Il Comune di Firenze avrebbe negato al Partito Marxista - Leninista Italiano (PMLI) il permesso di affiggere i manifesti che ricordano l'11 agosto 1944, data di liberazione della città dal nazifascismo, durante la guerra di liberazione. Lo rende noto un comunicato stampa pubblicato dallo stesso PMLI nella giornata di Giovedì 1° agosto.
Dopo decenni di regolare pubblicazione, i manifesti del PMLI che celebrano la Liberazione di Firenze dal nazifascismo avvenuta l’11 agosto del 1944, non saranno affissi per le strade della città del giglio. E’ il comune di Firenze che ha negato il diritto ad affiggere, seppur dietro pagamento, ed è Sara Funaro che aveva tanto decantato in campagna elettorale “apertura e democrazia”, a divenire di fatto il sindaco che vieta l’uscita di un nostro manifesto che celebra la Resistenza, per la prima volta nella storia della città.
La motivazione dietro al diniego, a quanto si apprende dal comunicato, starebbe nel fatto che il manifesto di quest'anno avrebbe contenuto un piccolo fotomontaggio che ritraeva l'attuale premier Giorgia Meloni in divisa da gerarca fascista. Un contenuto che stando alle motivazioni addotte dall'Amministrazione, così come riportate dal PMLI, configurerebbe gli estremi per il reato di diffamazione in forma aggravata (a mezzo stampa) e di offesa a un soggetto politico. Tuttavia, il Partito rivendica e giustifica la propria decisione.
La stessa Meloni non ha mai preso le distanze neppure formali dal PNF e da Mussolini, ospitando nello stesso tempo fra le fila del suo partito gran parte dell’estrema destra neofascista. La fiamma tricolore nel simbolo di FDI è un chiaro richiamo al fascismo, così come le politiche sociali, fiscali, nazionaliste ed estere, e la repressione che regolarmente attua nei confronti di lavoratori, lavoratrici, studentesse e studenti mostra che quello di governo in Italia è esso stesso un partito neofascista, così come lo è il suo gruppo dirigente.
Il PMLI continua chiamando in causa direttamente la sindaca Funaro, imputando a lei e all'Amministrazione una condotta antidemocratica, volta ad avversare e censurare organizzazioni antifasciste e favorire, invece, gruppi di estrema destra così come l'attuale governo in carica.
Seppur la stretta governativa antidemocratica sia evidente, il comune di Firenze con questo atto risponde direttamente alla domanda che avevamo posto nel testo del manifesto proposto. Funaro infatti, anziché chiudere i covi neofascisti a Firenze e negare gli spazi a qualsiasi organizzazione di stampo fascista, xenofoba, razzista ed omofoba, si preoccupa di censurare il PMLI impedendo l’affissione di un manifesto antifascista che onora i partigiani e che mostra alle masse popolari una evidente realtà delle cose, facendo il gioco del governo più a destra della storia del nostro Paese. Naturalmente i manifesti di per se non sono che un piccolo problema; quello vero e sostanziale è invece di carattere democratico, perché i tentativi di tappare la bocca a chi vuole smascherare la pericolosità di questo governo sono spalleggiati e portati avanti anche dalle amministrazioni che si definiscono “antifasciste” ma che in realtà eseguono senza batter ciglio i desiderata dell’esecutivo e dei suoi apparati polizieschi e legali.
La contestazione poi si sposta dall'attuale Sindaca a tutto il fronte delle opposizioni, che vengono chiamate in causa per non aver fatto abbastanza, secondo il PMLI, per portare alla caduta dell'attuale governo.
Un governo che loro stessi dovrebbero cercare di far cadere il più presto possibile prima che faccia altri danni alle masse popolari del nostro Paese.