La crisi del settore lattiero-caseario in Mugello continua a mietere vittime, con la chiusura di molte aziende locali. Claudio Ticci sottolinea come le sue proposte del 2022, nonostante siano state ignorate dalla politica, siano ancora attuabili e di grande rilevanza per affrontare le sfide del comparto.
Secondo Ticci, la principale causa della crisi risiede nel prezzo troppo basso pagato per il latte di alta qualità prodotto in Mugello. Nel 2022, per comprendere appieno le difficoltà vissute dagli allevatori locali, furono delineati alcuni obiettivi strategici:
- Gestione dell’emergenza: predisporre un piano per allocare i quantitativi di latte in surplus per un periodo di almeno 120-180 giorni, coinvolgendo istituzioni regionali e attori della filiera.
- Creazione di una filiera locale: instaurare un’intesa strutturale tra produttori primari e trasformatori per valorizzare il latte prodotto nel Mugello.
- Coinvolgimento dei trasformatori locali: incentivare la produzione di latticini freschi e formaggi stagionati con l’apporto delle aziende di trasformazione presenti sul territorio.
Ticci aveva identificato due azioni specifiche per sostenere allevatori e trasformatori:
- Incentivi per gli allevatori: garantire un premio economico a chi rispetta disciplinari di produzione concordati con caseifici locali e aderisce al marchio “SOLO LATTE MUGELLO O TOSCANO”.
- Sgravi per i trasformatori: riconoscere un contributo economico ai caseifici che lavorano il surplus di latte, compensando i maggiori oneri di lavorazione e stagionatura.
Superata la fase emergenziale, Ticci proponeva di rafforzare il sistema lattiero-caseario del Mugello attraverso quattro punti chiave:
- Standard qualitativi omogenei: definire protocolli produttivi condivisi e aggiungere nuovi parametri qualitativi per rispondere alle richieste del mercato.
- Valorizzazione del latte locale: creare un marchio regionale che garantisca la tracciabilità e la qualità del prodotto, disponibile per i caseifici aderenti alla filiera.
- Aggregazione dell’offerta: favorire forniture omogenee, certificate e di alta qualità.
“Il Mugello è sinonimo di qualità, gusto ed eccellenza. Perché non abbiamo lavorato tutti insieme per questo?” si chiede Ticci. Ad oggi, invece di soluzioni concrete, si è assistito solo a reazioni tardive e insufficienti. “È ora di smettere di piangere sul latte versato e agire per salvaguardare un comparto fondamentale per il nostro territorio,” conclude Ticci, con un appello alla politica locale e regionale per un cambio di passo necessario e urgente.