
Ieri sera (giovedì 2 febbraio), presso il teatro Giotto di Borgo San Lorenzo, si è tenuto il terzo appuntamento della 4° Stagione Lirico-Sinfonica. Tuttavia, quest’ultimo ha avuto qualcosa di speciale rispetto ai precedenti: il desiderio di rendere omaggio, a 110 anni dalla sua nascita e a 70 anni dalla sua ultima esibizione nel teatro borghigiano, al famoso cantante lirico mugellano Enzo Mascherini, allievo di Titta Ruffo e collega di maestosi interpreti come Maria Callas. Dopo una prima parte, in cui l’Orchestra Camerata de’ Bardi ha eccellentemente eseguito la Sinfonia n.3 in Mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven, è quella volta ad onorare il ricordo dell’illustre baritono borghigiano. Per questo sono intervenuti sul palco l’artista Sabrina Landi Malavolti, l’assessore alla cultura del comune di Borgo, Cristina Becchi, lo scrittore Tebaldo Lorini e il giornalista e scrittore Aldo Giovannini. E’ stato raccontato, in modo grazioso, il motivo che ha acceso la scintilla della volontà di dar luce alla serata: l’interesse (e il simpatico sgomento) che una foto di Mascherini in costume di scena nei panni de “Il Rigoletto” aveva suscitato in Tebaldo Lorini, quando lo scrittore era poco più che un fanciullo. Interesse che si è evoluto poi nel tempo in Tebaldo, diventando prima curiosità e poi ammirazione, fino a spingerlo a cercare consigli e contributi per concretizzare la sua volontà di omaggiare il cantante mugellano. Successivamente, ad opera di Aldo, è stata brevemente ed efficacemente riassunta la biografia di Enzo Mascherini: nato il 6 agosto 1907 a Borgo San Lorenzo in Corso Matteotti (all’epoca Corso Vittorio Emanuele) da Fedele Mascherini e Semira Guidotti, ultimo di cinque fratelli. Nel 1931 si trasferì a Firenze per apprendere il mestiere di sarto: tra tagli e cuciti, si dilettava a cantare con la sua profonda voce baritonale. Un giorno, un amico, rimasto piacevolmente impressionato ascoltandolo, gli presentò la maestra Bianca Elice. Da qui, ebbe inizio la grande carriera lirica di Enzo, che, sotto l’insegnamento di Titta Ruffo e Riccardo Stracciari, debuttò nel 1937, prima al Verdi di Pisa e poi al Comunale di Firenze nel ruolo di Germont ne La Traviata, opera da lui cantata per oltre 500 volte nella sua carriera: un record che nessun altro baritono al mondo ha provato né ad eguagliare, né, tantomeno, ad emulare. Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, Mascherini calca i più importanti teatri italiani e, tra le sue più belle interpretazioni, eccolo in Otello, La Traviata, Antonio e Cleopatra, La forza e il destino, Rigoletto, Il flauto magico di Mozart, Il barbiere di Siviglia, I pagliacci: in merito a quest’ultima sua interpretazione, gli sono state dedicate importanti lodi nella terza pagina de Il Corriere di Milano: “voce robusta e ben modulata. Un artista di rara intuizione e prodigiosa versatilità.” Dopo la guerra, il talento di Mascherini iniziò a conquistare anche i più importanti teatri internazionali: nel ’46 è in Argentina, in Venezuela, in Messico, per poi dirigersi verso gli Stati Uniti, dove, tra il ’46 e il ’47, si esibirà a New York: prima al Civic Centre, poi al Metropolitan. Nel 1948 è poi a Zurigo, successivamente a Filadelfia, a Barcellona... Gli anni '50 sono un susseguirsi di successi, sia all’estero che in Italia. Non possiamo non citare, tra le sue tante illustri interpretazioni, il famoso Macbeth di Giuseppe Verdi il 7 dicembre del ‘52 alla Scala di Milano, alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e accanto ad una eccezionale Maria Callas. Sempre con Maria Callas (e con l’altrettanto prestigioso tenore Giuseppe Di Stefano), si esibì al Margherita di Genova, nel novembre del ‘53: le cronache raccontano che, in tale sede, ci furono 12 minuti ininterrotti di applausi verso gli interpreti. Al termine della sua carriera, Mascherini, che abitava a Zurigo, si ritirò nella sua abitazione di Portoferraio, all’Isola D’Elba, assieme alla moglie Ada Biagini. Ebbe due figli: il primo morì giovane. L’altro, Giuliano, emigrato in Scozia, ha avuto dei figli, ma, purtroppo, nemmeno i congiunti borghigiani hanno più sue notizie. Mascherini muore il 28 luglio del 1981. Dopo 30 anni dalla sua morte, nel 2002, Mario Del Fante scrive nel suo libro Caruso e i grandi cantanti lirici in Toscana: “oggi pochi ricordano Enzo Mascherini. Anche nelle varie pubblicazioni inerenti al teatro d’opera, è pressoché dimenticato. Eppure, si tratta di un artista che riuscì ad emergere e ad arrivare in prima fila in un periodo non troppo fecondo per le voci baritonali ed è questo per lui un grande titolo di merito.” Successivamente, Aldo, ha provveduto a ringraziare le pronipoti di Enzo Mascherini presenti in sala, Rossella e Rossana, grazie al cui contributo e consenso è stata possibile la lettura dell’ultima lettera che Enzo scrisse a suo nipote Emilio, padre di Rossella e Rossana, il 12 novembre 1980 (sei mesi prima della sua morte). Una lettera affettuosa e commovente, da cui si percepisce l’umiltà e la semplicità caratterizzanti l’artista borghigiano. Prima di dare concreto avvio al concerto di musica lirica, cuore della seconda parte della serata, è stato possibile, grazie all’iniziativa di Sabrina Landi Malavolti, ascoltare la stupenda voce dell’artista: infatti, per l’occasione, nel teatro Giotto era stata riattivata la filodiffusione antica. In particolare, sono state riprodotte due sue interpretazioni: ne La Tosca e, sempre parte integrante de La Tosca, “la povera mia cena”: il suo celebre duetto con Renata Tebaldi. Momenti carichi di emozione hanno riempito la sala, nel sacro silenzio del pubblico assorto in ascolto di Enzo Mascherini. E’ poi iniziato lo spettacolo lirico, in cui sono stati eseguiti arie e cori d’opera tratti da Carmen di George Bizet, Le nozze di Figaro, Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Macbeth, Il trovatore, La traviata, Luisa Miller di Giuseppe Verdi, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Tutto ciò ad opera di tre grandi cantanti lirici (il mezzosoprano Laura Brioli, il Baritono Alessandro Petrucelli e il tenore David Sotgiu) e della Corale Santa Cecilia. Il tutto, ovviamente, accompagnato dalla musica dell’Orchestra Camerata de’ Bardi e dalla direzione del maestro Andrea Sardi. Una serata speciale ed emozionante, grazie alla quale è stato possibile superare, almeno per qualche ora, uno dei classici difetti dell’essere umano, ricordato ieri sera dall’assessore Cristina Becchi: il volgere lo sguardo troppo lontano, dimenticandosi e non accorgendosi delle ricchezze e delle fortune che si hanno sotto al proprio naso, come l’eredità culturale lasciataci dal nostro prestigioso concittadino. Per le immagini, gentilmente concesse, si ringrazia il fotografo Adriano Buccoliero
Maurizio Mascherini
stamattina svegliandomi mia sorella Monica Mascherini mi mando due link li ho aperti e leggendo ho piacevolmente scoperto delle cose sul nonno (Enzo Mascherini) che non sapevo.....che bella giornata grazie Aldo Giovannini e Tebaldo Lorini per ricordare che gran cantante era il nonno e come si dice che finche si ricorda una persona non muore mai
TERESA
Quanti personaggi ha avuto Borgo San Lorenzo! Molti dimenticati come questo grande baritono, Grazie a coloro che gli ricordano in questo mondo dove la memoria non c', se non le cose che interessano solo ai politici.
Franco
Abito a Vicchio ed ero presente al teatro di Borgo. Non conoscevo minimamente che Borgo e il Mugello avevano avuto questa illustre cantante lirico. Bravi ad averlo ricordato con questo magnifico concerto. Vivi complimenti all'amico Aldo ed a tutti gli organizzatori
Giuseppe
Gran concerto. bello tutto, complimenti