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Rincaro dei prezzi mensa scolastica, PLMI all'attacco in Valdisieve: "Scuola pubblica allo sfascio. E' un diritto e deve essere accessibile e gratuita"

La sezione della Valdisieve del Partito Marxista Leninista Italiano dice la sua su quanto emerso negli scorsi giorni nella zona

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Mensa Mensa © Pixabay
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In merito agli articoli pubblicati negli scorsi giorni dal nostro giornale sul rincaro dei costi mensa a Pontassieve e Pelago e sulla mancata stipula di convenzione di Rufina che ha comportato per gli studenti rufinesi frequentanti le scuole in questi Comuni la tariffa massima, si è espresso con una nota stampa il PLMI sezione Valdisieve. Di seguente riportiamo la nota integrale:

"La scuola pubblica è allo sfascio. Decenni di tagli di tutti i governi senza eccezione alcuna, uniti all'elargizione sempre più corposa di fondi pubblici agli istituti privati, hanno ridotto un servizio pubblico fondamentale che dovrebbe essere accessibile a tutti, ad un contenitore classista, e comunque con enormi costi per tutti.

In questo quadro è inserito il recente aumento che ha colpito il servizio mensa nelle scuole della Valdisieve; c’è in mezzo l’ennesima società partecipata (SIAF), che si occupa della produzione dei pasti scolastici e che ha applicato una tariffa standard al rialzo, ma ci sono soprattutto le scelte politiche dei singoli comuni che ribaltano alle famiglie tariffe diverse e che scelgono arbitrariamente di non applicare le riduzioni ISEE a chi spettanti.

Nella scuola che dovrebbe essere egualitaria e di tutti, si arriva al paradosso nel quale le amministrazioni di Pelago e Pontassieve decidono di rendere a tutti più caro di oltre un euro un pasto (per un totale di 6,65 euro inclusa la merendina da 40 centesimi), mentre la giunta di Rufina, che attualmente mantiene una tariffa mensa più bassa (5,66 euro al giorno), non ha stipulato alcuna convenzione con Pelago e Pontassieve e recupera i maggiori esborsi non riconoscendo le agevolazioni per ISEE e secondo figlio iscritto, ai bambini residenti a Rufina che però frequentano le scuole di Pontassieve e Pelago, applicando la tariffa “massima” a prescindere dunque dalle detrazioni che spettano loro.

In questo quadro, è poi scomparso il servizio di pre-scuola gratuito, fondamentale per i genitori che lavorano e che non posso portare i figli a scuola alle ore 8.25. Anche questo servizio ci sarà, ma a pagamento, e solo se il numero dei richiedenti consentiranno alla Cooperativa di svolgere il servizio (e ciò denota per l’ennesima volta le carenze di personale nella scuola pubblica) con “soddisfazione” economica. Capita dunque, per fare un esempio, che un residente a Rufina che porta i suoi 3 figli a scuola nel comune di Pontassieve ed è nella fascia più bassa di ISEE, mentre lo scorso anno pagava intorno ai cinque euro per tutti, quest'anno dovrebbe versarne una ventina al giorno. Una vergogna.

In ogni caso il problema principale rimane l'aumento dei costi, a prescindere da come ogni amministrazione intenda scaricarli sulle spalle della popolazione. A Pelago e Pontassieve, “grazie” all'aumento, per ogni bambino si spenderanno circa 1.260 euro all'anno; ma anche i 972 dello scorso anno non erano una bazzecola per le famiglie già strette nella morsa dell'aumento delle bollette e dei generi di prima necessità a partire dagli alimentari. E questo ignorando la questione dell'ingresso anticipato.

Concludendo, noi chiediamo che le amministrazioni comunali della Valdisieve recuperino dai bilanci le somme necessarie innanzitutto per scongiurare questo nuovo aumento del servizio e per consentire l'applicabilità delle riduzioni ISEE in ogni territorio; più in generale ma altrettanto urgente rimane la necessità che esse riducano drasticamente gli altissimi costi scolastici che oggi gravano sulle spalle delle famiglie.

Le masse popolari non devono dimenticare che la scuola è un diritto universale per tutti e come tale non può esserci discriminazione alcuna di carattere economico e sociale. Va ricordato poi che le popolazioni pagano già nella contribuzione generale le spese scolastiche, e non sono lavoratrici e lavoratori, che rappresentano la stragrande maggioranza delle famiglie interessate, a contribuire alla vergognosa evasione che nel 2019 ha raggiunto la cifra di 30 miliardi di euro. La progressiva distruzione dello stato sociale che vede effettivamente i comuni in difficoltà è un problema che dovrebbe vedere le amministrazioni stesse in prima linea nella battaglia per rivendicare i servizi pubblici fruibili e gratuiti per tutti proprio perchè già pagati, a partire da sanità e scuola, al fianco delle popolazioni. Al contrario, in Valdisieve come altrove, osserviamo le nostre amministrazioni comunali targate PD più preoccupate a non disturbare troppo Giani e compagnia, così come il governo neofascista Meloni autore degli ultimi tagli all'istruzione, che a risolvere i problemi delle loro popolazioni."

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