
Di seguito pubblichiamo la lettera di un lettore che, con argomentazioni e stile a tratti originali, affronta comunque uno dei temi centrali dei nostri tempi. Tempi moderni, appunto:
Ei tu!! Qualcuno mi chiama, si avvicina e mi chiede: cosa è il progresso? Ti piace vivere nel progresso? Ci penso poi rispondo: se hai tempo ti dico il mio pensiero. Per me il progresso porta il regresso: morale, ambientale. Sociale, ma più di altro quello umano. IL progresso distrugge invece di costruire, fa rimpiangere il passato quando le persone erano vive, invece di aiutarle a vivere meglio, le uccide. Esempio: una volta andavamo al lavoro si usavano testa, mani, inventiva, passione, sorridevamo eravamo gratificati dalla creatività. La sera a casa potevamo uscire con la famiglia, per andare ai giardini, assaporare il fresco della sera, al cinema, al ristorante. Poi il progresso ha cambiato tutto. Al lavoro mi sento una macchina al servizio di un’altra macchina. Non posso pensare, non posso muovermi, sono li su banchi lucidi, siedo su comode sedie di plastica. Devo attenermi alla macchina, al computer, sono annoiato, non mi sento gratificato ma avvilito, invisibile. Mi viene voglia di gridare a me stesso e a tutti: svegliamoci, non facciamoci narcotizzare, abbiamo le mani e il cervello adoperiamoli. Usciamo, fatichiamo, inventiamo. urliamo e mostriamo a quelle macchine moderne che non siamo più macchine di loro. Ma non gridiamo, ci lasciamo vincere dal loro falso benessere e dalla loro falsa civiltà che alle macchine dona la vita e alle persone il sonno perenne. Dopo il lavoro: via verso casa. Inizio togliendo l’allarme, poi apro la porta blindata controllo le inferiate alle finestre, entrando in casa mi sento come se entrassi in galera. Ceno con una pietanza congelata e insapore, cotta o riscaldata al microonde. Una volta mangiato dove vado? A bere alcolici in qualche locale con decibel talmente alti che a trenta anni sono sordo e alcolizzato, oppure in compagnia di droghe varie, oppure fuori in centro. Rischiando di prendere una coltellata da un balordo drogato o ubriaco per prendermi il portafoglio o il cellulare. Forse e meglio fare come la brava gente restare in casa alla TV. Si in casa sono come in carcere, ma vivo tranquillo ho tutte le comodità e le sicurezze moderne. Però mi sento schiavo, privo di libertà, padrone della mia vita invisibile. Come milioni di persone accendo la TV, si come loro a bocca aperta. Non pensiamo, non viviamo, non ci muoviamo. Guardiamo. Ma cosa? Stupide pubblicità programmi senza cultura. La TV pensa per noi si muove, ci avvelena, ci abitua al niente. Ma noi guardiamo. Sappiamo ma guardiamo. In quella scatola infida e senza anima ci sono molti pericoli. Ma ogni sera, ogni mese e anno accendiamo la sua luce, è diventata una droga di cui non possiamo fare a meno. Io non mi sento un morto vivente. Voglio vivere respirando aria naturale non condizionata. Mangiare cibi cotti come una volta. Riscaldarmi ai raggi del sole. Niente macchine devono condizionare più di tanto la mia vita, la libertà, la mia mente, la mia volontà. Il progresso deve farmi schiavo del sistema. Odio il cellulare molte volte lo lascio a casa. Su internet ci vado quando piace a me non mi fotte, lo adopero per scrivere per informarmi. Non mi piace il virtuale: mi ammalia, mi frega. Preferisco parlare con le persone guardandole in viso davanti ad un caffè oppure una birra. Mi piace sapere con chi intercedo, mi piace leggere un libro o il giornale, non voglio subire la memoria di un computer ma la mia memoria che Dio nel bene e nel male mi ha donato. Non voglio che una macchina mi faccia il pranzo, lo voglio fare da me come mi riesce. Non voglio un’automobile con il cambio automatico e con il sensore del parcheggio, cambiare marce e il parcheggio lo voglio fare con le mie mani. Non voglio macchine che fanno al posto mio, che mi rubano il mio fare. Macchine che in mancanza di energia sono ferri inutilizzabili che mi bloccano. In quei momenti divento un uomo incapace, vinto dalle macchine e il progresso_ regresso che ruba il mio lavoro, la mia volontà e la libertà stessa. Il progresso ci ha dato treni da trecento all’ora. Aerei sempre più grandi e veloci. Strade, autostrade, auto veloci per far contenti chi ha fretta. Tutti abbiamo fretta. Hanno fretta i bimbi che vogliono crescere, chi va in vacanza, chi va per lavoro . Fretta. Fretta. Non si mangia, non si beve, siamo depressi, le tensioni ci logorano. Fretta. Fretta. IL tempo non basta mai. Eliminiamo le notti, il tempo lavorativo facciamolo di 48 ore; perché il progresso corrode, pretende, vuole denaro e tempo, ci soffoca ci toglie la vita. Vorrebbe che fossimo come le macchine sempre pronti, precisi e instancabili. Sappiamo che il progresso ci ha tolto tutto: il bello della vita, che non ci fa assaporare più la libertà, la gioia delle emozioni. Ma ha reso tutti noi umani paranoici, infelici, incontentabili, incapaci di godersi una giornata di sole. Pace e solitudine. Lasciare il cellulare a casa e andare a fare una girata fra l’erba fresca non sintetica. Oppure a pescare in riva ad un fiume godendoci quelle cose belle di un tempo andato che ci dimentichiamo. IL progresso ci rende incapaci di pensare. Di essere degli umani. Di avere desideri e sentimenti, che possiamo fare a meno di una famiglia, dei figli. Di piangere o di gioire. Nella nostra mente ci deve essere solo: arrivismo, denaro, rabbia e fretta perché il tempo non è mai sufficiente. Odio questo progresso che priva la vita. Che sciupa i sogni, la bellezza, l’amore, la famiglia, e ci da solo illusioni, amarezze, rinunce, bugie e falsa ricchezza. Facendo di noi umani macchine aride senza più occhi, cuore e vita Rimpiango la mia giovinezza avevo poco, quasi niente ma ero ricco. Avevo una famiglia, correvo nei prati, salivo sugli alberi, andavo nel fiume a pescare con il retino. giocavo inventando un gioco. Ero libero, c’era il sole e la . Ma la cosa più bella: non conoscevo il progresso.
Gli italiani, le loro difficoltà. Una lettera giustizia
[…] OK!Mugello da parte di un lettore (lo stesso che ci ha inviato la missiva sui ‘tempi moderni, clicca qui) che, anche se con argomentazioni e punti di vista che divideranno gli altri nostri lettori, […]
Gli italiani, le loro difficoltà ed i profughi. Una lettera sulla giustizia ~ OK!Mugello
[…] OK!Mugello da parte di un lettore (lo stesso che ci ha inviato la missiva sui ‘tempi moderni, clicca qui) che, anche se con argomentazioni e punti di vista che divideranno gli altri nostri lettori, […]
Luca
Riconoscendomi in molta parte dello scritto, consiglio al signore o signora autore della lettera , se ancora non l'ha fatto , di leggersi il Breve Trattato sulla Decrescita Felice di Serge Latouche.