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Eccidio di Berceto fra passato e presente, PMLI: "Salvare dal crollo e rilanciare"

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Casa Vangelisti a  Berceto Casa Vangelisti a Berceto © Andrea Barducci RufinaCheVerrà
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A pochi giorni dalla morte di Valerio Vangelisti, si torna a parlare delle sorti della sorti della casa dove avvenne a causa dei nazi-fascisti l'eccidio di Berceto. 

La casa sarebbe ad oggi in pessime condizioni e a più riprese alcune forze politiche locali hanno fatto appello per ricevere risposte concrete. Oggi (16 marzo, ndr) , ad esempio, è giunta in redazione una nota del Partito Marxista Leninista Italiano sezione Valdisieve:

 

"Sono anni, senz'altro più di un decennio, che gli organismi antifascisti di Rufina stanno ponendo l'attenzione alla strage di Berceto del 17 aprile 1944 da un punto di vista storico, sia alle condizioni dell'immobile dove avvenne il fatto. Si deve questo impegno in maniera particolare alla sezione locale dell'ANPI, intitolata appunto ai “Martiri di Berceto”, le undici persone appartenenti alle famiglie Vangelisti, Ebicci e Soldeti (delle quali 7 fra donne e bambini) e due partigiani che furono barbaramente trucidati dalla furia nazifascista.

Negli anni le lettere e la raccolta firme promosse dall'ANPI avevano portato prima il Ministro degli Interni a concedere un riconoscimento al “valore civile” all’Amministrazione Comunale, poi nel 2016 il Ministero dei beni e delle attività culturali, e per esso la Soprintendenza, ha finalmente riconosciuto la casa dove avvenne la strage luogo di "interesse particolarmente importante per il suo riferimento alla storia politica, militare e sociale".

Come bene culturale “di particolare interesse storico”, il casolare e l'area limitrofa è sottoposta a tutti i vincoli previsti dalla legge, in particolare per quanto riguarda la sua conservazione, stabilita a carico della proprietà che risulta essere dei ricchi e potenti Marchesi de' Frescobaldi, proprietari terrieri e produttori di vino riconosciuti a livello mondiale. Ma ad oggi, nulla è stato fatto, si sopo pertanto stoppati sul nascere i numerosi progetti culturali proposti dalle associazioni.

Oggi, dopo tante iniziative e comunicati – fra i quali i nostri – ignorati, alcune testate nazionali hanno rilanciato il tema, anche in virtù dell'ennesima iniziativa stavolta promossa dall'Associazione “Rufina che Verrà” che ha lanciato una petizione sottoscritta da oltre ventiduemila firme, in pratica quasi quattro volte il numero degli abitanti di Rufina, a testimoniare come agli antifascisti non solo del comune, ma di tutto il territorio, la questione stia particolarmente a cuore.

Anche noi rilanciamo dunque la necessità di intervenire presto su Berceto, non solo per evitarne il crollo, ma anche per poter realizzare quelle iniziative capaci di far recuperare al luogo ed alla casa quella dignità e quel ruolo di presidio antifascista che meritano. Le Istituzioni, comunali e regionale, sono dunque chiamate da migliaia di antifasciste ed antifascisti a non esitare oltre nel ripristino dell'agibilità dell'immobile; dopodichè non rimarrà altro che la mobilitazione.

Ma ciò non basta, vogliamo sottolineare anche che l'importante testo dal titolo “La mia vita sotto tre regimi” scritto dal padre superstite della strage, Lazzaro Vangelisti, e pubblicato con fatica e sudore dalla sezione ANPI locale in collaborazione con la Regione Toscana, deve tornare immediatamente ad essere disponibile poichè da anni è sospeso nella sua distribuzione e per ogni utilizzo a causa di una ignobile minaccia legale.

L'antifascismo di Rufina, in particolar modo in un momento come questo nel quale in ogni angolo d'Italia si moltiplicano le iniziative di riscrittura della storia in chiave revisionista nel tentativo di riabilitare il fascismo di oggi ma anche quello storico mussoliniano, non può fare a meno del suo testo principale, che descrive con gli occhi di un contadino, di un proletario, quelli che furono l'inganno della Prima Guerra Mondiale, la tragedia del fascismo, ed il “terzo regime” - come egli scrive – dei governi del dopoguerra che tutto fecero tranne che far luce e verità ai misfatti che si erano consumati fino al 1945."

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