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Osservatorio CNA: a Firenze la pressione fiscale si conferma una delle città italiane con il fisco più duro

Gli imprenditori fiorentini lavoreranno fino al 16 luglio per il socio “occulto”: l’amministrazione pubblica centrale e locale.

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Liberta fiscale a Firenze Liberta fiscale a Firenze © Pixbay
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Gli imprenditori fiorentini dovranno aspettare fino a domenica 16 luglio per liberarsi dal peso fiscale e iniziare a produrre reddito per sé e per la propria famiglia.
La data corrisponde al cosiddetto tax free day, l’ultimo giorno di lavoro necessario per creare il reddito utile per assolvere gli impegni con il fisco, ed è stata individuata dall’Osservatorio sul fisco di CNA.

Firenze si conferma così, anche per quest’anno, una delle città d’Italia in cui il fisco è più pesante: la 22° per l’esattezza sui 114 Comuni (comprensivi di tutti i capoluoghi di regione e provincia) considerati dall’Osservatorio annuale CNA sulla Tassazione delle PMI.
La performance migliore quella di Bolzano con Tax free Day al 18 giugno, quella peggiore quella di Agrigento in cui gli imprenditori dovranno invece attendere il 30 luglio.

Con un Total Tax Rate (la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese) del 54,3% (maggiore del dato medio nazionale pari a 52,7%), l’azienda tipo fiorentina (350 mq di laboratorio artigiano e negozio di 175, 4 operai ed 1 impiegato,
con ricavi di 431mila euro, costo del personale di 165mila euro, costo del venduto di 160mila euro, altri costi e ammortamenti pari a 56mila euro e reddito d’impresa di 50mila euro) avrà pagato al 16 luglio 27.136 euro a Erario, Regione
Toscana e Comune di Firenze.
In dettaglio: 17.681 tra Irpef e contributi Inps allo Stato; 9.002 tra Imu, Tari e addizionale comunale Irpef al Comune di Firenze; 453 di addizionale regionale Irpef alla Regione Toscana. Al netto dei pagamenti,
rimarranno così a disposizione dell’impresa solo 22.864 euro.

I dati sono però in miglioramento rispetto all’ultima rilevazione del 2019, quando si era lavorato fino al 30 agosto per pagare le tasse: il Total Tax Rate è infatti diminuito dell’8% grazie alla deduzione Imu del 100%, all’eliminazione dell’Irap e
alla rimodulazione dell’Irpef, tutti interventi sollecitati fortemente da anni dalla CNA.
 

“Le differenze comunali nella tassazione dipendono perciò attualmente dalla Tari e dalle rendite catastali che non sono allineate ai valori commerciali. In merito alla Tari, torniamo perciò a chiedere un cambio di paradigma che trasformi ciò che oggi è visto come un costo nell’opportunità offerta dalla termovalorizzazione, cui ricorrere al netto dei recuperi dell’economia circolare e di un’adeguata raccolta differenziata. La parte dei rifiuti non reintrodotti nell’economia circolare potrebbe infatti concludere il suo ciclo all’interno di termovalorizzatori innovativi così da produrre energia ed acqua calda da distribuire alla comunità circostante tramite il teleriscaldamento, cogliendo la tripla opportunità di ridurre la tassa sui rifiuti, abbassare il costo energetico delle varie utenze e tutelare l’ambiente con la diminuzione dei viaggi su gomma e quella del numero delle discariche abusive – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana - Anche se la pressione fiscale è scesa resta comunque troppo elevata, ricordo che il 98% delle imprese è di piccole dimensioni e troppo spesso ci si dimentica di questa realtà: le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo”.

“Qualche passo in avanti verso un fisco più sostenibile per le imprese è stato compiuto negli ultimi anni. Alcune delle proposte avanzate da CNA sulla tassazione delle piccole imprese sono infatti state attuate, ma il percorso virtuoso è solo alle prime mosse. Come agire? Occorre ridurre la pressione fiscale garantendo, al contempo, maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro e invertire sensibilmente la tendenza di questi ultimi anni di trasferire sulle
imprese gli oneri dei controlli”
conclude Cioni.

Indicazioni che CNA ha tradotto in 7 linee di intervento

1.     proseguire nel percorso di riduzione della tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, eliminando le disparità di trattamento fiscale con i lavoratori dipendenti;

2.     introdurre un regime premiale nella tassazione dei redditi: “Chi è più efficiente, meno paga”, prevedendo delle riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto al reddito “normale” che emerge dagli Indicatori Sintetici di Affidabilità (ISA);

3.     completare l’eliminazione dell’IRAP;

4.     introdurre un regime di favore con tassazione agevolata per premiare chi investe nella propria impresa personale rinunciando a prelevare una parte dei redditi;

5.     procedere con la riforma del catasto avvicinando il valore catastale tassato al mutevole valore di mercato degli immobili;

6.     agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti;

7.     evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment”, nonché la ritenuta dell’8% applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.

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