OK!Valdisieve

Sicurezza in città. La Fondazione Caponnetto parte da piazza Santo Spirito e lancia anche l'allarme fuochi d'artificio (video intervista)

Non sono ludici ma segali criminali. Focus su santo Spirito e il prossimo progetto sarà alle Cascine

  • 66
Salvatore Calleri Salvatore Calleri © OkNews24
Font +:
Stampa Commenta

La Fondazione Caponnetto torna "in strada" anzi in piazza in questo caso per parlare di sicurezza.
Lo fa da piazza Santo Spirito, con una insolita conferenza stampa sul sagrato della Basilica.
Una piazza simbolo poiché da almeno 50 anni è frequentata da molti ed è storicamente vivace, ma negli ultimi tempi è salita agli onori della cronaca nera per brutti episodi di violenza: nello specifico C'è stato un accoltellamento e una aggressione di gruppo.
Abuso di sostanze (sia alcol che droga) e un assembramento di migliaia di persone la sera, dopo le 23 e specie nel fine settimana, crea una situazione potenzialmente esplosiva.
"Non aspettiamo che ci scappi il morto" esordisce senza troppi giri di parole Salvatore Calleri che della Fondazione Caponnetto ne è il Presidente.
Santo Spirito è, dalla sua analisi, una piazza che specialmente il fine settimana dopo una certa ora si trasforma.  Alla popolazione si aggiunge, in alcuni casi sostituendo la residenza, una moltitudine di giovani spesso organizzati in gruppi che vivono in maniera viva la piazza.

Però in mezzo a loro, emerge dal rapporto della Fondazione Caponnetto, ci sono almeno un paio di gang e alcuni gruppetti di "maranza".
La scintilla potrebbe scoppiare in ogni momento e per futili motivi; anche solo per un apprezzamento a una ragazza.
inutile nasconderlo il disagio giovanile c'è e se ad esso sommiamo che molti ragazzi girano con un'arma bianca in tasca e sono alterati da droga la situazione diventa incandescente.  Altro rischio evidente, sottolinea Calleri, è anche quello delle rapine e delle violenze sessuali.

Come porre rimedio a tutto ciò?
"Ai buoni propositi spesso non seguono i buoni risultati". A tal proposito è l'estensione dell'orario di apertura dei bagni pubblici in piazza che è da considerarsi necessario per l'utenza, ma però non è detto che abbia risvolti positivi per la sicurezza dato che gli stessi spesso vengono usati per la commissione di reati o per l'utilizzo di sostanze stupefacenti." puntualizza il presidente della Fondazione Caponnetto.

Ma quali soluzioni possibili?
"Uno scenario di non facile soluzione in quanto la situazione esistente in piazza è alquanto complessa. Le soluzioni che spesso vengono avanzate - presidi fissi di forze dell'ordine o militari-  benché de facto non siano inutili, sono soluzioni “tampone”  difficilmente praticabili a lungo termine per la mancanza di risorse. 
La parola chiave è ""gestire la notte" e "per gestire le situazioni-tipo che si verificano in Piazza Santo Spirito (ed in generale in altri luoghi di ritrovo notturno) occorre innanzitutto studiare come e quanto la città cambi volto durante la notte."
sottolinea Calleri.

La moderna idea di sicurezza nei luoghi pubblici a detta della Fondazione Caponnetto deve partire dall'analisi che la c'è una città oggi che la notte non dorme ma la vive.
Vanno rivisti gli spostamenti/trasporto dei lavoratori e degli utenti, di come si comportano e delle abitudini. Il tutto va poi messo a confronto con i residenti e i comitati/associazioni/realtà esistenti sul territorio, facendo da ponte tra le varie situazioni. In parole povere, tutto quel che succede la notte va gestito, non subito.

"Quando ci si trova di fronte a situazioni complesse come gruppi organizzati/gang che possono essere di tipo e pericolosità diversa, occorre partire più che dal presidio fisso da quella che noi chiamiamo la "intelligence da marciapiede”.
Si tratta di utilizzare le poche risorse disponibili al meglio, per capire i fenomeni criminali monitorando il territorio, non apparendo ma agendo alla bisogna, in questo caso con il supporto straordinario dei reparti. Nel caso in cui ci si trovi di fronte a gruppi criminali narcos, ovviamente bisogna affrontare la situazione in modo assai più completo e complesso
."

La soluzione c'è? Calleri afferma di sì, ma serve mettere insieme molte esigenze.
Analizzare il territorio, trattare il disagio giovanile; per i violenti aiutarli con percorsi sociali ma allo stesso punirli anche con un provvedimento importante come il Daspo.

Dopo aver annunciato il prossimo focus sulla sicurezza che tratterà le Cascine un capitolo a parte è stato dedicato dalla Fondazione Caponnetto al fenomeno dei fuochi d'artificio e bombe carta. Ne vengono sparati in città circa 300 all'anno, un numero enorme.
"Ci stiamo abituando ai fuochi anche fuori San Giovanni ma la situazione è assolutamente da non sottovalutare"; c'è in città un precedente interessante e preoccupante che parla chiaro. "Nel 2020 si svolse uno spettacolo pirotecnico a Porta al Prato quando il capo uscì dal carcere" di cui anche sui più importanti quotidiani della città si scrisse.
I fuochi non autorizzati sono sanzionabili ai sensi dell'Art 703 c.p.e sono un segnale malavitoso. Si festeggia l'uscita dal carcere di qualche boss ma spesso sono usati anche per segnalare l'arrivo di qualche importante quantitativo di droga in città.

"Eppure sarebbe facile tracciarli" sottolinea Calleri. "Individuare da dove vengono sparati utilizzando tutti gli strumenti elettronici presenti oggi sarebbe facile, anche dalla control room per capire da dove vengono sparati e rintracciare subito i responsabili."


 

Lascia un commento
stai rispondendo a