Confesso non ho mai amato la festa dell'8 marzo. Non ho mai capito perché si dovesse "festeggiare" una tragedia, perché in ricordo di un tragico fatto di cronaca nera è nato l'otto marzo. O forse no?
I diversi trattamenti salariali fra uomini e donne erano temi attualissimi (anche) un secolo fa ed esistevano anche le fake news...
Una festa nata da una fake news è una festa partita male?
Pare che la storia raccontata come progenitrice della festa dell'otto marzo, ovvero l'incendio dell'8 marzo del 1908 che uccise le operaie della fabbrica tessile Cotton di New York che chiedevano migliori condizioni lavorative sia un fatto mai accaduto.
Il prof. Giancarlo Restelli ha infatti spiegato più volte che le vere origini storiche della festa della donna siano da associare all’incendio di un'altra fabbrica, la Triangle.
"Per anni si è scritto e ci si è indignati di fronte al presunto proprietario dell’azienda, tale signor Johnson che da vero negriero sfruttava le donne al lavoro imponendo turni estenuanti e addirittura chiudendo gli accessi alla fabbrica per impedire pause, innescando così indirettamente l’incendio fatale che causò decine di vittime."
Il professore cita le fonti.
Nel Museum of the City of New York, che si trova nell’Upper East Side, sono ricordati tutti gli incendi che purtroppo devastarono la città: della fabbrica Cotton e dell’8 marzo del 1908 non c’è traccia. Invece nel museo è narrato con immagini shock l’incendio della fabbrica Triangle del 1911, probabilmente la vera origine della ricorrenza dell’8 Marzo.
Veniamo ai fatti.
Era il 25 marzo del 1911 e cinquecento ragazze e donne giovani (tra i 15 e i 25 anni), più un centinaio di uomini stavano lavorando in un palazzone di Washington Place a New York.
La fabbrica di camicie si chiamava Triangle Waist Company e occupava gli ultimi tre piani dell’edificio. Le donne della Triangle lavoravano sessanta ore la settimana ma non si contavano gli straordinari imposti e poco pagati. Ma forse non era nell’estenuante orario di lavoro il vero malessere delle operaie: la sorveglianza era feroce ed era esercitata da “caporali” esterni, retribuiti a cottimo dai padroni, ognuno dei quali sorvegliava e retribuiva a sua volta sette ragazze imponendo loro ritmi massacranti, che spesso erano origine di incidenti durante le ore lavorative.
Gli ingressi erano chiusi a chiave per impedire alle lavoranti di lasciare il proprio posto di lavoro, seppure per pochi minuti. Il sindacato non era mai entrato in quella azienda. Diritti zero, sicurezza inesistente.
Sono le 16.40 di quel maledetto venerdì quando per cause accidentali si propagò l’incendio che a partire dall’ottavo piano lambì subito il nono e poi devastò il decimo.
Alcune donne riuscirono a scendere lungo la scala anti incendio ma presto crollò sotto il peso di tante disperate preda del terrore, anche l’ascensore cedette quasi subito.
Le operaie dovettero salire al decimo piano ma anche lì arrivò il fuoco e quel giorno a New York si videro scene che poi si rividero nella stessa città un secolo dopo, l’11 settembre del 2011, il giorno dell’attacco alle Twins Tover.
Ribadiamo che non siamo sicuri e lo stesso professor Restelli lo ricorda se l’incendio della Triangle sia all’origine dell’8 Marzo; ma allora perché inventare una storia mai avvenuta per creare la festa della donna?
Ha senso festeggiare l'8 marzo o meglio avere un 8 marzo tutti i giorni?
Non ho mai capito quindi perché dobbiamo "festeggiare" una tragedia, peraltro mai avvenuta e non ho mai capito perché per essere donne ci si debba ritrovare una volta all'anno a cinguettare felici e sorridenti nei ristoranti, o peggio ancora, nei night a vedere qualche giovin donzello fare lo striptease quando magari gli altri 364 giorni l'anno siamo "costrette" a stare in casa fra figli e mariti che lavorano troppo.
A proposito di mariti mi sorge spontanea una domanda: perché non esiste la festa dell'uomo?
Non è che anche qui ci sia un sottile discrimine?
La donna è il lavoro dati negativi? No, nel lavoro domestico le donne guadagnano di più degli uomini...
Tra i tanti comunicati stampa che ho ricevuto in redazione in questi giorni che sottolineavano tutti l'inequivocabile diversità di trattamento sul lavoro fra uomini e donne (dati Istat che potete trovare ovunque) mi ha molto colpito, anche nell'enfasi del dare la notizia questa velina che così titolava:
"Controtendenza rispetto le dichiarazioni del Presidente della Repubblica: se normalmente gli uomini guadagnano di più delle donne, nel lavoro domestico non è così."
Nel testo si sottolinea che, come evidenziato dal Presidente della Repubblica che da molteplici studi si evidenzia come l’uomo guadagni normalmente più della donna ma se si analizzano le retribuzioni del lavoro domestico vediamo invece che le donne guadagnano mediamente oltre 700 euro in più, ovvero l’11,7% in più degli uomini!
Lascio a voi trarre ognuno le proprie conclusioni su questa notizia...
Il convegno "sessista" dell'8 marzo fiorentino
Si è molto parlato in questi giorni sul convegno che si è celebrato a Firenze per l'appunto l'8 marzo sulle eccellenze di un noto mensile internazionale. Un convegno che ha aperto a Firenze, patria del Rinascimento il suo tour che toccherà dieci regioni italiane durante tutto il 2024 con altrettanti eventi in location scelte in città da Roma a Milano, da Verona a Caserta.
L'obiettivo nobile è quello di raccontare le eccellenze italiane che non sono solo cibo, vino e prodotti tipici ma anche tecnologia, energia, cultura, sanità welfare, industria e professioni.
Un eventone a cui Firenze aveva concesso la sua sala più bella, il Salone dei Cinquecento, dimenticandosi però di guardare che il programma prevedeva su due giorni di convegno solo "ospiti" a rappresentare le eccellenze di sesso maschile.
Ovvio che molti si siano accorti della gaffe, doppia se consumatasi nel giorno della festa della donna e c'è stata una collettiva levata di scudi.
Il gaffeure principale, ovvero il "padrone di casa" sindaco Dario Nardella una volta accortosi della figuraccia ("non avevo visto il programma") decide di farsi sostituire (rumors dicono che sia stata lei a chiederlo) dalla vice sindaca Alessia Bettini che peraltro l'8 marzo fa il compleanno mentre il collega di giunta Giovanni Bettarini anch'esso fra gli ospiti non esista a rifiutare l'invito sottolineando sul suo social che: "un panel di 22 relatori, tutti uomini, non rappresenta la realtà e neppure la mia sensibilità. Non so perché gli organizzatori abbiano fatto un evento del genere, ma io non parteciperò. Non mi appartiene. Buon 8 Marzo a tutte le donne".
Lascia a Nardella la patente di uomo solo nell'imbarazzo anche il Governatore Eugenio Giani, spesso accusato di essere onnipresente, che anche lui declina l'invito: "Sono il primo dei governatori in Italia ad avere il 50% di assessori e dei vertici delle strutture sanitarie donne e andare a un convegno con 22 uomini non sarebbe coerente, quindi non vado".
Tutti contro nel mondo della politica fiorentina e regionale e tantissime le veline che sottolineavano la dissociazione da destra e da sinistra.
Una donna (sola) contro tutte. Chi avrà ragione?
Il cerino in mano resta alla vicesindaca Alessia Bettini che festeggia (a suo dire) benissimo anche il suo compleanno decidendo di andare a parlare davanti a quella platea di soli uomini che attendevaal posto suo il sindaco Nardella con il suo manifesto femminista 4.0.
Da assessore alla cultura cita il Presidente Sergio Mattarella parlando di cultura come lievito che può generare pace, di come Firenze sia così grazie a una donna illuminata Anna Maria Luisa de' Medici di cui sogna una statua al centro del piazzale degli Uffizi dove le statue nelle nicchie sono di soli uomini.
Ricorda le grandi donne del passato e del presente (da Anna Maria de' Medici a Samantha Cristoforetti passando per Margherita Hack, solo per dirne alcune) scaricando sui presenti per farli sentire in imbarazzo fatti (non reali) come quello dell'incendio da cui si è secondo la leggenda originato la festa e tragicamente veri come i femminicidi (uno ogni quattro giorni sottolinea), le disparità di trattamento sul lavoro, il diritto di voto ottenuto in Italia solo ottanta anni fa e lo stupro come reato alla persona solo dalla fine degli anni Noovanta.
Alla fine per lei dalla platea maschile applausi e complimenti evidentemente solo di circostanza dato che, poche ore dopo nell'organizzazione serpeggia il malumore per le parole della vicesindaca specie quando afferma: "è una tappa non ben riuscita, sembra una fotografia sbiadita degli anni '50 e non è più così"
Avrà ragione Alessia Bettini vicesindaca già trombata in vista delle prossime elezioni amministrative di giugno 2024 (dato che anche in questa occasione Dario Nardella che ha sperato fino all'ultimo della deroga al terzo mandato ha sottolineato che è l'assessora Sara Funaro, assessora al welfare mentre è sparita da un hotel occupato la piccola Kata) e non l'attuale vicesindaca ad essere investita alla sua successione, o avranno ragione le tante donne, di ogni età e estrazione sociale che l'hanno invitata ed implorata a non farsi "usare" come figurina?
Ai posteri l'ardua sentenza....