Vi e' stato un tempo dove protestare non voleva dire solo fare la voce grossa, ma anche rimanere in un dignitoso silenzio e far valere la propria assenza, rumoreggiando con il tamburellare marcato della mancanza quotidiana. In quei giorni dove, vuoi per sdegno vuoi per vanità, alcuni personaggi si allontanavano dai gretti luoghi d'assembramento e s'incamminavano. Non su di un sentiero a caso, ma nella strada che conduceva alla "Maestà" (località nei pressi di Palazzuolo sul Senio, ndr), luogo notoriamente poco frequentato giacche' si ricordava che in quel luogo qualcuno si era impiccato e, inevitabilmente, 'ci si vedeva e ci si sentiva'.
Grande battitore di quella strada il proposto Galeotti che, nel ciocco del pomeriggio, s' avviava ombrello in una mano per ripararsi dal sole e fazzoletto rosso nell'altra per asciugarsi il sudore. Sbattendo il "gonnellone", dal quale spuntavano ritmicamente i piedi, sembrava un vascello che aveva perennemente il vento contrario e agitando il fazzoletto per liberarsi dalle mosche ricordava la banderuola di quella nave in una tempesta estiva. Giunto alla piccola edicola, si faceva un veloce segno della croce e poi partiva un afono Ave Maria. Nei giorni più freschi, ripreso fiato, intonava il Regina Caeli.
All'alba partiva il dottor Macchi che, carico di anni, veniva avvolto nella capparella e lanciato verso la strada. Con la forza di quel lancio giungeva in breve alla meta e sedeva sotto l' albero dove, si diceva, l'infelice si era impiccato. Si narra che il dottore, guardando fisso fra i rami, interrogasse l'anima del suicida domandandogli del passato e del presente e ovviamente del futuro, ma nulla di queste eventuali confidenze e' mai trapelato.
Il signor Speziale si faceva trascinare dal cagnolino bianco e non alzava mai lo sguardo da terra, assorto come era nei suoi pensieri, Un grosso cappello bianco gli faceva da parasole ma anche da ombrello, secondo il bisogno.
Infine Alfonso che scuotendo il capo bofonchiava fra se "Pazzi, sono pazzi ! Te lo dico io, li ho visti ! Tutti sul ponte a guardare nel fiume un topo ! pazzi, pazzi ..." e continuava il suo cammino. A chi parlasse non lo si e' mai saputo, forse all' impiccato che seguiva il Macchi sulla strada del ritorno.
Di lui, come degli altri, non e' rimasta traccia. Come non e' rimasta traccia dei loro passi divenuti polvere nella polvere della strada.
Gianfranco Poli