29 MAR 2025
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Scandalo Anas: 4 arresti e 24 indagati in Toscana

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Scandalo Anas: 4 arresti e 24 indagati in Toscana Scandalo Anas: 4 arresti e 24 indagati in Toscana © n.c.
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Un collaudato sistema di corruzione. Questo starebbe emergendo  a seguito degli arresti di quattro persone all’interno dell' inchiesta della procura di Firenze “Strade d’oro”, che ha travolto i vertici dell’Anas Toscana, l’azienda leader nella gestione della rete stradale della regione. L'indagine è attualmente condotta dalla polizia stradale della Toscana e dal Corpo forestale. In conseguenza di alcune perquisizioni, ieri mattina (mercoledì), sono finite in manette quattro persone: si tratta del capo di compartimento Anas Toscana Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli, il funzionario aziendale  Nicola Cenci, e l’imprenditore Francesco Mele. Per tutti è scattata la misura di custodia cautelare. Ventiquattro risultano essere, invece , gli indagati ufficiali, tra cui figurano pubblici ufficiali della società, imprenditori e professionisti. L’accusa è quella di corruzione. Potrebbe trattarsi solo della punta di un iceberg. Secondo quanto dichiarato dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo  si è di fronte ad “un sistema che ha comportato danni per la collettività per molte decine di migliaia di euro” -  in cui, aggiunge – “venivano date mazzette corrispondenti al 5% dell'importo dei lavori, si parla di decine di appalti nella rete stradale della Toscana". Appalti la cui assegnazione era veicolata e aggiudicata “sfruttando, nella maggior parte dei casi, lo stato di emergenza e di necessità causato da calamità naturali”. L’Anas in attesa dell’esito delle indagini ha fatto sapere che “avvierà un audit interno su dirigenti e funzionari coinvolti” nell’inchiesta, dando la massima disponibilità alla procura fiorentina. In tutto questo pare avesse un ruolo di primo piano l’imprenditore Francesco Mele, che negli ambienti ANAS era di casa: arrivava a predisporre  documentazioni e bandi di concorso e, secondo gli investigatori, corrompeva i responsabili toscani non solo con mazzette ma anche con “costosi pranzi e cene“, con biglietti per gare motociclistiche e con l’assunzione delle rispettive  mogli. ”Tutti - lo si sente affermare in una delle intercettazioni a suo carico – sono corrotti o corruttibili”.

 

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