2 APR 2025
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Settimana delle anteprime dei vini toscani: cresce il vigneto, ma il futuro è da scrivere - FOTO

A PrimAnteprima dati, tendenze e prospettive della produzione Made in Tuscany. Oggi parte la due giorni del Chianti Classico.

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La settimana dei vini di Toscana La settimana dei vini di Toscana © Ok!News24
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Inizia a Firenze (dopo la parentesi di sabato e domenica a Montepulciano) e dopo la PrimaAntteprima di venerdì la settimana delle anteprime dei vini di Toscana.
Nella tavola rotonda che ha introdotto nello splendido scenario della sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi la "settimana enoica" sono stati presentati il presente e il futuro, per molti lati incerto, del vigneto Toscana.
Delle risultanze nel bicchiere vi racconteremo dopo gli assaggi, adesso soffermiamoci anche nooi sul focus di dati e prospettive presentati, considerando che il comparto è uno dei motori economici della nostra regione.

I DATI
Riassumendo le buone notizie sono che dopo la flessione del 2023, la produzione cresce di 900mila ettolitri nel 2024, che la Toscana si conferma terra del biologico, con il 38% della superficie vitata coltivata a bio.

Malgrado le difficoltà e le incertezze di mercato, il vino toscano mantiene la sua solidità, grazie soprattutto alla qualità riconosciuta e al prestigio delle sue storiche denominazioni.
Nel 2024 cresce la superficie vitata regionale, superando per la prima volta i 61mila ettari, resta stabile quella coltivata a biologico (più di 25mila ettari) e migliorano produzione (2,6 milioni di ettolitri, 900mila in più rispetto all’anno precedente) ed export, soprattutto delle Dop ferme, cresciute del 5% in volume e del 10% in valore nei primi 10 mesi del 2024.
Restano tuttavia le incertezze del futuro, legate soprattutto all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo e al peso del climate-change.
È questa, in sintesi, la fotografia che emerge da PrimAnteprima, l’appuntamento che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano in cui si presentano al mondo le nuove annate. L’evento è promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, l’organizzazione è a cura di PromoFirenze, il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono affidati a Fondazione Sistema Toscana.
Siamo sicuri che il quadro internazionale del futuro sia solo condizionato dalla politica Usa (leggi dazi di Trump, ma dimentichiamo che i dazi sono sempre esistiti) e dal cambiamento climatico (ormai noto e noti i rimedi anche nelle aziende)?
Noi qualche domanda ce la poniamo anche perché a fronte di una crescita di vigneto e produzione non corrisponde una crescita di consumi di vino di qualità ne di vino in generale, anzi.
E' una realtà nota anche se abbastanza sottaciuta per motivazioni note e comprensibili che molte aziende vinicole hanno molte bottiglie ancora in giacenza in cantina e che le nuove generazioni snobbino il prodotto vino e paradossalmente lo snobbano proprio per tutti i motivi per cui noi lo lodiamo, decantiamo e celebriamo!

I NUMERI DEL VINO TOSCANO 
I dati della ‘wine economy’ toscana sono contenuti all’interno del report di Ismea presentano una situazione che vede la regione confermarsi ancora una volta la terra del biologico, con 23.534 ettari di superficie coltivata a bio, su un totale di 61.431 ettari ovvero il 38% dell’intera superficie regionale e il 17% di quella nazionale.
Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento con largo anticipo dell’obiettivo del 25% di superficie bio posto dal New green deal dell’Unione Europea e dall’Agenda ONU 2030.
Nei giorni scorsi la Regione ha, inoltre, stanziato un fondo di 11 milioni di euro di risorse comunitarie per l’intervento di “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” in modo da aumentare la competitività dei produttori aiutandoli a far conoscere ed apprezzare la qualità dei loro prodotti nel mondo. 
Anche in questo ambito la Toscana supera la media nazionale, con il 55% dei vigneti che ha meno di venti anni. Degli oltre 61mila ettari coltivati a vite, quasi il 95% è destinato a vini a denominazione, rispetto ad una media nazionale che arriva al 65%. Oltre 12 mila, invece, le aziende viticole della regione che coltivano una media di quasi 4 ettari ciascuna.
Anche qui qualche domanda ce la poniamo. Il vanto biologico, ricordiamo una delle imposizioni europee, è davvero sinonimo di qualità o è solo il mercato di una certificazione? Se io azienda virtuosa impego anni a convertirmi al biologico e il mio confinante coltiva convenzionale cosa produco io, cosa produce lui e che vantaggi ne trae il consumatore in quanto a salubrità e certezza della filiera?
 

LA PRODUZIONE
Con una produzione in netta crescita rispetto all’anno precedente, a 2,6 milioni di ettolitri, la Toscana occupa la settima posizione, a livello nazionale, per quantità di vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, delle quali 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata. 
Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, che occupano rispettivamente il 41% e il 21% della superficie rivendicata.
Per quanto riguarda la tipologia dei vitigni coltivati, forte la predominanza del Sangiovese, al 59%, seguito a distanza da Merlot e Cabernet Sauvignon rispettivamente con l’8 e 6%. Poco spazio è lasciato ai vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre meno del 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%. Riguardo l’imbottigliamento i dati sono ancora provvisori, ma, dalle prime stime, si nota che nel 2024 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vini DOP, con il Chianti che da solo rappresenta il 47% del totale del volume imbottigliato, seguito dal Chianti Classico al 20%.

CRESCE L’EXPORT
A crescere non è solo la produzione, ma anche le esportazioni, soprattutto quelle dei vini DOP fermi. I dati dei primi dieci mesi del 2024 indicano, infatti, un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. 
Se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730 mila ettolitri per un valore di 740 milioni di euro. Analizzando nel dettaglio le aree geografiche, si nota come la progressione più consistente dei volumi esportati è stata verso i Paesi Extra-UE, cresciuti del +7% a fronte del +1% maturato all’interno dei confini comunitari, con un divario che in valore diventa molto più evidente: +16% dei paesi Extra UE contro la flessione del -4% all’interno dalla UE. Il 54% delle consegne è stato verso Stati Uniti, Germania e Canada, con gli Usa che da soli rappresentano il 33% in volume ed il 40% in valore.
Ampliando lo sguardo sull’export italiano si nota che nei primi dieci mesi del 2024 sono sempre gli spumanti a trainare le esportazioni, con spedizioni in volume cresciute del 13% ed un +10% dei corrispettivi, un mercato quello delle bollicine sui cui si stanno affacciando con apprezzamento anche i vini a denominazione prodotti in Toscana, dal Maremma al Pomino, al Valdichiana, al Bianco di Pitigliano o l’Elba e, ultimo in ordine di tempo, il Toscana. Ma il segnale positivo arriva anche dai vini fermi in bottiglia che hanno registrato progressioni del 4% e 5% rispettivamente in volume e in valore. Tornano con il segno positivo anche le variazioni dei vini DOP sia nel segmento dei bianchi (+4% in volume e valore) sia in quello dei rossi (+3% in volume e +6% in valore). Dati, questi, che devono essere considerati per analizzare il cambiamento di paradigma nei consumi mondiali con sempre più persone che vogliono gli spumanti e meno vini rossi, privilegiando quelli a basso tenore alcolico soprattutto per una maggiore attenzione agli aspetti salutistici.

MERCATO INTERNO PIÙ FRAGILE
Se l’export cresce, la domanda interna evidenzia una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% per le DOP toscane, che rappresentano il 14% del valore dei vini DOP venduti nella Grande Distribuzione, mentre il valore complessivo della relativa spesa è sceso dell’1%. Anche per i vini IGT toscani, che nel 2024 hanno rappresentato l’8,5% del valore complessivo degli IGT venduti nella Distribuzione Moderna, si è rilevato un indebolimento della domanda con flessione degli acquisti in volume del 3%. Il profilo del consumatore tipo di vino DOP toscano, che acquista nella GDO, è prevalentemente over 60 (il 68% degli acquirenti) con reddito medio-alto, residente nel Centro Nord, mentre l’identikit del consumatore casalingo, che si rifornisce nel canale retail è over 55 e, sei volte su dieci, con un reddito sopra la media. Sul fronte delle vendite, tuttavia, c’è da considerare – sebbene nella debita scala di volumi – il buon andamento delle vendite presso i negozi specializzati che stanno mostrando un crescente interesse da parte dei consumatori per prodotti di qualità e per vini con caratteristiche di provenienza particolari.

LA SETTIMANA DEI VINI DI TOSCANA
Chianti Classico Collection (17 e 18 febbraio, Stazione Leopolda, Firenze)
Chianti Lovers & Rosso Morellino (19 febbraio, Fortezza da Basso, Firenze)
Anteprima “L’Altra Toscana” (20 febbraio, Palazzo degli Affari, Firenze)
Valdarno di Sopra Day (21 febbraio, Il Borro, San Giustino Valdarno – Arezzo).

 

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