano va sano e va lontano”. In disuso ai nostri giorni. Tutto si acquieta, i rumori sono assorbiti dallo spessore della neve, i nostri piedi calpestandola “risuonano” e fanno emettere note che appartengono solamente ad un virtuale ”pentagramma della neve”, che di passo in passo compone una sinfonia particolarissima. E ci riappropriamo della spesso dimenticata nostra appartenenza alla natura che ci circonda. La neve copre tutto quello che “tocca” e nasconde anche tutto quello che non vorremmo vedere. La neve diventa “una coperta terapeutica” anche termica direi, riportandoci alla mente antichi detti popolari quali per esempio “sotto la neve pane”……perché penetrando nel terreno lo inumidisce e lo rende pronto a far germogliare i semi dei tanti prodotti che poi vengono seminati…...ma ha in sé un messaggio ancora più profondo che spesso sfugge anche alla nostra percezione e quando ne diventiamo consapevoli è come se ricevessimo un dono. Ci fa sentire più vicini agli altri, agli altri esseri umani con i quali facciamo parte di questa umanità, ”coprendo” anche tutto quello che di negativo apparentemente ci allontana. L’umanità che è ospite di questo mondo terreno, umanità di passaggio, di quel passaggio che nel tempo si può paragonare al “passaggio” della neve che pur nella sua abbondanza e persistenza spesso crea notevoli disagi ma che più di tanto non rimane, e che si scioglie anche aiutata da quel sole che poi rispunta all’orizzonte. Ci fa riflettere sulla “temporaneità” della nostra esistenza e sulla temporaneità di tutte le manifestazioni della natura che più di tanto non durano mai. Siamo subito pronti ad aiutarci nelle difficoltà….. ma perché solamente nelle difficoltà ci ricordiamo di non essere soli su questa terra? E ci viene spontaneo pensare a come poter aiutare un eventuale vicino in difficoltà e che a nostra volta potremmo averne bisogno anche noi. Una reciprocità che ci avvicina. Le notizie che ci giungono con immagini spesso raccapriccianti dai media ci fanno pensare a come potremmo semmai aiutare anche coloro che sono lontani ed ammiriamo sempre di più tutti coloro, volontari e non, che si offrono per risolvere situazioni spesso vitali per chi si trova intrappolato nella neve in questo caso o per altri eventi che la natura ci presenta, quali terremoti, alluvioni etc etc. Allora ci sentiamo tutti uniti e dimentichiamo i nostri egoismi e la nostra individualità troppo spesso difesa, facendoci abbattere il muro dell’individualismo pronti ad ascoltare e a guardare le necessità dell’umanità che ci circonda. La neve si scioglie piano piano aiutata anche dal sole ma prima può diventare anche ghiaccio e quel ghiaccio ci fa pensare a quanti rapporti “si gelano” tra di noi quando subentra una incomprensione. Il sole poi scioglie la neve ghiacciata, il sole fonte di calore vitale per la nostra esistenza. Cerchiamo anche noi con il calore del sentimento dell’amore di sciogliere tutti i nodi che hanno via via “indurito” e interrotto il contato con gli altri per sentirsi più uniti e solidali nel nostro percorso terreno. Vivremo così in un mondo migliore quale anteprima di quello che un giorno andremo a vivere spiritualmente. E tutto questo può e deve riuscirci anche senza attendere gli eventi della natura che ci mettono in difficoltà. (Stefania Guerri) –“.Insieme a questa significativa anamnèsi di Stefania Guerri, abbiamo pubblicato le foto di tre nevicate che hanno lasciato il segno a Borgo San Lorenzo. (A.G.)
Teresa
Complimenti alla signora Guerri