Sant'agata saluta Andrea, un paese ringrazia © n.c.
Nessuno riesce a chiudere completamente la propria vita nell’angusto mondo del privato e tanto meno in una realtà piccola come quella di un paese. Ci sono però persone che di sé stessi partecipano con assoluta generosità il loro gruppo sociale in un rapporto gratuito e ampio che quasi si assorbe e diviene naturale, perché spontaneo, soprattutto nella piccola realtà circolare di un paese: Andrea era una di queste persone. La sua presenza qualificava il luogo, il tempo, lo stare insieme, perché certa, perché dava la sicurezza dell’identità del posto. Passando lo si vedeva per un cenno di saluto, soffermandosi si scambiavano due parole, si condivideva il posto sulla panchina, il sole o la bruma, Andrea c’era. È sempre stato difficile apprezzare ciò che ci viene gratuitamente, lo si ritiene dovuto. Un tempo si diceva che non esiste sapore buono come quello del pane sudato, in effetti quello che in una piccola comunità è donato si trasforma rapidamente in una realtà spontanea come se fosse generata da una forza soprannaturale della quale tutti noi abbiamo diritto di godere. Così è difficile apprezzare il valore di una persona che sta in mezzo a noi se non quando se ne percepisce la mancanza, quando ciò si prende coscienza che il vuoto lasciato è enormemente più grande di quello spazio che si credeva occupato da quella presenza. È questa triste presa di coscienza che scatena i rimorsi, la voglia di dire tutto ciò che avremmo dovuto dire ma non abbiamo detto, chissà perché, forse perché era scontato, era scontato infatti che Andrea fosse sempre con noi, nella piazzetta del bar, in piazza, davanti al campo sportivo, forse perché il valore dello stare in una comunità è così grande e distante che è difficile valutarlo. Ti dovevamo dire tutti tante cose Andrea, non te le abbiamo dette, e come è consuetudine, purtroppo, te le dobbiamo dire ora convinti che tu le ascolti dietro il “ velo d’ombra” che ti ha liberato al nostro ricordo, scusaci Andrea, ma te lo diciamo ugualmente: “Andrea sei un grande! Ti vogliamo e ti vorremo sempre bene!” Andrea Margheri ci ha lasciati a S.Agata per il suo lungo viaggio domenica 13 dicembre 2015.



Fabio
Bellissimo articolo, mi sono rivisto nelle persone descritte, in quelli che avrebbero voluto parlare di pi con lui ma che non l'hanno fatto... Ciao Andrea, ci mancherai