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Le Piagge: aggredisce e minaccia di morte i genitori. Arrestato dai Carabinieri un ventiquattrenne

Più di un mese di violenza e sopraffazione, culminato con una ginocchiata in pieno volto sferrata alla madre...

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Lite e aggressione Lite e aggressione © Pixabay
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Essere aggrediti dal proprio figlio, un episodio che nessun genitore vorrebbe mai vivere. E' successo nella mattinata di Sabato scorso, 5 ottobre 2024, quando ai Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze è arrivata la richiesta di un intervento da parte di una madre e un padre, residenti nel quartiere Le Piagge, che avevano bisogno di soccorso perché il figlio, 24enne, in un impeto d'ira, urlava e inveiva contro di loro affinché gli permettessero di entrare nell'abitazione

Gli uomini dell'Arma sono arrivati e in poco tempo sono riusciti a bloccare il giovane su pianerottolo, mentre sferrava calci contro la porta d'ingresso e minacciava di morte i suoi genitori. Le stesse azioni erano state compiute, poco prima, contro il portone, dato il rifiuto proveniente non solo dalla madre e dal padre ma anche dagli altri condomini. Riportato alla calma il ragazzo, i Carabinieri hanno cercato di instaurare con lui un dialogo per capire cosa lo avesse spinto ad agire in modo così violento.

La risposta è presto arrivata quando la madre si è presentata davanti ai militari con una vistosa benda al volto che testimoniava un'aggressione subita dal figlio nella mattinata di Venerdì, 4 ottobre, nel corso di una lite al seguito della quale il ragazzo l'aveva colpita violentemente con una ginocchiata arrecandole delle lesioni. Successivi approfondimenti hanno permesso di rivelare che le violenze del 24enne ai danni dei genitori proseguivano da ormai più di un mese.

Il ragazzo è stato arrestato e portato presso il carcere di Sollicciano, dove attualmente si trova detenuto. Un fatto terribile, una tragedia annunciata sventata dall'intervento provvidenziale dei Carabinieri. Tuttavia non si può brindare alla vittoria. Si è posto fine a un periodo di violenze fisiche e psicologiche ingiustificabili, le ferite della madre dovrebbero guarire nel giro di 30 giorni ma quanto ci metteranno a rimarginarsi le ferite interiori che hanno portato un ragazzo nel fiore degli anni a perpetrare violenza contro le persone che gli hanno dato la vita?

Gesti terribili che il consesso civile deve condannare, ma la condanna non basta. Questo fatto dovrebbe accendere ulteriormente i riflettori sul disagio, la rabbia, la profonda frustrazione e la disperazione che grava su tantissime ragazze e tantissimi ragazzi nel nostro paese. Una rabbia esacerbata da due anni di isolamento a seguito della pandemia da Covid-19 che, secondo l'Associazione Nazionale Pediatri Italiani, negli anni immediatamente successivi hanno portato a un'impennata del tasso di suicidi presso gli adolescenti.

Per un ragazzo che è stato arrestato, ce ne sono altri che sopraffatti dalla disperazione si rifugiano in condotte autolesioniste o si tolgono la vita. Un fatto che testimonia come si debba fare di più per stare accanto alle famiglie, facendo sensibilizzazione e prevenzione, ampliando gli spazi di socialità per ragazze e ragazzi e intervenendo sulle cure per la salute mentale, ancora ignorate nonostante la crescente consapevolezza, che devono diventare una priorità e alle quali vanno destinate più risorse, facendo attenzione alle categorie più deboli a cui giovani appartengono.

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